Muore Alan Turing, padre dell’intelligenza artificiale

Il 7 giugno 1954 muore Alan Turing, celebre matematico e crittoanalista considerato ampiamente un padre dell’informatica e dell’intelligenza artificiale.

Turing a 16 anni

Nato a Maida Vale, Londra, Turing è cresciuto nel sud dell’Inghilterra. Si è laureato in matematica al King’s College di Cambridge. Mentre era un accademico a Cambridge, pubblicò una dissertazione che dimostrava come alcune domande sì-no puramente matematiche non possano mai essere risolte con il calcolo. Nel 1938 conseguì il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Princeton.

Durante la seconda guerra mondiale, Turing mise le sue capacità matematiche al servizio del Department of Communications del Regno Unito per decifrare i codici usati nelle comunicazioni tedesche, criptate tramite il cosiddetto sistema Enigma da Arthur Scherbius. Con l’entrata in guerra del Regno Unito, Turing fu arruolato nel gruppo di crittografi stabilitosi a Bletchley Park e con i suoi compagni lavorò per tutta la guerra alla decrittazione, sviluppando ricerche già svolte dall’Ufficio Cifra polacco con la macchina Bomba, progettata in Polonia da Marian Rejewski nel 1932 e ultimata nel 1938. Turing ha svolto un ruolo cruciale nel decifrare i messaggi in codice intercettati che hanno permesso agli Alleati di sconfiggere i nazisti in molti scontri cruciali, inclusa la Battaglia dell’Atlantico. Sebbene sia difficile stimare l’effetto preciso che il lavoro di Turing abbia avuto sulla guerra, il professor Jack Copeland ha stimato che esso abbia accorciato la guerra in Europa di oltre due anni e salvato oltre 14 milioni di vite.

Ricostruzione della macchina Bomba

L’attività di Alan Turing nel gruppo di Bletchley Park fu coperta da un segreto assoluto. Finita la guerra il governo britannico impose a tutti coloro che avevano lavorato alla decrittazione, realizzando macchine e sistemi per violare i codici crittografici tedeschi, giapponesi e italiani, il divieto di parlare o scrivere di qualsiasi argomento trattato in quel periodo. Tale divieto perdurò sino al 1974 e impedì che Turing e suoi colleghi anche meno famosi ricevessero i riconoscimenti che in altro ambito sarebbero stati loro ampiamente e pubblicamente riconosciuti.

Al termine della guerra Turing fu invitato al National Physical Laboratory (NPL, Laboratorio Nazionale di Fisica) situato a Teddington, nei pressi di Londra, per progettare il modello di un computer. Il suo rapporto che proponeva l’Automatic Computing Engine (ACE, Motore per il Calcolo Automatico) fu presentato nel marzo 1946, ma suscitò scarso interesse a causa degli alti costi preventivati.

Per l’anno accademico 1947/1948 tornò a Cambridge e spostò i suoi interessi verso la neurologia e la fisiologia, iniziando ad esplorare la relazione tra computer e natura. Iniziò a frequentare gli incontri del Ratio Club, un gruppo interdisciplinare di giovani scienziati britannici vicini agli interessi del movimento cibernetico.

Nel 1950, sulla rivista Mind, scrisse un articolo dal titolo Computing machinery and intelligence, in cui descriveva quello che sarebbe divenuto noto come il test di Turing: era convinto che si potesse raggiungere un’intelligenza artificiale solo seguendo gli schemi del cervello umano. Su questo articolo si basa buona parte dei successivi studi sull’intelligenza artificiale.

L’anno seguente fu eletto Membro della Royal Society di Londra. Si trasferì all’Università di Manchester, dove lavorò alla realizzazione del Manchester Automatica Digital Machine (MADM). Convinto che entro l’anno 2000 sarebbero state create macchine in grado di replicare la mente umana, lavorò alacremente creando algoritmi e programmi per il MADAM, partecipò alla stesura del manuale operativo e ne divenne uno dei principali utilizzatori. Nel 1952 sviluppò un approccio matematico all’embriologia. Quello stesso anno Turochamp, un programma di software scacchistico di sua creazione, giocò una partita a scacchi contro il collega Alick Glennie considerata la prima giocata da un programma, benché le insufficienti capacità di calcolo dei computer dell’epoca costrinsero Turing a fare i calcoli lui stesso.

Turing fu arrestato e processato nel 1952 per atti omosessuali; l’emendamento Labouchere del 1885 aveva stabilito che “l’oscenità grave” la quale includeva nella definizione dell’epoca l’omosessualità, era un reato penale nel Regno Unito. Costretto a scegliere tra due anni di prigione e la castrazione chimica, optò per quest’ultima, ma il trattamento fu per lui deleterio e umiliante e lo indusse in una profonda depressione. Turing morì nel 1954, 16 giorni prima del suo 42° compleanno, per avvelenamento da cianuro. Secondo molti storici la depressione legata al trattamento per la castrazione chimica fu ciò che condusse Turing al suicidio.

Nel 2009, a seguito di una campagna su Internet, il primo ministro britannico Gordon Brown ha presentato pubblicamente scuse ufficiali a nome del governo britannico per il modo spaventoso in cui è stato trattato“. La regina Elisabetta II ha concesso a Turing un perdono postumo nel 2013. La “legge Alan Turing” è ora un termine informale per una legge del 2017 nel Regno Unito che perdonava retroattivamente uomini ammoniti o condannati in base alla legislazione storica che metteva al bando gli atti omosessuali.

Immagine d’apertura: targa commemorativa di Turing a Sackville Park, Manchester

Bibliografia e fonti varie

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