La Regione chiamata ad attivarsi col Parlamento a seguito della morte di grandi campioni e delle recenti interviste di altri ex calciatori di alto livello. Passa a maggioranza mozione presentata da Vincenzo Ceccarelli ed emendata da Irene Galletti
Firenze – Un’indagine conoscitiva per acquisire notizie, informazioni e documenti sull’uso del doping e valutare la costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta. Per questo la Regione dovrà attivarsi con il Parlamento, i presidenti dei gruppi parlamentari e i ministri competenti. Il Consiglio regionale della Toscana approva a maggioranza una mozione in merito “all’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta per la tutela sanitaria degli atleti in relazione alle pratiche medico sportive utilizzate precedentemente all’adozione delle normative di contrasto al fenomeno del doping”. La mozione presentata dai consiglieri Vincenzo Ceccarelli, Andrea Vannucci, Lucia De Robertis, Fausto Merlotti, Anna Paris, Cristina Giachi, Marco Niccolai, Massimiliano Pescini, Mario Puppa, Andrea Pieroni, è approvata nel testo sostitutivo che accoglie un emendamento a firma della consigliera Irene Galletti.
“Il doping fa male alla salute, oltre ad essere elemento di slealtà nella competizione sportiva”, afferma il primo firmatario Vincenzo Ceccarelli, che ricorda come una “ripresa dell’attenzione dell’opinione pubblica” sul tema sia legata “alla scomparsa di alcuni calciatori molto noti, come Vialli e Mihajlovic, e a seguito di dichiarazioni molto preoccupate di altri calciatori, anche loro molto noti, che hanno espresso dubbi sulle sostanze assunte in quegli anni”. Nella mozione si fa riferimento alle interviste rilasciate di recente da Dino Baggio, Marco Tardelli, Massimo Brambati, Florin Raducioiu. E poi c’è la vicenda di Bruno Beatrice, giocatore della Fiorentina negli anni Settanta, “e la battaglia della sua famiglia, in particolare del figlio Alessandro, dalla quale abbiamo preso spunto con orgoglio”. Bruno Beatrice è morto “nel 1987, a soli 39 per una leucemia acuta, si presuppone anche a seguito di radiazioni prodotte per accelerare il ritorno in campo del giocatore, vittima di infortuni abbastanza frequenti”. La mozione, prosegue Ceccarelli, parte “dalla necessità di conoscere quali sono gli esiti di un fenomeno purtroppo praticato negli anni addietro e di capire quali sono i danni alla salute, ma anche di chiedere giustizia rispetto a ciò che è avvenuto. La vicenda Beatrice è stata archiviata per decorrenza dei termini. Chiediamo dunque che ci sia una attivazione da parte della Regione nei confronti del Parlamento affinché si possa aggiornare il quadro del fenomeno e valutare possibilità di istituire commissione parlamentare d’inchiesta, che abbia come oggetto le pratiche medico-sportive che abbiano interessato atleti e calciatori negli scorsi anni, con particolare riferimento al periodo antecedente l’adozione delle normative di contrasto al fenomeno del doping”.
“Ringrazio i colleghi per aver accolto l’emendamento, c’è l’opportunità e la necessità di procedere a un’indagine conoscitiva attenta. L’ultima, conclusa con la pubblicazione di un documento, risale al 1989”, dichiara la capogruppo Irene Galletti. “Il panorama nel frattempo è estremamente cambiato. Uno dei fenomeni più allarmanti è la diffusione di sostanze dopanti anche tra i giovani e nelle attività amatoriali. Il rischio di natura sanitaria si sta diffondendo ampiamente al di là del settore professionistico, che è soggetto a maggiori controlli. Servono sensibilizzazione e prevenzione tra i giovani nel settore amatoriale. La commissione d’inchiesta, strumento molto approfondito, deve utilizzato dove ci sia una disponibilità di documenti, quindi alla luce dei risultati del lavoro d’inchiesta”.
Il capogruppo Francesco Torselli si associa ai firmatari “nel condannare il doping nello sport, che dev’essere sana competizione unita alla lealtà” e riconosce la “legittima la paura di molti ex calciatori. Ma va detto anche – è la sua obiezione – che ad oggi non esiste una correlazione provata scientificamente tra sostanze somministrate e malattie. Più che una commissione d’inchiesta parlamentare – prosegue Torselli – serve oggi un appello alla medicina e alla scienza dello sport affinché attraverso la ricerca si riesca ad arrivare quanto prima a far luce sull’esistenza o meno di questa correlazione”.
“Con Bruno Beatrice ho condiviso la camera in ritiro, quando ero agli inizi della carriera e lui un calciatore affermato”, ricorda il consigliere Giovanni Galli, ex calciatore ai massimi livelli. “Il doping è una cosa, quello che è successo a Beatrice un’altra. Lui è rimasto vittima dei tentativi di porre rimedio a un suo infortunio, una pubalgia della quale al momento nessuno sapeva molto”. Il doping, prosegue Galli, è un’altra cosa: “Il doping dieci anni avanti all’antidoping. Ci troviamo spesso a rincorrere un fantasma, nel calcio come nel ciclismo, nell’atletica e in altri sport. Giusta la richiesta di conoscenza e di giustizia, su questo mi troverete sempre dalla stessa parte. Riguardo alla commissione d’inchiesta, invece, non so quanto possa essere d’aiuto. Sarebbe opportuno chiederlo ai parlamentari”.