Una soluzione romantica dovuta al completo scollamento della realtà di chi da troppi anni vive nei palazzi.
La Commissione Aree Interne della Regione Toscana ha partorito una proposta di risoluzione per il contenimento del caro energia nelle aree interne e montane che, oltre a chiedere al governo di attivarsi per un tetto europeo al prezzo del gas (cosa di cui ci aggiornano quotidianamente tutti i telegiornali), individua fra le varie soluzioni un oscuro passaggio che riportiamo:
“Si sostenga nel quadro della strategia forestale nazionale e della strategia per lo sviluppo sostenibile la promozione di interventi volti alla decarbonizzazione delle aree rurali e montane, anche dando impulso a nuove filiere forestali e al lavoro sistemico dei Comuni nel quadro delle citate Green Communities”.
La discussione in aula ha poi chiarito, se ce ne fosse stato bisogno, la posizione sia della maggioranza che del centro-destra, che si rifanno ad una visione ottocentesca della gestione delle foreste quando non esistevano le emergenze climatiche né il consumo di suolo attuali.
Taluni si sono sentiti addirittura offesi dalle mie affermazioni quando ho sottolineato l’importanza di aumentare i controlli sulle ditte che fanno affari con la legna da ardere anziché dimezzarne l’IVA.
Per far fronte al caro energia bisogna investire sulle energie rinnovabili alternative, tagliare semplicemente i boschi è una soluzione semplicistica e dannosa, perché per far ricrescere gli alberi servono tempi biologici molto lunghi che non compensano il bilancio negativo della loro mancanza nell’immagazzinaggio della C02, principale responsabile del surriscaldamento terrestre.
Tutti partono dalle loro esperienze personali di mancati boscaioli, a cui hanno supplito con importanti lauree in giurisprudenza o scienze politiche, per affermare, senza metodo scientifico come salvaguardare la biodiversità tagliando gli alberi di alto fusto.
Se la materia non fosse di primaria importanza sarebbe difficile trattenere le risa.
Il M5S è stata come al solito, l’unica forza politica in consiglio regionale che ha votato contro.