L’aeroporto sembrava enorme e Maiti si sentiva piccolissima benché avesse 11 anni ed era piuttosto alta per la sua età. Stringeva forte tra le braccia un’orsacchiotto di peluche marrone chiaro e teneva salda la mano dell’hostess che l’aveva accompagnata durante il volo da Belfast a Roma.
Nonostante la sua profonda stanchezza e la paura per l’ignoto che l’attendeva, si guardava intorno con occhi curiosi ammirando le scritte in una lingua per lei incomprensibile e ascoltava il suono melodioso delle voci vicine senza catturarne il senso.
Anche l’hostess voltava la testa a destra e a sinistra, ma non con curiosità o ammirazione, bensì scrutava le persone che aspettavano i passeggeri all’uscita della dogana. Ecco, finalmente riuscì a individuare in mezzo alla folla un’uomo il cui cartello tenuto in alto diceva “MAITI O’SULLIVAN” in lettere cubitali. Si diresse verso di lui, salutandolo con un sorriso formale.
“Buonasera, sono l’hostess Jane e questa è Maiti, la figlia di sua cugina Clara.”
“Buonasera, mi chiamo Brian, grazie per averla accompagnata, il viaggio è andato bene?”
“Sì, tutto bene. Allora Maiti, io ti saluto qui. Ricorda, sei una ragazza in gamba.” e con queste parole si allontanò velocemente agitando la mano come un addio.
Jennifer Cortini
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