Entra nel vivo la VII edizione del Fiuggi Family Festival, rassegna dedicata alla cinematografia per famiglia. Dal 23 le proiezioni dei film in concorso, poi il 26 la serata di premiazione presentata da Fabrizio Frizzi.
Infanzia e adolescenza sono età particolarmente delicate, nelle quali avvengono le esperienze formative per quella che sarà poi la persona adulta. Ed ecco che l’educazione ricevuta in famiglia è pietra miliare per formare le generazioni future, dettare loro le linee per una corretta condotta di vita, istillare la necessità di una morale, del senso critico e del gusto per il bello. In un’epoca succube della tecnologia quale quella contemporanea, non è sempre facile seguire i percorsi dei figli, che si avventurano quasi indisturbati verso tematiche di violenza e volgarità, non sempre adatte a chi ancora non ha un concetto ben chiaro della realtà.
Il Fiuggi Family Festival, giunto quest’anno alla sua settima edizione, è in corso di svolgimento dal 19 luglio, e terminerà sabato 26, con la serata di premiazione che si terrà al Teatro Comunale, e sarà presentata da Fabrizio Frizzi, affiancato dalle esibizioni dei due gruppi hip-hop Mind the Swami e Underground.
Sette le pellicole in concorso, dalle quali uscirà la vincitrice. Una selezione di film dalle tematiche estremamente mature e attuali, che spaziano dal dramma della maternità in carcere, alla difficoltà di crescere nipoti mai conosciuti prima, dalla dimensione della disabilità in Kenya, alla vicende sentimentali di un giovane indiano che s’intrecciano con la vita quotidiana. Tematiche difficili, che scaturiscono da storie tormentate, i cui protagonisti esprimono la necessità di essere amati, implorando un sorriso. E il fil rouge di questa edizione, è proprio il sorriso, inteso come simbolo di positività, d’incoraggiamento, di comprensione per l’altro.
Tra i sette film in concorso, ci sembra particolarmente interessante un trittico che fa luce su tre realtà profondamente diverse, fra popoli e continenti fra loro molto lontani; la pellicola indiana Barfi, l’italo-slovena Zoran, e la francese Ombline, tre storie difficili, che sono altrettanti cammini di crescita e riscatto.
A Darjeeling, città del Bengala Occidentale, Barfi è sulla bocca di tutti. Sebbene sia sordomuto, non perde occasione di farsi notare. Barfi, sordomuto e orfano di madre, che si innamora di Shruti, promessa in sposa ad un ricco uomo d’affari. Per Barfi inizia così un periodo difficile, aggravato dalla malattia del padre. Proprio nel tentativo di trovare il denaro necessario per le cure dell’anziano genitore, Barfi si imbatte in Jhilmil, la sua amica d’infanzia, affetta da autismo. Con lei inizierà un nuovo capitolo della sua vita.
Dopo una condanna a tre anni di prigione per aggressione, la ventenne Ombline scopre di esere incinta. La gravidanza le farà scoprire una nuova parte di sé, e desiderrosa di riscatto, combatte per tenere suo figlio il più a lungo possibile e convince il giudice che è in grado di crescerlo anche una volta che uscirà dal carcere. Una maternità che è anche una tappa per ricostruire una vita.
Zoran, è invece la storia di un inatteso incontro familiare. Paolo è un uomo svogliato e sgraziato, occupato presso una mensa per anziani, “eredita” un nipote da una lontana zia slovena, a cui dovrà dare ospitalità il tempo necessario perché la burocrazia faccia il suo corso e il ragazzo si stabilisca in una casa-famiglia. Zoran, adolescente naïf nascosto dietro un paio di grandi occhiali, è un ragazzino colto che parla un italiano aulico e gioca bene a freccette. Paolo è deciso a sfruttarne la disposizione, iscrivendolo al campionato mondiale di freccette. Niente andrà come previsto e Paolo farà finalmente i conti con se stesso e coi sentimenti degli altri.
Lontano dai tradizionali circuiti della grande distribuzione cinematografica, imperniata su azione, violenza, volgarità, il Family Festival propone pellicole in grado di appassionare il pubblico, e insieme invitare alla riflessione e al dialogo. Troppo spesso, di questi tempi, il cinema presenta la vita quotidiana come un gioco, fra ironia di dubbio gusto, sessismo, relativismo. Mentre invece la vita è quella “cosa seria” che purtroppo fa incontrare anche le difficoltà. E vederle, anche attraverso un film, è un modo per rifletterci e maturare. Il cinema, quale forma d’arte, avrebbe anche la funzione di trasmettere qualcosa al pubblico.
Oltre alla sezione principale, in cartellone anche una rassegna di cartoni animati, dedicata ai più piccoli, e la sezione Retrospettiva. E ancora, documentari e incontri a tema, ad arricchire una manifestazione che fa della cultura uno strumento educativo.
Le proiezioni hanno luogo al Teatro Comunale e all’adiacente Sala Bomboniera.
Tre i premi assegnati quest’anno; ai tradizionali riconoscimenti della Giuria Ufficiale (Premio Conca), e al Premio della Stampa, si aggiunge quello della Giuria Giovani, composta da ragazzi fra i 16 e i 29 anni. La Giuria Ufficiale è composta dal regista Gennaro Nunziante, l’A.D. di HG Europe Airaldo Piva, Cesare Fragnelli di Microcinema, e Stefania Binetti della Fondazione Alberto Sordi.
Inoltre, giovedì 24 luglio, il Festival sarà vicino a tutte le donne purtroppo malate di tumore al seno, con la proiezione del mini-cortometraggio La storia di Francesca, vicenda di una donna alle prese con questa difficile battaglia; un modo per testimoniare vicinanza a chi soffre e infondere speranza e ottimismo.
Niccolò Lucarelli