Un omaggio d’arte, con opere delle Gallerie degli Uffizi, all’Alighieri esule da Firenze, nella terra che per prima lo accolse nel suo esilio, il Casentino. È con la mostra “Nel Segno di Dante. Il Casentino nella Commedia” (17 luglio – 30 novembre), promossa e organizzata dal Comune di Poppi, accolta nel castello dei conti Guidi – luogo nel quale egli scrisse una parte della Divina Commedia – che si apre concretamente il programma espositivo ‘Terre degli Uffizi’, ideato e realizzato dal celebre museo fiorentino insieme alla Fondazione CR Firenze, all’interno dei rispettivi progetti Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei.
La mostra è stata presentata stamani, nel castello di Poppi, dal Sindaco di Poppi Carlo Toni, dal Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike D. Schmidt, dal Presidente di Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori, dalla curatrice Alberta Piroci Branciaroli.
In questo anno, dedicato alle celebrazioni dantesche, il Casentino si presenta come luogo perfetto per rendere onore al poeta fuggitivo. La presenza di Dante aleggia tuttora in Casentino, i cui luoghi evocano, a partire dal loro paesaggio di colline, selve e ruscelli, la forma ‘classica’ dell’itinerario del viandante medievale; o, come nel caso di Dante, non viandante semplice ma anche fuggiasco in cerca di ospitalità e protezione. L’Alighieri, andando in Casentino, sperava in un ritorno in patria che non avvenne mai. I signori di queste terre furono onorati di averlo ospite: la mostra illustra, prima di tutto sul piano dei fatti storici, cosa avvenne e perché. In tempi moderni poi, le terre del Casentino custodirono volentieri memoria del passaggio di Dante, tanto che in pieno revival del Medioevo, vennero raggiunte da viaggiatori stranieri che le percorsero, come il catalogo della mostra racconta, lasciando diari e memorie.
Le opere dell’esposizione sono state scelte in relazione alle tre Cantiche della Commedia, Inferno, Purgatorio e Paradiso; quelle provenienti dagli Uffizi testimoniano l’amore per il poema dantesco nel corso della storia. Ne è prova l’opera principale della mostra, il grande dipinto ottocentesco acquistato dalle Gallerie lo scorso anno in occasione del primo Dantedì, Francesca da Rimini nell’Inferno dantesco (1810), del romantico Nicola Monti, così come i pastelli di Beatrice Ancillotti Goretti (Sposalizio di San Francesco con la Povertà, 1903). Ma anche quattro disegni cinquecenteschi della Commedia di Federico Zuccari, marchigiano trapiantato a Firenze e scelto per portare a termine gli affreschi della cupola di santa Maria del Fiore, rimasti incompiuti alla morte di Vasari.
Nel momento in cui Dante vi si rifugiò, a Poppi e in Casentino trovò accoglienza e onori, proprio mentre in patria veniva condannato a morte addirittura in contumacia. Ben prima che Firenze riabilitasse il suo “onorevole cittadino” (lo farà Giotto dipingendo il suo ritratto nella cappella del Bargello), il Casentino invece lo aveva accettato, cogliendo anche l’occasione di una rivalsa sulla città del Giglio. Le riflessioni e i temi concentrati nel catalogo della mostra, ad opera di studiosi vari e di diversi ambiti, raccontano come la figura di Dante abbia veramente pervaso la storia del territorio e contribuiscono a rivelare il ruolo di primo piano del Casentino nella vicenda umana e culturale del Sommo Poeta.
“Con l’inaugurazione di questa mostra – dichiara il sindaco di Poppi Carlo Toni – siamo il primo Comune toscano a partire con ‘Terre degli Uffizi’, consolidando il rapporto di collaborazione avviato con successo nel 2018 fra l’amministrazione comunale di Poppi e le Gallerie degli Uffizi. Dopo mesi di pandemia e chiusure, facendo leva sulla nostra identità storica e culturale ripartiamo uniti più che mai per un nuovo corso o meglio, parafrasando il titolo di un’altra celebre opera letteraria di Dante, per una ‘Vita Nova’ che ci auguriamo possa attrarre tanti visitatori a Poppi e nel territorio con ricadute benefiche sull’indotto economico dell’intera vallata. Tutta la mia stima e riconoscimento vanno alla Fondazione CR Firenze e al suo presidente Luigi Salvadori, al direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, che ancora una volta ci ha dato fiducia sottoscrivendo il nostro progetto, e a Luca Santini, presidente dell’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi per aver generosamente sostenuto l’evento”.
“Il Casentino è valle dantesca – osserva il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – e proprio nel Purgatorio il Poeta lo abbraccia tutto con gli impareggiabili versi panoramici “indi la valle, come ’l dì fu spento, da Pratomagno al gran giogo coperse di nebbia…” (V, 115-117). Se nella sua varietà paesaggistica questa parte d’Italia si offre quasi come una scenografia naturale delle Cantiche, nella Divina Commedia ritroviamo puntualmente celebrati anche la storia, i personaggi, i fiumi, le cime e i centri spirituali di questo territorio meraviglioso, l’Arno e l’Archiano ‘rubesto’, Campaldino e Romena, il “gran sasso” della Verna… Dante è il genius loci del Casentino stesso, e proprio sulle orme del Sommo Poeta i viaggiatori del Grand Tour sono arrivati in Casentino”.
“Oggi – sottolinea il presidente della Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori – inauguriamo la prima rassegna di questo importante progetto che segna l’avvio di una stabile collaborazione col più importante museo italiano. Ma è anche il proseguimento di un nostro importante programma decennale di marketing culturale territoriale avviato nel 2005, chiamato Piccoli Grandi Musei, che ha avuto l’intuizione, molto prima che il fenomeno esplodesse, di far conoscere le bellezze meno conosciute della nostra terra e le sue specifiche identità. Complessivamente esso ha coinvolto 96 piccole realtà museali che proprio grazie a questo intervento hanno visto crescere i loro visitatori che sono stati quasi un milione e sono stati oggetto di 220 interventi permanenti, 71 mostre, ben 41mila attività di mediazione culturale. Un grande lavoro di squadra che è oggi ancora più necessario per valorizzare questa rete di musei considerati minori ma che sono anch’essi custodi di un inestimabile patrimonio storico-artistico”.
Curatela scientifica della mostra: Alberta Piroci Branciaroli