Il 19 giugno 1947 il Tricolore italiano, verde bianco e rosso, viene adottato, privo dello stemma di casa Savoia, come bandiera della Repubblica Italiana.
Con la nascita della Repubblica Italiana, grazie al decreto del presidente del Consiglio dei ministri numero 1 del 19 giugno 1946, la bandiera italiana venne modificata; rispetto al vessillo monarchico, fu eliminato lo stemma sabaudo. Questa decisione fu in seguito confermata nella seduta del 24 marzo del 1947 dall’Assemblea Costituente, che decretò l’inserimento dell’articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana, successivamente ratificato dal Parlamento italiano, che recita:
«La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.»
Anche la bandiera italiana, come altri vessilli nazionali, si ispira a quella francese, introdotta dalla rivoluzione nell’autunno del 1790 sulle navi da guerra della Marine nationale e simbolo del rinnovamento perpetrato dal giacobinismo delle origini. Il 12 luglio 1789, due giorni prima della presa della Bastiglia, il giornalista rivoluzionario Camille Desmoulins, mentre arringava la folla parigina alla rivolta, chiese ai manifestanti quale colore adottare come simbolo della rivoluzione francese, proponendo il verde speranza oppure il blu della rivoluzione americana, simbolo di libertà e democrazia: i manifestanti risposero “Il verde! Il verde! Vogliamo delle coccarde verdi!“. Desmoulins colse quindi una foglia verde da terra e se l’appuntò al cappello come segno distintivo dei rivoluzionari. Il verde, nella primigenia coccarda francese, fu abbandonato dopo un solo giorno in favore del blu e del rosso perché era anche il colore del fratello del re, il reazionario conte d’Artois, che diventò monarca dopo la Restaurazione con il nome di Carlo X. La coccarda francese tricolore si completò poi, in seguito a eventi successivi, con l’aggiunta del bianco, colore dei Borbone
Poco dopo gli eventi rivoluzionari francesi, anche in Italia iniziarono a diffondersi estesamente gli ideali di innovazione sociale – sulla scorta della propugnazione della dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 – e successivamente anche politica, con i primi fermenti patriottici indirizzati all’autodeterminazione nazionale: per tale motivo la bandiera francese blu, bianca e rossa diventò prima riferimento dei giacobini italiani e in seguito fonte di ispirazione per la creazione di un vessillo identitario italiano. Le prime sporadiche dimostrazioni favorevoli agli ideali della rivoluzione francese, da parte della popolazione italiana, avvennero nell’agosto del 1789 con la comparsa, soprattutto nello Stato Pontificio, di coccarde di fortuna costituite da semplici foglie verdi di alberi, che vennero appuntate sui vestiti dei manifestanti richiamando analoghe proteste avvenute in Francia agli albori della rivoluzione poco tempo prima dell’adozione della coccarda francese tricolore Quando in seguito la popolazione italiana iniziò a usare coccarde vere e proprie realizzate in stoffa: al verde delle foglie degli alberi già impiegato in precedenza, vennero aggiunti il bianco e il rosso in modo da richiamare in modo più marcato gli ideali rivoluzionari rappresentati dal tricolore francese. Le gazzette italiane dell’epoca avevano infatti creato confusione sui fatti francesi, in particolar modo sulla sostituzione del verde con il blu, riportando la notizia che il tricolore francese fosse verde, bianco e rosso. Il verde venne poi mantenuto dai giacobini italiani perché rappresentava la natura e quindi – metaforicamente – anche i diritti naturali, ovvero l’uguaglianza e la libertà.
La prima adozione ufficiale del tricolore come bandiera nazionale da parte di uno Stato italiano sovrano, la Repubblica Cispadana, che avvenne a Reggio nell’Emilia il 7 gennaio 1797, sulla scorta degli eventi susseguenti alla rivoluzione francese (1789-1799) che propugnò, tra i suoi ideali, l’autodeterminazione dei popoli. La data è celebrata oggi dalla Festa del Tricolore, istituita dalla legge nº 671 del 31 dicembre 1996, che si tiene ogni anno proprio il 7 gennaio.
- Immagine d’apertura: bandiera tricolore della Repubblica italiana presso l’Altare della Patria, piazza Venezia, Roma.
- Bibliografia e fonti varie
- (FR) Le drapeau français – Présidence de la République, su elysee.fr.
- Otto mesi prima di Reggio il tricolore era già una realtà, su www.radiomarconi.com. URL consultato il 14 gennaio 2016 (archiviato dall’url originale il 9 marzo 2016).
- I simboli della Repubblica (PDF), su www.quirinale.it. URL consultato il 14 gennaio 2016
- Tarquinio Maiorino, Giuseppe Marchetti Tricamo e Andrea Zagami, Il tricolore degli italiani. Storia avventurosa della nostra bandiera, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, ISBN 978-88-04-50946-2.
- Giovani del terzo millennio, di Giacomo Bolzano, books.google.it.
- Il verde no, perché è il colore del re. Così la Francia ha scelto la bandiera blu, bianca e rossa ispirandosi all’America, italiaoggi.it.
- Presa della Bastiglia, il 14 luglio e il rosso della first lady messicana Angelica, su ansa.it.
- Nicola Ferorelli, La vera origine del tricolore italiano, in Rassegna storica del Risorgimento, vol. XII, fasc. III, 1925, p. 668.
- Nicola Ferorelli, La vera origine del tricolore italiano, in Rassegna storica del Risorgimento, vol. XII, fasc. III, 1925, p. 666.
- Claudio Villa, I simboli della Repubblica: la bandiera tricolore, il canto degli italiani, l’emblema, Comune di Vanzago, 2010, SBN IT\ICCU\LO1\1355389.
- Mostra Giovan Battista De Rolandis e il Tricolore, su 150.provincia.asti.it.
- Fiorenza Tarozzi, Giorgio Vecchio, Gli italiani e il tricolore, Bologna, Il Mulino, 1999, ISBN 88-15-07163-6.