L’evento, organizzato dal Gruppo Movimento 5 Stelle, si è svolto nell’Auditorium del Palazzo del Pegaso di Firenze. Il Presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo ha aperto i lavori portando i saluti dell’istituzione. Tra i relatori, oltre a Irene Galletti che ha moderato l’evento, il segretario della CGIL Toscana Maurizio Brotini, il docente universitario di Storia contemporanea Alessandro Volpi, la portavoce del Forum toscano dei movimenti per l’acqua Rossella Michelotti, il membro del direttivo regionale di Sinistra Civica Ecologista Giacomo Trentanovi e il segretario della Federazione di Sinistra Italiana Firenze Ivan Moscardi.
Obiettivo dell’evento, sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza del tema dei Servizi Pubblici Locali e della loro corretta gestione. Al centro del dibattito, il progetto della Multiutility, che prevede la creazione di una gestione unitaria dei principali servizi erogati ai comuni della Toscana centrale attraverso l’incorporazione in Alia delle partecipazioni di altre società operative in settori di pubblica utilità che si occupano di rifiuti, acqua, energia e gas.
Parlando del progetto Multiutility la Presidente M5S Irene Galletti ha posto l’accento sul “rischio di esporre ai mercati uno dei beni pubblici per eccellenza, cioè l’acqua quella risorsa essenziale per la vita che nel 2011 l’esito del referendum ha deciso che dovesse tornare nella gestione esclusiva del pubblico. La poca informazione che c’è stata sul tema – prosegue Galletti – ci ha spinto ad approfondire con esperti del mondo sindacale, universitario, politico e delle associazioni, per condividere insieme le criticità rilevate e che vogliamo portare alla luce affinchè ci sia nei Consigli comunali un voto consapevole verso la direzione che si sta prendendo con l’operazione della Multiutility.”
Maurizio Brotini, segretario della CGIL Toscana, sottolinea come “La quotazione in borsa segna l’alfa e l’omega di tutta l’operazione. Alla politica proponente ed alle aziende abbiamo detto: volete fare un processo di aggregazione? Discutiamone laicamente – chiarisce il segretario – di tutto si può discutere tranne dell’operazione che porta alla quotazione in borsa.” La proposta del segretario è quella di “Valutare strumenti diversi rispetto alla quotazione in borsa per reperire risorse, come ad esempio l’emissione di bond e di obbligazioni, che possono emettere anche Srl collegate all’azienda.”
Rossella Michelotti, portavoce del Forum toscano dei movimenti per l’acqua, nel corso dell’evento ha contestato l’affermazione per cui, secondo alcuni politici a favore del progetto, “la Multiutility servirà a fare gli investimenti e a calmierare i prezzi”. Secondo Michelotti “le due cose sono antitetiche”, chi lo dice “non conosce qual è il sistema tariffario, che è deciso dall’autorità nazionale, oppure prende in giro le persone. L’autorità nazionale – specifica la portavoce – prevede, sia per l’acqua che per i rifiuti, che tutti gli investimenti vengano pagati in fattura. Dopo due anni gli utenti inizieranno a pagare gli ammortamenti di tutti gli investimenti in tariffa.”
Alessandro Volpi, docente universitario di Storia contemporanea, già sindaco di Massa, ha chiarito che “Nel momento in cui si quota una Multiutility in borsa, ciò che determina il valore della società è il valore azionario, quindi la vita di quei servizi non dipende più neanche dal mercato in quanto tale, ma dipende dall’andamento finanziario del titolo.” Nello specifico “Se il titolo finanziario non deve crollare bisognerà fare tutto ciò che è necessario per evitare che crolli” intendendo che “gli investimenti potrebbero venire ridotti e le tariffe aumentate, se serve per rassicurare gli investitori finanziari” nonostante l’interesse per gli utenti finali che accedono a quei servizi possa essere un altro.
“Sinistra Italiana è da sempre per la gestione pubblica dei servizi locali – chiarisce Ivan Moscardi, segretario della Federazione Sinistra Italiana Firenze – e contestiamo l’operazione della Multiutility per più ragioni. Riteniamo che i servizi pubblici locali debbano essere erogati ai cittadini come dice la normativa vigente. In base a questo – chiarisce – una gestione che avviene attraverso la forma di una società di capitali, che vende i propri servizi e che ha l’obbligo di fare utili, disperde il valore di un vero servizio pubblico e trasforma il cittadino da utente a cliente.”
“Sul referendum del 2011” spiega Giacomo Trentanovi, del direttivo regionale di Sinistra Civica Ecologista “le forze che stanno a sinistra si schierarono in maniera compatta sulla ripubblicizzazione dell’acqua e anche sui meccanismi di calcolo delle tariffe, che sarebbe una delle questioni da rivedere a livello nazionale.” Per l’esponente di SCE la quotazione in borsa di questo bene comune e degli altri servizi pubblici locali “cambia lo scenario, sposta il ragionamento da un ambito di gestione su uno di finanziarizzazione, che segue tutt’altre logiche” rispetto agli interessi dei cittadini e “che crea delle difficoltà ai sindaci, anche quelli delle città medie e grandi, nell‘imporre gli interessi dei territori alla Multiutility e alla Borsa.” E conclude ricordando che anche se “le votazioni nei consigli comunali ci sono