Il 17 agosto 1945 viene pubblicato per la prima volta La Fattoria degli animali, celebre romanzo allegorico di George Orwell concepito dall’autore come una narrazione satirica contro Stalin.
Eric Arthur Blair, il cui nome di penna era appunto George Orwell, compose il manoscritto tra il 1943 e il 1944, in seguito alle sue esperienze durante la Guerra civile spagnola che descrisse in Omaggio alla Catalogna (1938). Nella prefazione di un’edizione ucraina de La fattoria degli animali, l’autore spiegò come sfuggire alle epurazioni comuniste in Spagna gli avesse insegnato «quanto facilmente la propaganda totalitaria possa controllare l’opinione delle persone illuminate nei paesi democratici». Ciò spinse Orwell, un socialista democratico, a denunciare e condannare con fermezza ciò che considerava la corruzione staliniana degli ideali socialisti originari. Orwell compose La fattoria degli animali in un periodo in cui la Gran Bretagna era un’alleata dell’Unione sovietica e il popolo e l’intelligencija britannici tenevano Stalin in grande considerazione, cosa che Orwell odiava.
Orwell inizialmente incontrò difficoltà a far pubblicare il manoscritto, in gran parte a causa dei timori che il libro potesse sconvolgere l’alleanza tra Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica. Quattro editori si rifiutarono di pubblicarlo, uno aveva inizialmente accettato il lavoro, ma lo rifiutò dopo aver consultato il Ministero dell’Informazione. Alla fine, Secker e Warburg pubblicarono la prima edizione nel 1945.
Durante la seconda guerra mondiale, divenne chiaro a Orwell che la letteratura antisovietica non era qualcosa che la maggior parte delle principali case editrici avrebbe toccato, incluso il suo editore abituale Gollancz. Orwell inizialmente presentò il manoscritto anche a Faber e Faber, dove il poeta T. S. Eliot (che era un direttore dell’azienda) lo ha respinto.
Le recensioni contemporanee dell’opera non furono universalmente positive. Scrivendo sulla rivista American New Republic, George Soule ha espresso la sua delusione per il libro, scrivendo che “mi ha sconcertato e rattristato. Mi sembrava nel complesso noioso. L’allegoria si è rivelata una macchina scricchiolante per dire in modo goffo cose che sono state dette meglio direttamente.” Soule credeva che gli animali non fossero abbastanza coerenti con le loro ispirazioni del mondo reale, e disse: “Mi sembra che il fallimento di questo libro (commercialmente è già assicurato un enorme successo) derivi dal fatto che la satira non si occupa di qualcosa che l’autore ha vissuto, ma piuttosto con idee stereotipate su un paese che probabilmente non conosce molto bene».
The Guardian il 24 agosto 1945 definì Animal Farm “una satira deliziosamente umoristica e caustica sul dominio dei molti da parte dei pochi“. Tosco Fyvel, scrivendo su Tribune lo stesso giorno, definì il libro “una dolce satira su un certo Stato e sulle illusioni di un’epoca che forse è già alle nostre spalle“. Julian Symons ha risposto, il 7 settembre, “Non dovremmo aspettarci, almeno in Tribune, il riconoscimento del fatto che si tratta di una satira per nulla gentile su un particolare Stato – la Russia sovietica? Mi sembra che un recensore dovrebbe avere il coraggio di identificare Napoleone con Stalin e Palla di neve con Trotsky, ed esprimere un parere favorevole o sfavorevole all’autore, su un terreno politico. Tra cento anni forse, La fattoria degli animali potrebbe essere semplicemente una favola, oggi è una satira politica.” La fattoria degli animali è stata oggetto di molti commenti nei decenni successivi a queste prime osservazioni.
La CIA, dal 1952 al 1957 nell’Operazione Aedinosaur, inviò milioni di palloni che trasportavano copie del romanzo in Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia, le cui forze aeree tentarono di abbattere i palloni.
La rivista Time ha scelto Animal Farm come uno dei 100 migliori romanzi in lingua inglese (dal 1923 al 2005);è anche apparso al numero 31 della Modern Library List of Best 20th-Century Novels. Il libro ha vinto un Retrospective Hugo Award nel 1996 ed è incluso nella selezione Great Books of the Western World
La trama si svolge nella fattoria padronale di Coltivatore Jones, un fattore costantemente ubriaco che, spesso e volentieri, maltratta i propri animali. Una sera gli animali, stanchi di essere sfruttati dal loro padrone, indicono una riunione in cui a prendere voce è un anziano maiale di dodici anni, Vecchio Maggiore, ammirato e stimato da tutti. Dopo aver raccontato agli altri animali della fattoria il suo sogno, in cui tutti venivano liberati dalla schiavitù dell’uomo, Vecchio Maggiore si lancia in un appassionato discorso, in cui esorta gli altri animali ad unirsi tra di loro e ribellarsi all’umano oppressore in modo che, in un futuro prossimo, possano essere liberi. Il Vecchio Maggiore muore improvvisamente 3 notti dopo, senza poter cogliere i frutti del proprio discorso.
Il Time ha designato il libro come uno dei cento migliori romanzi in lingua inglese (1923-2005); venne inoltre inserito nella Modern Library List of Best 20th-Century Novels. Vinse anche un Retro Hugo nel 1996 ed è incluso nella selezione dei Grandi Libri del Mondo Occidentale.
In Italia La Fattoria degli animali fu pubblicato due anni dopo, nel 1947
Immagine d’apertura: copertina del romanzo La Fattoria degli animali
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