Il medico era stato ferreo. Almeno un’ora ogni sera, anziché passare da un libro a un altro libro. Il professore era scettico. Gli era sempre sembrato che quello strumento fosse una perdita di tempo. Comunque, strisciò fino alla sua poltrona preferita, s’arrampicò sopra e accese il televisore.
Telegiornale. Solite proteste. Ai giovani lumaconi, in quel periodo, non andava bene nulla del mondo che i grandi, come il professore, avevano faticosamente costruito negli anni. Gli pareva di ricordare che, anche quando era stato giovane lui, fosse successo qualcosa del genere. Proteste. Rivolte. Stili di vita alternativi. Poi, però, tutto rientrava, e tutto tornava sempre uguale. Come era sempre stato.
Film. Una storia d’amore fra due lumaconi d’aspetto particolarmente avvenente era ritardata da una serie d’ostacoli inventati ad arte. Ma, inevitabile, arrivava il lieto fine, in un tripudio di musica sentimentale e baci bavosi. Anche i film erano sempre gli stessi.
Sport. Il professore dovette ammettere a sé stesso che questo spettacolo era più interessante. Lumaconi che, tramite il proprio allenamento, avevano portato all’estremo le possibilità della propria natura, si sfidavano per migliorare il record di velocità sui cento metri piani. Quello precedente era di un’ora, dieci minuti e quindi secondi. Il telecronista, nel suo concitato resoconto, spiegava che quel giorno si sperava di arrivare sotto i dieci minuti. Gli atleti strisciavano, lentamente, verso il traguardo.
Un bip del suo orologio da tasca lo avvisò che, sempre per motivi di salute, doveva compiere la sua strisciata quotidiana, di solito un tranquillo giro del suo villino di periferia.
Fuori c’era un freddo gelido. Nessuna novità. Il tempo, su quel pianeta a noi alieno, era sempre stato così, e sarebbe stato così sempre, nonostante quello che annunciava qualche sciocco superstizioso. Nelle cronache dei secoli precedenti, che il professore conosceva a menadito (era il suo compito) non s’era mai parlato di “cambiamento climatico.” Un’altra moda. Una superstizione dei tempi. Il professore conosceva il passato e, perciò, era convinto di conoscere anche il futuro.
Domenico Santoro
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