855px etienne carjat portrait of charles baudelaire circa 1862

Morte di Baudelaire

Il 31 agosto 1867 a Parigi muore il poeta e scrittore Charles Baudelaire, autore della celebre raccolta di poesie “I fiori del male“.

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La prima edizione de I fiori del male, con le note di Baudelaire

Charles nacque a Parigi, in Francia, il 9 aprile 1821il padre Joseph-François Baudelaire ex sacerdote e capo degli uffici amministrativi del Senato, mentre la madre era la ventisettenne Caroline Archimbaut-Dufays, sposata da Joseph-François dopo la perdita della prima moglie. All’età di sei anni Baudelaire restò orfano del padre, allora sessantenne, il quale fu sepolto nel cimitero di Montparnasse. Caroline, rimasta vedova, riversò sul figlio tutta la sua ricchezza affettiva, ma l’anno successivo decise di sposarsi con Jacques Aupick, un tenente colonnello che, a causa della sua freddezza e rigidità, si guadagnò ben presto l’odio del giovane Charles, in età adolescenziale. Nel 1833 Charles entrò nel Collegio reale di Lione, città dove si trasferì la famiglia a causa del lavoro del patrigno. Al gennaio 1836 risale il ritorno a Parigi, dove Aupick ricevette una promozione a colonnello; all’età di 14 anni Baudelaire iniziò a frequentare il collegio Louis-le Grand, con risultati altalenanti. Finito il liceo, il giovane si mostrò indeciso sul proprio futuro e insofferente alle scelte che Aupick aveva in mente per lui; si appassionò però alla carriera letteraria, che lo portò a conoscere artisti e scrittori dediti ad uno stile di vita bohémien, che lo spinse per altro ad accumulare debiti. Nonostante non avesse pubblicato ancora nessuna opera, già nel 1843 Baudelaire era conosciuto nei circoli letterari Parigini come un dandy dedito a spese e lussi che spesso non poteva neppure permettersi, circondandosi di opere d’arte e libri; i generosi dispendi economici del suo tenore di vita intaccarono rapidamente la metà del patrimonio paterno costringendo la madre, dietro consiglio del patrigno, ad interdire il giovane e affidare il suo patrimonio ad un notaio. La vita di Baudelaire nei primi anni della seconda metà dell’Ottocento continuò nelle medesime condizioni di precarietà provate nei periodi passati, tra alloggi momentanei, debiti pressanti, lavori altalenanti e una salute cagionevole. Nel 1866 a Namur (Belgio), mentre stava visitando la chiesa di Saint-Loup, venne colpito da ictus, con emiplegia e afasia e rimase paralizzato nel lato destro del corpo; riportato a Parigi dalla madre, con la sifilide arrivata ormai all’ultimo stadio, nella casa di cura del dottor Duval cercò sollievo dalla paralisi progressiva nelle droghe e nell’alcol, ma nel 1867, dopo una straziante agonia e aver ricevuto l’estrema unzione dalla Chiesa cattolica, Charles Baudelaire morì tra le braccia della madre, a soli 46 anni, per un nuovo ictus con emorragia cerebrale.

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Cenotafio a Baudelaire, Cimitero di Montparnasse

L’opus magnum di Baudelaire furono la raccolta “I fiori del male” (Les Fleurs du Mal) (1855, prima edizione con solo 18 poesie): il titolo di quest’opera riassume a pieno l’idea di bellezza propria del poeta francese. Il male, come il bene, ha i suoi fiori, le sue bellezze. Il male risulta però più attraente e più accattivante. Quest’opera evoca il “viaggio” immaginario, tipico della concezione di vita di Baudelaire. Si parte infatti dall’angoscia di vivere (Spleen), al quale si contrappone da una parte un ideale divino (Idéal), fatto di corrispondenze naturali, d’amore e bellezza, al quale si può arrivare solo tramite la bellezza ideale. Dall’altra parte abbiamo poi la morte, altra fonte di salvezza. Ci arriviamo attraverso il male, la ribellione contro tutto ciò che ci circonda, ma soprattutto contro Dio, con l’utilizzo di droghe (hashish e tabacco assieme) e alcol, che rappresentano il tentativo del poeta di trovare rifugio, scoprendo però che sono capaci di donare solo una breve illusione di libertà (Enivrèz Vous – “Ubriacatevi. Di vino, di poesia, di libertà, di ciò che volete, ma ubriacatevi“, scrive nello Spleen di Parigi, la successiva breve raccolta di prose che segue i Fleurs)

Il personaggio “Charles Baudelaire” ha alimentato il mito del bohémien e del flâneur, lo studente povero o presunto tale, ribelle e amante dei piaceri notturni, dell’assenzio e delle novità in fatto di costumi e di arte. Generazioni di studenti e di poeti si sono ispirati al poeta parigino. Figura in parte contrapposta, in parte collocata al fianco del dandy e dell’esteta, Baudelaire incarna quella visione di gioventù romantica dedita all’eccesso e alla poesia, un po’ cupa e ribellistica. La sua poesia, incentrata sulla perfezione musicale dello stile (egli stesso lo definì “matematico”), aprì la strada al simbolismo e allo sperimentalismo, che avranno forti ripercussioni nella poesia del Novecento. Oggi è considerato uno dei più grandi poeti di tutti i tempi.

Immagine d’apertura: Baudelaire in una foto del 1862

Bibliografia e fonti varie

  • (FR) Paul BourgetCharles Baudelaire, in Essais de psychologie contemporaine, 1ª ed., Parigi, Alphonse Lemerre Éditeur, 1883.
  • Marie-Christine Natta, Baudelaire, Parigi, Perrin Biographie, Place des éditeurs, 2017.
  • Luigi de NardisLaboratorio baudelariano, in L’usignolo e il fantasma. Saggi francesi sulla civiltà letteraria dell’Ottocento, Milano-Varese, Istituto Editoriale Cisalpino, 1970.
  • Giovanni MacchiaBaudelaire, Milano, Rizzoli, 1975.
  • Joanna Richardson, Baudelaire, New York, St. Martin’s Press, 1994, ISBN 0312114761.
  • Michela Landi, Il mare e la cattedrale. Il pensiero musicale nel discorso di Baudelaire, Verlaine, Mallarmé, Pisa, Edizioni ETS, 2001, ISBN 9788846705211.
  • Giovanni Cacciavillani, Questo libro atroce. Commenti ai Fiori del Male, Napoli, Liguori Editore, 2005, ISBN 9788820738358.
  • Paul BourgetCharles Baudelaire, in Francesca Manno (a cura di), Décadence. Saggi di psicologia contemporanea [Essais de psychologie contemporaine], introduzione di Giuliano Campioni, Torino, Aragno, 2007 [1883], ISBN 9788884193414.
  • Giuseppe GrassoRileggere Baudelaire, introduzione di Paolo Pinto, Lugano, Carpena Edizioni-Lumières Internationales, 2009, ISBN 9788860670205.
  • Massimo ColesantiFiori d’Arte dall’abisso. Saggi, letture, note su Baudelaire, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2017, ISBN 9788893591164.

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