santanna

Il Parlamento degli studenti della Toscana a Sant’Anna di Stazzema

Ad accompagnarli il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo: “Il Parco della Pace è un luogo simbolo della nostra democrazia. Tutti gli studenti toscani vengano in visita qui”

“Il Parco della Pace di Sant’Anna di Stazzema è un luogo simbolo per la nostra democrazia, un sacrario della sofferenza e del martirio inflitti dalla barbarie nazista, ma anche un simbolo di quella resistenza che la gente della Versilia e tutto il popolo italiano seppero trasformare in riscossa civile. Proporrò dunque alle scuole superiori toscane di portare almeno una volta tutti gli studenti qui, perché possano emozionarsi, conoscere quello che è accaduto e fare in modo che non si ripeta mai più”. Così il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo questa mattina, venerdì 3 febbraio, ha parlato ai giovani componenti del Parlamento toscano degli studenti, nel corso della visita per ricordare la terribile strage del 12 agosto 1944, compiuta dai militari delle SS contro la popolazione civile. Mazzeo ha ricordato le figure di Enrico Pieri e Cesira Pardini, sopravvissuti alla strage e recentemente scomparsi, “a cui va il nostro grazie più sincero per aver coltivato con le loro voci la memoria”. “Soprattutto oggi, che le loro voci non ci sono più – ha detto – il nostro compito è di essere, insieme ai giovani delle nostre scuole, amplificatori di memoria”.

Una volontà che la presidente del parlamento degli studenti toscani, Maria Vittoria D’Annunzio, ha condiviso. “Noi oggi ci impegniamo a ricordare quello che è stato – ha detto -. Abbiamo la fortuna di poter ascoltare la voce di Adele Pardini, una delle ultime sopravvissute alla strage. Essere qui è un forte richiamo alla conoscenza storica di fatti tragici che portarono via la vita a tantissimi ragazzi della nostra età, ma anche a tanti bambini”. Le ha fatto eco Martina Lepore, studentessa del liceo classico di Massa: “Venire in questi luoghi ci fa capire l’importanza del ricordo – ha affermato – Tutti dovremmo farlo non solo per vivere un pezzo di storia, ma per vedere come una comunità si sia rialzata e abbia cercato in tutti i modi di trasmettere il dolore e la sofferenza di ciò che è avvenuto, dando allo stesso tempo un messaggio di speranza nel futuro”.

Toccante la testimonianza di Adele Pardini, allora una delle due bambine che la sorella Cesira trasse in salvo durante la strage. “Eravamo una trentina di persone nascoste nell’aia – ha raccontato -. Arrivarono i tedeschi, ci presero e ci misero al muro. C’erano cinque sorelle, la loro mamma aveva in braccio la piccolina di 20 giorni. Tutte loro e la mia mamma furono ammazzate con la pistola. Mia sorella Cesira, che aveva 18 anni, aprì una porta dietro di noi, ci portò fuori e così ci salvammo”.

Presente alla visita il direttore dell’Istituto Storico della Resistenza, Matteo Mazzoni, che ha ribadito come “Sant’Anna di Stazzema, insieme a tutti i luoghi oggetto di stragi di civili nel corso della seconda guerra mondiale, ci comunica, dopo quasi ottant’anni, il dramma di quel conflitto e il suo manifestarsi contro le popolazioni civili”. “Studiare e conoscerla – ha sottolineato – capire l’impatto che ha avuto in Toscana, è fondamentale per acquisire consapevolezza del valore della pace, del rispetto reciproco

e della solidarietà tra i popoli”.

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