A Firenze la prima giornata del 14° Congresso Legacoop Toscana, la realtà che rappresenta oltre 2 milioni di soci, lavoratori, consumatori e produttori in 755 cooperative che producono oltre 8 miliardi di fatturato. Nella sua relazione il presidente Roberto Negrini chiede anche “Più controlli per smascherare le false cooperative”
. Un cambiamento negli appalti, contrasto alle false cooperative, una riforma fiscale e previdenziale per le fasce di reddito più deboli, la modifica della legge regionale sulla cooperazione. Sono alcune delle richieste che arrivano dal 14° Congresso di Legacoop Toscana, che si è aperto oggi lunedì 30 gennaio e prosegue fino a domani martedì 31 gennaio a Firenze (Palazzo degli Affari, Piazza Adua 1). Circa 300 i delegati presenti al Congresso, tappa toscana in direzione del 41° Congresso nazionale Legacoop (Roma, 2-4 marzo). Presente a Firenze anche il candidato alla Presidenza nazionale Legacoop Simone Gamberini. Ha portato i suoi saluti il sindaco di Firenze Dario Nardella.
Legacoop Toscana è la realtà che oggi rappresenta oltre 2 milioni di soci, lavoratori, consumatori e produttori in 755 cooperative (distribuite nei settori Consumo, Produzione e Servizi, Welfare, Agroalimentare e Pesca, Culturmedia, Dettaglianti e altro) che producono oltre 8 miliardi di fatturato e occupano più di 38mila lavoratori. OItre 4.200 gli amministratori, il 27% donne, il 12% under 40.
“Nelle cooperative convivono diverse anime, quella imprenditoriale e quella sociale – ha detto nella sua relazione il presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini -. Siamo fatti di numeri e parole. Le parole sono il rapporto con i soci e con il territorio, i numeri sono la solidità dell’impresa, i suoi fondamentali economici, finanziari e patrimoniali e negli ultimi 15 anni le cooperative si sono spesso concentrate su come far tornare i conti e ripristinare questi tre fondamentali. Ma i numeri, da soli, non generano lo sviluppo e la solidità della cooperativa. Senza le parole, ovvero il rapporto con i soci, il vivere un interesse e un pensiero più alto non si possono creare le premesse per il rafforzamento del nostro mondo”.
Per quanto riguarda gli appalti, “La riduzione continua del valore delle assegnazioni e dei salari dei soci negli ultimi 10 anni ha minato la possibilità di un miglioramento delle condizioni economiche e sociali del lavoro – ha detto Negrini -. Se gli appalti in molti settori sono costituiti per il 90% dal costo del lavoro, quando le amministrazioni ‘risparmiano’, è bene sapere che lo fanno sulla pelle dei lavoratori. L’inflazione si stabilizzerà su tassi ben superiori ai precedenti, è necessario mettere un limite invalicabile: nel corso del tempo un servizio, qualsiasi modalità si scelga per la sua assegnazione, non può diminuire il proprio valore reale, che dovrà essere adeguato secondo l’inflazione e aumenti contrattuali, rispetto all’assegnazione precedente. Solo così si potrà competere veramente sulla qualità del servizio e non più sul ribasso dei costi. Una battaglia per appalti più giusti non può vedere il sindacato contro le cooperative, ma le cooperative assieme al sindacato a rivendicare condizioni più eque di aggiudicazione da parte degli Enti pubblici”.
Secondo Negrini a causa della riduzione dei salari si sta verificandoun “impoverimento dei lavoratori continuo e graduale” e la conseguenza è la scomparsa del ceto medio: “Come possiamo pretendere che chi va a fare la spesa tenga a cuore le produzioni e l’economia del territorio se non può permetterselo? Abbiamo costruito negli anni un sistema basato sul ceto medio: se questo viene meno, viene meno il sistema intero”.
Altro tema chiave è quello della lotta alle false cooperative. “Occorre una seria politica di contrasto alle imprese irregolari, che inquinano i mercati di riferimento delle nostre associate – ha aggiunto Negrini – Il nostro movimento è composto da vere cooperative che rispettano le regole e rispondono ai loro scopi statutari, e che si trovano a combattere ad armi impari contro attori spregiudicati. Chiediamo di aumentare i controlli da parte delle autorità competenti per smascherare la cooperazione spuria e le società di comodo”.
Il presidente di Legacoop Toscana chiede anche che sia varata da parte del Parlamento una riforma fiscale e previdenziale per le fasce di reddito più deboli. “I provvedimenti sin qui varati non sono sufficienti a invertire la tendenza all’impoverimento dei lavoratori – ha detto il presidente di Legacoop Toscana -. Le dimissioni di massa dei lavoratori dipendenti degli ultimi anni segnano un effetto scoraggiamento che va fermato. Un Paese che vive sulla rendita e non sul lavoro ha già ipotecato il suo destino: una lenta agonia di cui pagheranno le spese le generazioni più giovani”.
E poi una precisa richiesta alla Regione Toscana: “Modificare la legge regionale sulla cooperazione per un riconoscimento effettivo, dotandola di risorse proprie – afferma Negrini – Abbiamo avviato con la Giunta regionale un buon percorso che prevede la costituzione di un fondo dedicato per la patrimonializzazione delle imprese cooperative, che va in questa direzione, ma non si può considerare sufficiente”.
Infine, secondo Negrini il movimento cooperativo deve anche guardare al proprio interno per recuperare la diffusione di un pensiero cooperativo di lungo periodo, basato sulla centralità del socio: “Se i media definiscono la cooperativa Karibu ‘la cooperativa di proprietà della suocera di Soumahoro’ abbiamo un grandissimo problema. Cooperativa di proprietà di una persona. Per noi è un ossimoro, ma per tanti sembra normale”, ha concluso il presidente di Legacoop Toscana.
“Il Congresso di Legacoop Toscana è una tappa importante verso il 41° Congresso di Legacoop nazionale – sottolinea Simone Gamberini, candidato alla presidenza nazionale Legacoop -. Tra questi due momenti si sviluppa un percorso importante, per la cooperazione così come per tutto il nostro Paese. I nostri valori, l’esperienza delle nostre cooperative nel praticarli, sono ciò di cui abbiamo bisogno per ripartire tutti insieme verso un’economia più inclusiva e sostenibile. Noi cooperatori dobbiamo ritrovare la comune passione e collegarci alle tante forme del neo-mutualismo che, spesso anche in modo informale, cresce nella società. È questo il momento per inventare nuove soluzioni, capaci di mettere ogni giorno i nostri valori a disposizione del Paese, per costruire una nuova economia, capace di far crescere insieme la persona, l’ambiente e la comunità”.
Nella prima giornata di Congresso, spazio a due momenti con l’attrice fiorentina Gaia Nanni. Le Letture cooperative hanno raccontato attraverso alcune brevi pennellate la nascita della cooperativa vitivinicola di Certaldo, le esperienze delle prime cooperative di facchini al mercato fiorentino di Sant’Ambrogio nel dopoguerra e la funzione, anche di emancipazione culturale, storicamente svolta dalle cooperative di consumo (“Sono strani quelli delle cooperative, gente strana. Furono “schiavi” un tempo: poi “servi”: poi “salariati”: si scoprono oggi ad ogni risveglio liberi produttori, compagni di chi ha saputo dirsi “si fa”? E sono partiti nel fare). E poi lo spettacolo Gli ultimi saranno ultimi:un’operaia incinta si ritrova disoccupata alla vigilia del parto. La donna è disperata e la sua reazione è improvvisa: irrompe sul posto di lavoro e prende in ostaggio la responsabile del suo licenziamento (di Massimiliano Bruno, regia di Gianfranco Pedullà, accompagnamento alla chitarra Gabriele Doria).
Il Congresso prosegue domani martedì 31 gennaio. Alle 12 interverrà il presidente di Legacoop Mauro Lusetti. A seguire, la seduta riservata ai delegati che si concluderà con la riunione della Direzione di Legacoop Toscana e l’elezione del Presidente di Legacoop Toscana.