“L’avvio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è un fatto grave e preoccupante: di
fronte alla violenza della guerra è ancora più necessario mobilitarci per chiedere la fine delle
ostilità e, attraverso il dialogo tra le parti, giungere ad una pace duratura” spiegano i
sottoscrittori dell’appello in una nota.
“A Prato, come sta accadendo in molte città italiane, è importante muoversi in rete e
costruire iniziative unitarie in difesa della pace, contro il riarmo e per la composizione
negoziale di tutte le tensioni presenti in Ucraina. Ecco perché Sabato 26 alle ore 16.30
parteciperemo al presidio in piazza del Comune, e invitiamo tutti e tutte a presenziare e, sin
da subito, ad esporre le bandiere della pace alle proprie finestre. É solo l’inizio di un
impegno che dovrà essere costante e vederci uniti e unite nel tenere alta l’attenzione per la
causa della pace
Anpi Prato, Arci Prato, Aned Prato, Cgil Prato, Cisl Prato, Coordinamento Prato per la Pace, La Piazza degli
Studenti, Porrajmos Prato, Intersezioni Prato, Left Lab Prato, Arci Servizio civile, Aias Prato, Slow Food
Prato, Libera Prato, Movimento Federalista Europeo Prato, Associazione Renato Chiodaroli, Associazione Il
Granello, SPI Prato, Polisportiva Aurora, Pangea, Fondazione CDSE, Cooperativa Sociale Alice, Comitato
Gay Lesbiche Bisessuali Trans + Prato, Museo della Deportazione, Pane e Rose Prato, Cooperativa Sociale
Eccoci, Arcigay Prato L’Asterisc*, Legambiente Prato, Associazione Senegalesi di Prato, Auser Vaiano La
Sartoria Aps, Acli Prato, Libertà e Giustizia Prato, Articolo 1 Prato, Sinistra Italiana Prato, Partito
Democratico Prato, Giovani Democraticə Prato, Sinistra Unita Val di Bisenzio, Movimento 5 Stelle Prato,
Possibile Prato, Sinistra per Montemurlo, Rifondazione Comunista Prato, Radicali Prato, Conferenza Donne
Democratiche Prato
Appello per la pace
“Esprimiamo profonda preoccupazione per l’inizio del conflitto in Ucraina, e condanniamo con forza
ogni iniziativa che possa minare la pace e la stabilità in Europa.
Affermiamo con forza la nostra contrarietà a qualsiasi guerra e a qualunque forma di
partecipazione italiana ed europea all’intensificarsi delle tensioni e delle conflittualità. La vita, il
benessere e la sicurezza di milioni di persone sono concretamente messe a rischio
dall’escalation alla quale stiamo assistendo.
Tornare a mobilitarsi per la pace è il primo, più urgente e importante dovere nostro e di tutti e tutte
coloro che sanno a quali orrori porta una guerra. Quarant’anni fa, nel pieno della guerra fredda
malauguratamente seguita alla catastrofe della seconda guerra mondiale, è cresciuto in Europa un
grande movimento pacifista, il primo movimento veramente europeo, mobilitato contro
l’installazione dei missili nucleari in tutto il continente.
La guerra non è scoppiata allora, ma purtroppo non è stata sconfitta la cultura bellicista che oggi
ce ne ripropone la minaccia, per la quale i conflitti si affrontano con le armi e i patti devono essere
stretti fra quelli dello stesso campo, anziché, come sarebbe giusto, con le altre parti, al fine di
impedire il devastante ricorso alle armi.
Il silenzio delle Nazioni Unite e l’incapacità oggi dell’Ue di svolgere un ruolo di mediatore affidabile
e autorevole, trattandosi di una crisi alle porte dell’Europa, sono segnali preoccupanti. Occorre un
intervento deciso delle istituzioni europee affinché si definisca un quadro negoziale che consenta
di giungere a un’intesa globale sulla sicurezza in Europa. Il governo italiano e l’Unione europea
devono ribadire il rifiuto di ogni tipo di intervento militare, rilanciando le trattative sulla riduzione
degli armamenti a partire dal trattato INF sulle forze nucleari a medio raggio, promuovendo un
clima di distensione e cooperazione. Il nostro paese ha inoltre un inviolabile obbligo costituzionale;
l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo risolutore
delle controversie internazionali.
Il pilastro di una vera politica di sicurezza dell’Europa unita si radica nella sua capacità di proporsi
come messaggera di amicizia fra i popoli. Le alleanze politiche e militari non possono perciò
mettere in ombra l’autonomia delle scelte dell’Unione Europea. Estendere il vecchio blocco
atlantico sempre più verso oriente, ricostruendo una cortina di ferro ai confini della Russia, e
riconoscere unilateralmente le repubbliche del Donbass, sono atti che non aiutano a trovare una
soluzione pacifica e un accordo che possano fermare stabilmente il conflitto.
Anche a Prato, come sta accadendo in molte città italiane, invitiamo a partecipare e a costruire
iniziative unitarie in difesa della Pace, contro il riarmo e per la composizione negoziale di tutte le
tensioni presenti in Ucraina.”