La vicepresidente della Giunta è stata sentita dalla commissione presieduta da Marco Niccolai (Pd). Presto un bando per 2milioni stanziati dalla Regione, in arrivo 6,7milioni dal fondo nazionale”. Le tre nuove aree candidate
di Sandro Bartoli, 21 luglio 2022
Firenze – La commissione per il sostegno, la valorizzazione e la promozione delle aree interne della Toscana, presieduta da Marco Niccolai (Pd) ha tenuto lunedì 18 luglio un’audizione della vicepresidente della Giunta regionale, Stefania Saccardi, in meritoalle linee di indirizzo e ripartizione del fondo della montagna 2022 e per un aggiornamento sul confronto con il Governo sulle aree Snai (Strategia nazionale aree interne).
“Oltre ai 2milioni di euro stanziati dalla Regione, sono in arrivo 6,7milioni del fondo statale sviluppo montagna”, riepiloga la vicepresidente. “Un bando di imminente uscita, le cui linee guida sono state condivise con Anci Toscana, assegnerà intanto i due milioni regionali: sarà rivolto alle Unioni dei Comuni con almeno il 30 per cento del territorio montano (un milione e 400mila euro) e ai Comuni montani che non fanno parte delle Unioni (complessivi 600mila euro). Permetterà la copertura di circa il 90 per cento dei costi dei progetti”. Gli importi massimi per i singoli progetti “saranno 400mila euro per le Unioni e 200mila per i Comuni. Le possibilità sono le più vaste: strade, servizi sociosanitari, interventi di qualsiasi genere che rientrino negli obiettivi. Il termine per la presentazione delle domande sarà il 30 settembre”. I 6milioni e 709mila euro del fondo statale per lo sviluppo montagna “saranno recepiti nel bilancio della Regione e potrebbero essere utilizzati per scorrere graduatorie o per altri tipi di bandi”. Per una parte di queste risorse, si ragiona su un’ipotesi simile a quanto fatto dall’Emilia-Romagna, “un contributo a chi decide di stabilirsi in zone montane. Sono risorse vincolate a spese d’investimento, Anci si è mostrata disponibile, si potrebbe fare. Nel complesso – osserva –, si arriva a quasi nove milioni di euro, una quantità di risorse che non avevamo mai visto sulle politiche della montagna”.
Sulle aree interne, Stefania Saccardi richiama la delibera del 13 giugno scorso, con la quale la Giunta “dà una serie di indirizzi, per proseguire le strategie del periodo 2014-20 anche nel ciclo ’21-27 riguardo alle tre zone già riconosciute (Unione dei Comuni montani del Casentino e Unione dei Comuni della Valtiberina; l’area che ha come capofila l’Unione dei Comuni della Garfagnana e che comprende Lunigiana, Mediavalle del Serchio e Montagna Pistoiese; l’area che ha come capofila l’Unione dei Comuni Valdarno e Valdisieve e che comprende anche Mugello e Valdibisenzio). Si tratta di aree della Toscana distanti dai grandi centri di urbanizzazione, dove si conduce la realizzazione di progetti territoriali tesi a sviluppare le potenzialità interne secondo la strategia nazionale, per invertire e migliorare le tendenze demografiche in atto in queste aree. Al centro di questa strategia, sanità, istruzione e mobilità. Per queste aree, inoltre, “il Governo renderà disponibile un milione e 600mila euro a sostegno di politiche antincendio boschivo”.
La Toscana ha presentato la candidature di altre tre nuove aree Snai: “Zona Amiata Val d’Orcia, Amiata grossetana e colline del Fiora; alta Valdera, alta Val di Cecina, colline metallifere e Val di Merse; Val di Chiana senese. “Il presidente Giani ha scritto una lettera per ottenere l’accoglimento di tutte e tre le candidature”. Il riconoscimento “è fondamentale, perché al di là dei finanziamenti statali permetterà l’inserimento di quelle aree nel programma Fesr, che ha risorse allocate per quasi cento milioni di euro, e consentirà di accedere a questi fondi europei”.
Nel nuovo disegno del Governo, qualche Comune è stato intanto eliminato dalla vecchia classificazione delle aree interne: “Siamo intervenuti per cercare di farlo modificare, nella previsione iniziale sarebbero usciti circa cinquanta Comuni toscani”. Attualmente, “nell’area Lunigiana-Garfagnana media valle e Appennino Pistoiese escono dall’attuazione della SNAI Aulla e Marliana; nell’area Valdarno, Val di Sieve escono Pontassieve, Pelago, Rignano, Carmignano e Reggello. Escono solo per le strategie future, le progettazioni già approvate rimangono, e l’esclusione riguarda solo la Snai, non altri finanziamenti europei e dunque l’incidenza sarà francamente minima”, spiega la vicepresidente.
Il presidente Niccolai accoglie con soddisfazione “le tre nuove candidature per aree Snai, che recupera i territori rimasti esclusi nella programmazione 2014-20”. La consigliera Elena Rosignoli (Pd), espressione della Val di Chiana senese, ritiene che “sarebbe un bel traguardo recuperare le tre nuove aree al finanziamento Snai” e ipotizza “la possibilità di rifinanziare con una parte dei 6,7milioni del fondo statale la legge regionale sulla montagna varata dal Consiglio regionale che prevede agevolazioni contributive per le assunzioni o per chi decide di restare e aprire un’attività in montagna”.
“Credo anch’io che siamo in un momento molto particolare rispetto alle politiche per la montagna e queste opportunità importanti che si palesano ci impegnano a responsabilità maggiori, all’attenzione per le modalità con cui queste risorse si calano sui territori”, dice il consigliere Mario Puppa (Pd). “Si cerchi di semplificare al massimo le modalità e le metodologie, di supportare al massimo i Comuni, diffondendo le buone pratiche. Ben vengano gli incentivi per arginare lo spopolamento, concentriamoci sulla rivitalizzazione dei centri storici”.
“Mi piace il contributo, che potrebbe essere di 30mila euro come in Emilia-Romagna, per restare o andare ad abitare in montagna. Come gruppo avevamo proposto qualcosa di simile. Potrebbe essere di stimolo anche per le coppie”, dichiara la vicepresidente Luciana Bartolini (Lega). “Vorrei capire inoltre per quale ragione sia stata esclusa Marliana dal nuovo disegno nazionale. Sulla progettazione, dovremmo formare esperti che possano dare una mano ai piccoli Comuni sui bandi”.
“Il fatto che il Governo abbia messo così tante risorse rispetto al Fondo per la Montagna è una cosa storica, mai successa prima, e un finanziamento analogo, se non superiore, è previsto per il 2023, a conferma che c’è un’attenzione straordinaria sulla montagna”, conclude il presidente Marco Niccolai. “Rispetto alla governance, è opportuno valutare il ruolo dei Gal (Gruppi di azione locale, ndr), che potrebbero dare la possibilità di mettere a valore soggetti privati”.