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Pecci: Giani, “massimo impegno sulla situazione della Fondazione per le Arti contemporanee in Toscana”

Il presidente della Giunta regionale ha risposto a un’interrogazione presentata da Luciana Bartolini e Massimiliano Baldini della Lega

di Riccardo Ferrucci

Firenze – Rispondendo in aula all‘Interrogazione “In merito alla Fondazione per le Arti contemporanee in Toscana” il presidente Eugenio Giani ha ricordato che in questi giorni è in corso un forte dibattito sul Museo Pecci di Prato a causa del licenziamento di due dipendenti. “La nomina di un componente del CdA della Fondazione – ha aggiunto – è di competenza del Consiglio regionale e verrà fatta prossimamente. Il rinnovo di tutti gli organi del Pecci, che sono in scadenza, deve essere discusso con il sindaco di Prato, con cui ho già avuto modo di parlare”.

Il presidente Giani ha spiegato che “per il Pecci, come per il Teatro Comunale di Firenze, la Regione è una componente importante nell’ambito di una gestione complessa di tali strutture culturali e noi dobbiamo tentare un rilancio del Pecci per le attività sull’arte contemporanea in Toscana. Nei prossimi giorni vedrò i sindacati in merito ai licenziamenti e il Comune di Prato per fare le scelte del nuovo CdA”. Giani ha aggiunto: “Sentiremo anche la commissione Cultura e la presidente Giachi per dare un nuovo corso al Museo Pecci e cercare un rilancio per un centro vivo e vitale. L’arte contemporanea ha vari aspetti e si possono reperire ulteriori risorse anche dalla formazione, oltre al contributo ordinario annuale di 600 / 700 mila euro, c’è la necessità di rilanciare l’attività della fondazione lavorando in più settori d’intervento”.

Luciana Bartolini (Lega) ha ricordato che “il problema del Pecci riguarda tutta la Toscana, in quanto museo di rilevanza regionale, e bisogna trovare un direttore che porti ad un rilancio complessivo del museo per tutte le attività svolte”. Ha poi affermato che prima di licenziare due persone “si devono consultare i sindacati, cosa che non è stata fatta. Mancano gli sponsor e ci si deve impegnare maggiormente in questa direzione; inoltre, essendo un soggetto finanziato dal pubblico, principalmente dal Comune di Prato e dalla Regione Toscana, il progetto di rilancio deve essere coordinato dalla Regione. Il sindaco di Firenze tende una mano per un aiuto, ma non ha un ruolo centrale in questa vicenda”.

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