In commissione Bilancio licenziata all’unanimità la proposta di legge che rimanda alle disposizioni varate nel 2009
di Ufficio Stampa, 9 maggio 2023
Firenze – La norma di carattere nazionale invocata a dicembre scorso dal presidente della Regione Eugenio Giani per risolvere l’annosa questione del trattamento economico del personale a supporto delle strutture politiche di Giunta e Consiglio, è finalmente arrivata (decreto legge 44/2023, articolo 3, comma 1) e la Toscana si appresta ad abrogare la legge che ha inquadrato 172 dipendenti (81 di Giunta, 91 del Consiglio) nel contratto funzioni enti locali, per venire incontro alle osservazioni fatte dalla Corte Conti.
La legge prevedeva, per la copertura finanziaria 2021, di attingere al fondo accessorio dei dipendenti pubblici, per circa 1milione e 900mila euro. In conseguenza della proposta di legge licenziata oggi, martedì 9 maggio, tale fondo sarà incrementato per l’annualità 2022. Il costo totale del personale delle strutture di supporto, compreso il trattamento omnicomprensivo dei responsabili, tornerà invece ad essere imputato al bilancio regionale a decorrere dal 2023 con clausola di invarianza finanziaria.
La proposta di legge, preparata dalla Giunta all’indomani della pubblicazione del decreto legge che autorizza le Regioni ad utilizzare un meccanismo di contribuzione non legato al contratto funzioni enti locali ma a quanto già previsto per il personale a supporto dei ministeri, è stata licenziata all’unanimità in commissione Bilancio del Consiglio, guidata da Giacomo Bugliani.
Il trattamento giuridico ed economico del personale delle strutture di supporto agli organi politici di Giunta e Consiglio torna dunque ad essere regolato dalla legge 1/2009, modificata tuttavia nella parte relativa alla ripartizione degli oneri nel caso di assegnazione temporanea di personale presso o proveniente da altre pubbliche amministrazioni. Gli oneri, con le modifiche, sono definiti da appositi protocolli.