Il 28 giugno 1919 con la firma del Trattato di Versailles, insieme alla fine della Prima guerra mondiale, nasce la Società delle Nazioni, organizzazione internazionale di stati per il mantenimento della pace globale, predecessore dell’ONU.
Un primo riferimento filosofico a una concezione pacifistica delle comunità sovranazionali si può trovare nella celebre opera politica di Immanuel Kant del 1795 “Per la pace perpetua” in cui il filosofo tedesco propose un proprio progetto di ordinamento giuridico a tutela della pace mondiale. A partire dalla convenzione di Ginevra del 1864 si sviluppò un movimento diplomatico internazionale a carattere pacifista, che raggiunse la sua massima espressione nella Convenzione dell’Aia del 1907, un trattato internazionale nato nell’ambito della conferenza di pace dell’Aia di quello stesso anno, la seconda dopo quella del 1899. La Confederazione degli Stati dell’Aia, come il giurista e pacifista neokantiano Walther Schücking chiamò gli Stati aderenti alla convenzione dell’Aia del 1907, costituì un’alleanza globale che ambiva al disarmo parziale e alla guida diplomatica delle contese fra le nazioni.
In seguito al fallimento della convenzione dell’Aia del 1907 rappresentato dallo scoppio della prima guerra mondiale, l’idea della Società delle Nazioni sembra essere nata dal politico inglese Edward Grey, che all’epoca ricopriva nell’Impero britannico la carica di Segretario di Stato per gli affari esteri e del Commonwealth. L’idea fu in seguito adottata dal presidente degli Stati Uniti d’America Thomas Woodrow Wilson e dal suo consigliere, il colonnello Edward M. House, i quali videro in essa lo strumento per evitare eventi sanguinari come la prima guerra mondiale, all’epoca ancora in corso. L’idea fu infatti inserita da Woodrow Wilson nei “Quattordici punti“, il discorso che Woodrow Wilson tenne l’8 gennaio 1918 davanti alle due camere del Congresso degli Stati Uniti riunite in seduta comune. Nello storico discorso il presidente statunitense espose la sua strategia per porre termine alla prima guerra mondiale e gettare le basi per una pace mondiale stabile e duratura. Tale strategia ispirò la sua azione nella conferenza di pace di Parigi del 1919-1920, la riunione in cui al termine della prima guerra mondiale gli Stati che vi avevano partecipato fissarono i termini della pace.
La proposta di Wilson di creare un’organizzazione sovranazionale a salvaguardia della pace mondiale fu accettata dalla conferenza di pace di Parigi il 25 gennaio 1919. Il compito di redigere lo statuto dell’organizzazione, la convenzione della Società delle Nazioni, fu affidato a una speciale commissione. Come presidente della commissione fu scelto lo stesso Wilson, assecondando il suo volere. Una forma definitiva dello statuto della Società delle Nazioni fu approvata il 28 aprile 1919 e inserita nella prima parte del Trattato di Versailles (articoli 1-26). Il trattato fu firmato nella Galleria degli Specchi del Palazzo di Versailles il 28 giugno 1919 da 44 Stati (31 dei quali avevano preso parte alla prima guerra mondiale al fianco della Triplice Intesa). Nonostante fossero stati proprio gli sforzi del presidente statunitense Wilson a far nascere la Società delle Nazioni, gli Stati Uniti non vi aderirono mai, a causa dell’opposizione che fece il Partito Repubblicano al Senato (di particolare influenza fu l’azione dei politici Henry Cabot Lodge, del Massachusetts, e William E. Borah, dell’Idaho), impedendo la ratifica del trattato di Versailles.
La Società delle Nazioni fu estinta il 19 aprile 1946 in seguito al fallimento rappresentato dalla seconda guerra mondiale e alla nascita, nel 1945, di un’organizzazione con identico scopo, le Nazioni Unite. Il fallimento rappresentato dalla seconda guerra mondiale fu così grande che si pensò infatti a una nuova organizzazione.
Immagine d’apertura: logo della Società delle Nazioni
Bibliografia e fonti varie
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