Fallisce l’attentato a Hitler, i membri dell’Operazione Valchiria vengono giustiziati

Il 21 luglio 1944, vengono giustiziati i membri dell’Operazione Valchiria, tentativo organizzato da alcuni politici e militari tedeschi della Wehrmacht, e attuato dal colonnello Claus Schenk von Stauffenberg, di assassinare Adolf Hitler.

Soldati ed SS nel cortile interno del Bendlerblock, quartier generale e luogo della fucilazione dei congiurati.

Una parte consistente dei vertici militari nutriva ostilità verso Hitler sin dal periodo 1933-1938, all’epoca Il generale Beck rassegnò le dimissioni, ipotizzando già un possibile rovesciamento del regime di Hitler, ma anche altri importanti personaggi compirono lo stesso gesto in seguito all’Anschluss (l’annessione dell’Austria alla Germania) e allo scandalo Fritsch-Blomberg, che provocò l’allontanamento del generale Werner von Fritsch e del feldmaresciallo von Blomberg. Alcuni piani per un rovesciamento del regime atti a impedire a Hitler di scatenare una nuova guerra mondiale vennero preparati già nel 1938 e nel 1939, ma non furono portati a termine a causa dell’indecisione dei generali dell’esercito Franz Halder e Walther von Brauchitsch e della fallimentare strategia delle potenze occidentali nel contrastare la politica aggressiva del Führer L’opposizione a Hitler all’interno dell’esercito tedesco crebbe in seguito sempre più man mano che la guerra iniziava a volgere a sfavore della Germania.

In seguito al fallimento dell’attentato del 20 luglio e del colpo di stato, poco dopo la mezzanotte del 21 luglio, il colonnello Claus von Stauffenberg, il generale Friedrich Olbricht, il colonnello Albrecht Mertz von Quirnheim ed il tenente Werner von Haeften, su ordine del generale Fromm vennero arrestati e fucilati nel cortile del Bendlerblock. Pochi minuti dopo lo Standartenführer Otto Skorzeny arrivò con una squadra di SS e, dopo aver vietato altre esecuzioni, arrestò i congiurati rimasti e li consegnò alla Gestapo, che immediatamente si attivò per scoprire tutte le persone coinvolte nell’attentato

Nelle settimane successive, la Gestapo catturò quasi tutti coloro che avevano la più remota connessione con l’attentato; la scoperta di lettere e diari nelle case e negli uffici degli arrestati rivelò i piani dei congiurati fin dal 1938, portando ad una serie di arresti, tra cui quello di Franz Halder, condotto poi in un campo di concentramento. Seguendo il cosiddetto Sippenhaft, l’arresto per motivi di parentela, vennero arrestati tutti i parenti dei principali congiurati. Alla fine furono circa 5.000 le persone arrestate dalla Gestapo e circa 200 i giustiziati; non erano tutti collegati con la congiura, tuttavia la polizia politica colse l’occasione per regolare i conti con molte altre persone sospettate di avere simpatie con l’opposizione nazista. Anche Erwin Planck, il figlio del famoso fisico Max Planck, venne giustiziato per il suo coinvolgimento

I partecipanti al complotto vennero processati dal Volksgerichtshof (“Tribunale del Popolo”), presieduto dal giudice Roland Freisler, il quale condannò a morte tutti gli imputati a seguito di processi brevissimi svolti tra il 7 e l’8 agosto. Pochissimi tra i congiurati cercarono di fuggire o di negare le loro colpe. I processi vennero condotti senza una vera e propria difesa e senza alcun riguardo nei confronti delle persone accusate, obbligate a presentarsi ai processi privi di cinture e con indosso abiti fuori misura allo scopo di renderli grotteschi. Pochissimi riuscirono a sfuggire al Tribunale del Popolo, tra questi il feldmaresciallo von Kluge ed i generali Wagner e von Tresckow che si suicidarono; quest’ultimo prima della sua morte disse a Fabian von Schlabrendorff: «Il mondo intero ora ci diffamerà, ma io sono ancora del tutto convinto che abbiamo fatto la cosa giusta. Hitler è l’acerrimo nemico non solo della Germania, ma del mondo intero». Durante un interrogatorio, Karl-Heinrich von Stülpnagel fece il nome del feldmaresciallo Erwin Rommel; pochi giorni dopo, il consigliere personale di Stülpnagel, Cesare von Hofacker ammise sotto tortura che Rommel era un membro attivo della cospirazione e nonostante non vi fosse stata alcuna partecipazione diretta da parte sua, il feldmaresciallo fu costretto a togliersi la vita il 14 ottobre 1944.

Immagine d’apertura: la sala conferenze della Wolfsschanze dopo l’esplosione del 20 luglio 1944: sono visibili al centro, con la divisa chiara, Hermann Göring e, alla sua destra, Martin Bormann

Bibliografia e fonti varie

Bibliography[edit]

Please follow and like us: