i poeti del piano solo 2023 poster

La quarta edizione dal 28 al 30 settembre“I Poeti del piano solo”

Torna il Festival totalmente dedicato al recital di piano solo.

Un viaggio alla scoperta dei migliori talenti internazionali, tra cui l’estasiante Yaron Herman (28 settembre, Museo dell’Opera del Duomo di Firenze). Il programma prosegue poi in Sala Vanni con la “Ritual Groove Music”di Nik Bärtsch (29 settembre) e con l’azerbaigiano Isfar Sarabski (30 settembre), “costruttore di ponti” fra oriente e occidente.  Prevendite per i due concerti in Sala Vanni già disponibili.Firenze, 19 luglio 2023  – Torna per il quarto anno consecutivo “I Poeti del Piano Solo”, il festival totalmente dedicato al recital di piano solo, organizzato dal Musicus Concentus in collaborazione con l’associazione Something Like This e con la direzione artistica del pianista Stefano Maurizi e di Fernando Fanutti, Presidente del Musicus Concentus.

Grazie al contributo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, “I Poeti del Piano Solo” inaugura al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze. Nella spettacolare Sala del Paradiso sarà protagonista giovedì 28 settembre il franco-israeliano Yaron Herman: pianista e compositore di livello mondiale, ampiamente considerato come uno dei principali musicisti della sua generazione (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria a partire da settembre su https://duomo.firenze.it – inizio concerto ore 21:15).
Nonostante la sua giovane età ha viaggiato in ogni continente, presieduto la giuria del Montreux Jazz Festival Competition, è stato protagonista di trasmissioni televisive in 39 paesi diversi, ha raccolto numerosi premi tra cui le Victoires du Jazz, iTunes Choice Award, New Talents Trophy, Adami Jazz Talent, Choc Jazzman, Disque d’Émoi Jazz ed è stato il primo pianista jazz a suonare nella Città Proibita di Pechino.

Con uno sfondo di musica tradizionale ebraica e la tradizione della sala da concerto europea, un breve periodo a Berklee College School of Music e la sua attuale presenza nella scena musicale parigina, Yaron ha sviluppato un impareggiabile stile di “composizione in tempo reale” e improvvisazione selvaggia che culmina in una rara forma di musicalità giocosa, cinematografica e sorprendente.
“Alma”, il nuovo progetto solista di Yaron, è stato recentemente pubblicato su Naïve Records e apre una porta completamente nuova: un ulteriore salto di qualità che plasma ulteriormente la sua identità unica al mondo. Dopo dieci album, eccolo qui che si lancia nel vuoto e, per la prima volta, ci offre un corpo di lavoro nuovo, allo stesso tempo un’istantanea sbalorditiva del presente e uno specchio ricco del suo passato. Di lui il Telegraph ha detto: “È un pianista all’avanguardia, tra i musicisti più fantasiosi d’Europa”; Jazzwise invece lo ha definito “ispiratore ed estasiante”.

L’immancabile Sala Vanni, presidio culturale dell’Oltrarno fiorentino e sede storica del Musicus Concentus, ospita i due suggessivi appuntamenti della rassegna realizzata anche grazie al contributo di Credem Euromobilare Private Banking e Anea Italia srl.
Venerdì 29 settembre sarà la volta di Nik Bärtsch: la sua musica, che definisce come “Ritual Groove Music”, mostra una forte affinità con le architetture spaziali organizzate e con i principi di ripetizione e riduzione, oltre che con le ritmiche complesse. È un distillato del suono universale delle città e non di una tradizione nazionale o stilistica, e si modifica continuamente attraverso sovrapposizioni, indirizzando l’attenzione dell’ascoltatore verso le variazioni minime e il fraseggio. Il percorso del pianista svizzero inizia da giovanissimo come batterista, per proseguire con lo studio del pianoforte, della filosofia e della linguistica, rivolgendosi poi verso varie discipline del corpo e filosofie orientali. Questa ricerca eclettica si esprime anche attraverso i suoi due progetti musicali, “Ronin” e “Mobile”, con cui ha raggiunto importanti successi a livello internazionale. Di lui la celebre rivista Downbeat ha detto “La musica di Bärtsch è stratificata, contrappuntistica, ipnotica e psicologicamente affascinante” (inizio concerto ore 21:15, prevendite boxol.it).

Chiude il programma, il 30 settembre in Sala Vanni, il pianista e compositore azerbaigiano Isfar Sarabski. Coloro che hanno la fortuna vedere crescere il suo talento nel suo paese d’origine non si perdono un concerto; il piacere è ancora più grande quando Isfar si presenta senza preavviso ad altri eventi, soltanto per la gioia di suonare.
Lo studio di Isfar si trova in una posizione perfetta ai margini della storica città vecchia di Baku. I caffè, i club e le sale da concerto della capitale dell’Azerbaigian sul Mar Caspio vivono di tradizione e modernità, in un ambiente dal mistero medievale e dal carisma contemporaneo. A 19 anni ha impressionato la giuria del concorso pianistico del Montreux Jazz Festival: la fenomenale performance  di Isfar, che ha proposto brani di artisti del calibro di Bill Evans, comprendeva anche il suo “Novruz” – un cenno distintivo al jazz-mugham pionieristico dell’Azerbaigian – che aggiunge la spezia delle sue radici musicali.

Nipote di Huseyngulu Sarabski (amato e rispettato in tutto il mondo arabo come pioniere musicale, cantante d’opera, musicista, attore e drammaturgo) Isfar ha studiato al Berklee College of Music di Boston, esibendosi poi all’Apollo di New York. Dopo aver ascoltato Isfar esibirsi nella famosa Miles Davis Hall al Montreux Jazz Festival, Quincy Jones ha esclamato con entusiasmo: “Boy, tu suonerai!”.

Il jazz e la musica classica sicuramente attirano un pubblico devoto, ma non tutti ci vanno, e alcuni sono orgogliosi delle divisioni tra la loro e l’altra musica. Non è così per Isfar, la cui naturale propensione musicale è quella di costruire ponti tra Oriente e Occidente, jazz, classica, folk ed elettronica.

Ha aggiunto un’ulteriore dimensione alla geografia musicale del suo lavoro acustico con il cantante e suonatore di oud tunisino Dhafer Youssef, e il suo fascino per la meccanica della produzione musicale lo ha visto abbracciare le possibilità offerte dall’elettronica. Isfar ha adattato il lavoro della cantante francese Sophie Hunger (Le Vent Nous Portera) oltre a collegarsi con i principali gruppi della scena clubbing di Baku.

Questo coinvolgente produttore di musica riesce a toccare il cuore, l’anima e la mente delle persone, sia che stia suonando standard jazz, jazz-mugham, classica, folk o elettronica d’atmosfera. Nel frattempo, aspettatevi l’uscita di due album il prossimo anno: uno jazz e uno elettronico (inizio concerto ore 21:15, prevendite boxol.it)

Il concerto del 28 settembre al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze è realizzato grazie al sostegno dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Il festival I Poeti del Piano Solo è realizzato grazie al contributo di Credem Euromobiliare Private Banking e Anea Italia srl.
Le attività dell’Associazione Musicus Concentus beneficiano del contributo di Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze e sono sostenute da Fondazione CR Firenze.

Maggiori informazioni e aggiornamenti
http://www.musicusconcentus.com
Inizio concerti ore 21:15

Museo dell’Opera del Duomo
Piazza del Duomo 9
Firenze  
Apertura prenotazioni il
https://duomo.firenze.it

Sala Vanni
Piazza del Carmine 14
Firenze
biglietti 13€ + d.p
prevendite Boxol.it

Press Office Musicus Concentus  
Lorenzo Migno

Please follow and like us: