astrid page 0001

Astrid (La vigilia di Natale)

E si deve soltanto essere abbastanza silenziosi e soli e pazienti

per accogliere in sé la grazia di una tale ora,

che in molti non penetra perché

in loro c’è tanto rumore e niente ordine”

(da Lettere di Natale alla madre di R. M. Rilke)

«Quel taglio di capelli non ti sta bene, devi cambiare la parrucchiera» disse Giuseppe, nel fracasso delle pentole spostate per cercare quella grande, in ghisa, che usava poche volte l’anno. Lei non rispose. Non era colpa della parrucchiera, ma della malattia, se quel che le restava dei capelli faceva schifo. Lo guardò con tenerezza, stavano insieme da quarantacinque anni.

Puntò le braccia per alzarsi e fece i pochi passi verso la poltrona accanto alla libreria, dove ricrollò il suo corpo di piuma ormai pesantissimo. Fuori, una nebbia rada rendeva indefiniti i contorni delle piante e come coperte di zucchero le palline rosse del vischio. Chiese a Giuseppe un libro dello scaffale più alto, lui glielo passò, Astrid vi pose un rapido sguardo, senza aprirlo, appoggiò la testa allo schienale e chiuse gli occhi. Sul frontespizio c’erano poche parole, in una grafia limpida, che la riportavano a un tempo lontano, quando suo marito era giovane e irrequieto; risentiva il chiasso dei pomeriggi in cui amici o clienti riempivano la casa e lui risplendeva di una gioia che scemava man mano le persone se ne andavano.

Luisa Parrelli

Continua a leggere su eccocistore.it a questo link, dove potrai anche votare il racconto.

Please follow and like us: