Sculture tardo barocche del Museo Ginori in esposizione a Palazzo Marucelli-Fenzi
IL 27 e il 29 dicembre su prenotazione
Palazzo Marucelli-Fenzi via San Gallo, 10 – Firenze
Oggi e il 29 dicembre aperture straordinarie della Mostra “Arti in dialogo. Echi tardo barocchi nelle sculture del Museo Ginori” inaugurata nelle magnifiche sale di Palazzo Marucelli-Fenzi (via San Gallo, 10 – Firenze), attualmente sede del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS) dell’Università degli Studi di Firenze.
Organizzata dal Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS) dell’Università degli Studi di Firenze insieme al Museo Ginori, la mostra è stata realizzata in collaborazione con la DirezioneregionalemuseidellaToscanae l’OpificiodellePietreDuree con il sostegno dell’associazione Amici di Doccia l’esposizione, chiusa per il periodo Natalizio, riaprirà il 9 gennaio fino al 17 febbraio.
La mostra, mette a confronto la teatralità dei dipinti settecenteschi di SebastianoRiccie degli stucchi di GiovanniBaratta, che decorano le sale dell’Etàdell’oroe della Giovinezza al bivio, con le sculture realizzate o acquisite nel SetDIALOGO
tecento dalla Manifattura Ginori grazie all’attività di collezionismo “ad uso della fabbrica” del suo fondatore, Carlo Ginori, che rendeva omaggio alla grande tradizione del tardo barocco fiorentino traducendo in porcellana le composizioni degli scultori Giovan Battista Foggini, Massimiliano Soldani Benzi, Giuseppe Piamontini, Antonio Montautie Agostino Cornacchini.
Nelle sale di Palazzo Marucelli-Fenzi, eccezionalmenteapertealpubblicoperl’occasione, una selezione di sculture in porcellana e di modelli in terracotta e in cera del Museo Ginori dialoga in modo del tutto nuovo con le decorazioni realizzate da Ricci e Baratta tra il 1705 e il 1706.
Particolarmente interessante e suggestivo è l’accostamento degli stucchi di Baratta con tre calchi in cera che riproducono altrettante opere dello stesso scultore. Realizzati dalla Manifattura Ginori negli Anni Quaranta del Settecento e qui riuniti per la prima volta dal 1965, i calchi appartengono al Museo Ginori (Euridicee Allegoria della Prudenza) e al Museo Nazionale del Bargello (Allegoria della Ricchezza).
L’accesso all’esposizione è possibile solosuprenotazione(all’indirizzo e-mail mostra.fenzi@gmail.com) nei giorni di martedì, giovedì e venerdì, con visite guidate gratuite per gruppi di massimo 10 persone, della durata di 45 minuti.
La mostra sarà chiusa dal 23 dicembre all’8 gennaio, a eccezione dei giorni 27 e 29 dicembre, durante i quali sarà possibile visitarla dalle 10 alle 13.
“La cosa più felice di questa occasione – ha dichiarato Tomaso Montanari, Presidente della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia – è che due luoghi d’arte solitamente inaccessibili alla maggioranza dei cittadini di Firenze e del mondo (ovvero le stanze di Palazzo Marucelli-Fenzi, straordinarie per le pitture di Sebastiano Ricci e per gli stucchi di Baratta, e il Museo Ginori, chiuso in attesa di ristrutturazione) tornano visibili intrecciandosi e raccontando, attraverso ciò che è ormai musealizzato, il contesto più largo di ciò che invece è ancora vivo e innestato in un palazzo frequentato ogni giorno da tantissime ragazze e ragazzi che qui studiano. È un segno di vitalità ed è anche una promessa per il futuro di una collaborazione stretta tra l’Università e il Museo, che hanno in comune un’unica missione, quella della ricerca, della produzione di conoscenza e della sua redistribuzione. Sono molto grato alla collega rettrice Alessandra Petrucci e al direttore del Dipartimento SAGAS Paolo Liverani, a Cristiano Giometti e a tutti i colleghi storici dell’arte dell’Università di Firenze”.STEFANO CASCIU
CRISTIANO GIOMETTI
“La mostra Artiindialogo– ha dichiarato CristianoGiometti– è per il dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze un’importante occasione che segna l’inizio della collaborazione con il Museo Ginori e offre la possibilità di aprire al pubblico le stanze monumentali di Palazzo Marucelli-Fenzi che ospitano il magnifico ciclo decorativo di Sebastiano Ricci e Giovanni Baratta. L’auspicio è quello di poter iniziare un percorso di tutela e valorizzazione di queste sale, capolavori dell’arte tardo barocca europea”.
“L’occasione di vedere terracotte, cere e porcellane del Museo Ginori esposte e in colloquio con i bellissimi e sconosciuti ambienti settecenteschi di Palazzo Marucelli-Fenzi – ha dichiarato Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana – è imperdibile sia per ammirare la qualità e la bellezza delle opere acquistate o realizzate dalla Manifattura Ginori per volontà del Fondatore, il marchese Carlo Ginori, sia per scoprire uno dei contesti rococò più belli di Firenze, un gioiello che mi auguro possa presto tornare alla più ampia accessibilità del pubblico. Un bel lavoro di squadra tra Fondazione Ginori, Università di Firenze e Direzione regionale musei della Toscana, con ulteriori contributi dell’Opificio delle Pietre Dure e degli Amici di Doccia, nella comune volontà di restituire presto a tutti la splendida e ricchissima eredità della Manifattura Richard Ginori, patrimonio culturale nazionale”.