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miart 2023 | sezione Emergent | 14 – 16 aprile 2023 

Sperimentare, fare ricerca, valorizzare la scena contemporanea: sono questi gli intenti che animano la sezione Emergent della ventisettesima edizione di miart (14 al 16 aprile 2023). Curata per il sesto anno consecutivo da Attilia Fattori Franchini, Emergent è la sezione dedicata alle giovani gallerie che si presenta come un vero e proprio laboratorio di ricerca capace di dare valore ad artisti e gallerie in ascesa e a pratiche innovative nei linguaggi e nelle esperienze.

Anche quest’anno si è scelto di posizionare la sezione all’inizio del percorso espositivo per dare risalto alla ricerca e all’innovazione delle nuove generazioni presentata dalle 26 gallerie selezionate (di cui 18 provenienti dall’estero – dagli Stati Uniti alla Korea del Sud, dal Brasile al Regno Unito – per un totale di 12 paesi partecipanti oltre l’Italia).

Notevole la presenza di giovani realtà cittadine, con 6 gallerie milanesi su 8 italiane, a sottolineare la volontà della fiera di stringere il legame con la città e valorizzarne la creatività, così come è significativa la presenza di artisti italiani sostenuti da gallerie straniere.

Tra gli stand della sezione si percepisce una forte attenzione alla presentazione dei progetti artistici affiancata a una varietà di linguaggi esplorati: accanto a un importanteritorno della scultura e alla presenza di installazioni e fotografia, continua a essere preponderante la presenza della pittura. Una pittura nuova, mai scontata, tanto figurativa quanto astratta, capace di affrontare temi attuali come il corpo, l’universo femminile, l’ecologia, la trasformazione urbana, il capitalismo.

L’orientamento al dialogo e al confronto si concretizza, anche nel 2023, con la possibilità data alle gallerie di condividere stand e progetti: un incentivo creato nel 2021 per favorire la collaborazione tra giovani gallerie, sostenerle finanziariamente e creare inedite sinergie.

È il caso di Ginny on Frederick e South Parade, londinesi, che per la loro prima partecipazione mettono al centro la figura femminile facendo dialogare le sculture di Guendalina Cerruti (1992) con i dipinti di Ellie Pratt (1991); prima partecipazione anche per le viennesi City Galerie e Shore che generano un forte dialogo tra le opere di Zoë Field (1990) e Dan Vogt (1989); da Milano le new entry le vite e zaza’, che con sei artisti costruiscono uno scambio tra culture e generazioni: Isabella Costabile (1991), Marco Conoci (1991) e Morgan O’Hara (1941) da una parte, Alessandro di Pietro (1986), Paul Levack (1992) e Betty Bee (1963) dall’altra. La viennese FELIX GAUDLITZ e von ammon co da Washington DC si incontrano a miart con le opere di Jenna Bliss (1984) e Nikhil Vetukatil (1990) affiancate a quelle di Alex Bag (1969) e Tony Hope (1989).

Caratteristica comune a molte gallerie della sezione sono i progetti di mostre collettiveo duo: confronto multi-generazionale e multi-nazionale per il nuovo ingresso di Efremidis(Berlino), che porta nello stand la tedesca Hannah Sophie Dunkelberg (1987) il texano Tom Holmes (1979) e la sud coreana Oh Sufan (1946); Martina Simeti (Milano) propone un booth installativo con opere di Alek O. (1981), Costanza Candeloro (1990), Soshiro Matsubara (1980) e Gaia Vincensini (1992); A.ROMY (Zurigo) mette a confronto la pittura figurativa di Zoe de Soumagnat (1987) con la scultura di Maya Hottarek (1990); ArtNoble gallery (Milano) presenta un dialogo tra le pratiche multi-disciplinari di Giovanni Chiamenti (1992) e Giulia Mangoni (1991); il confronto tra la pittura espressiva di Isadora Vogt (1992) e l’eclettismo del collettivo MRZB – Andrea Parenti (1992), Désirée Nakouzi De Monte (1994), Filippo Tocchi (1991), Pietro Cortona (1990) – fatto di assemblaggi polifonici si accende nello stand di Baleno International (Roma) alla sua prima partecipazione; Fanta-MLN (Milano) fa dialogare la pratica multidisciplinare di Angharad Williams (1986) con quella scultorea di Lorenza Longhi (1991); Darren Flook (Londra) espone la pittura di Marcus Cope (1980) e la scultura di Eloise Hawser (1985); il letteringe la parola utilizzati da Stefano Calligaro (1976) e Josep Maynou (1980) danno vita a uno storytelling nello stand di UNA (Piacenza).

Molte anche le gallerie che propongono solo show. Alcune con progetti installativi come quello della new entry eastcontemporary (Milano), che presenta un ambiente labirintico dove osservare il lavoro di Emilia Kina (1990) o UMA LULIK__ (Lisbona) che analizza il potere del denaro in uno stand abitato dai lavori di Fábio Colaço (1995). La pittura, in ogni sua sfaccettatura, è presente da Bel Ami (Los Angeles), che sceglie i paesaggi di Olivia Hill (1985); Sébastien Bertrand (Ginevra) mostra i rimandi alla pittura iconografica delle opere di Natalia Gonzalez Martin (1995); HOA Galeria (San Paolo) porta in fiera l’intima sensibilità di Kelton Campos Fausto (1996); Olympia (New York) presenta le tavole astratte di Kathleen Goncharov.

Non mancano solo show che lasciano spazio a pratiche e linguaggi tipici del contemporaneo: Balcony Gallery (Lisbona) mette in scena la quotidianità di Tiago Alexandre (1988); FOUNDRY SEOUL (Seoul) espone i ricordi frammentati di Sang A Han (1985); sfumano i confini tra prodotto commerciale, reliquia architettonica e produzione artistica nelle sculture di Zuzanna Czebatul (1986) da sans titre (Parigi); un corpus di opere fotografiche inedite di Margherita Moscardini (1981) occupa lo spazio di Gian Marco Casini Gallery (Livorno).

In una fiera la cui credibilità all’interno del sistema dell’arte italiano e internazionale è in continua crescita, la sezione Emergent si conferma come palestra per l’affermazione e il consolidamento delle giovani generazioni di gallerie e artisti.

A dimostrarlo il passaggio compiuto da ben quattro gallerie – Gaep (Bucharest), Gilda Lavia (Roma), LC Queisser (Tbilisi) e ERMES ERMES (Roma) – che da Emergentespongono nella main section.

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