Approvata una proposta di legge al Parlamento presentata dalla Commissione Cultura e Istruzione presieduta da Cristina Giachi
Sì dal Consiglio regionale della Toscana alla lettura libera nelle scuole. L’Aula ha approvato, con voto favorevole all’unanimità, una proposta di legge rivolta al Parlamento ed elaborata dalla commissione Cultura e Istruzione del Consiglio regionale della Toscana. La proposta di legge, che vede come prima firmataria la presidente della Commissione Cristina Giachi e che è stata sottoscritta da tutti i componenti della Commissione, dopo essere stata approvata dal Consiglio sarà inviata alla Camera dei Deputati.
Come ha spiegato Giachi, l’atto introduce la pratica “della lettura libera” nel primo e secondo ciclo di istruzione, rendendola organica. Dispone che le istituzioni scolastiche, nell’ambito della loro autonomia, disciplinino tale pratica come attività periodica, da svolgersi sotto la supervisione di un docente all’interno del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti. Le modalità attuative prevedono che si assicuri agli studenti autonomia nella scelta del materiale di lettura, che la lettura avvenga prevalentemente su supporto cartaceo e che l’attività abbia una durata continuativa di almeno 15 minuti, preferibilmente fissati con cadenza quotidiana all’inizio della giornata scolastica.
Il testo della proposta di legge specifica, inoltre, che dalle disposizioni non debbano derivare incrementi o modifiche dell’organico del personale scolastico, né ore d’insegnamento eccedenti rispetto all’orario obbligatorio previsto, e che l’attuazione della legge non preveda oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica.
“Numerose buone pratiche già esistenti in Italia hanno avuto risultati positivi – ha commentato Cristina Giachi – ed esiste una direttiva europea per promuovere la lettura. Il tempo di 15 minuti è considerato quello indispensabile per trovare la concentrazione per una lettura profonda”. I dati, ha aggiunto, indicano che durante la pandemia i ragazzi hanno letto un po’ di più, ma l’Italia resta un popolo di scarsi lettori, con una media di lettura inferiore ai 12 libri all’anno. “Solo leggendo molto – ha concluso la presidente – si riesce a uscire dall’analfabetismo funzionale, dall’incapacità di comprendere testi lunghi e complessi”.
Anche Silvia Noferi ha posto l’accento sull’importanza “di abituare i giovani ad affrontare testi complessi e a elaborare una riflessione personale su quanto leggono”. “Una pratica di lettura costante – ha commentato – è utile anche per interpretare meglio il contenuto degli scritti sui social e la loro veridicità”.
Fondamentale anche secondo Luciana Bartolini che i ragazzi si abituino a leggere non solo quando sono obbligati ma in maniera libera e consapevole. “Serve per arricchire il vocabolario che ahimè risulta sempre più limitato – ha detto – e per sviluppare il pensiero critico”.