Gli interventi della presidente della commissione Ambiente, Lucia De Robertis (Pd), dell’assessora Monia Monni e degli altri consiglieri regionali
Firenze – E’ cominciata, poco prima dell’ora di pranzo, il dibattitto sull’adozione del piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – Piano dell’economia circolare (Prec).
L’intervento di Lucia De Robertis, presidente della commissione Ambiente
“Con l’adozione della proposta di piano regionale di gestione dei rifiuti inizia il percorso che ci vedrà confrontarci con la comunità toscana: con i suoi amministratori, con i corpi intermedi, con il mondo economico e produttivo, con i cittadini”. Così la presidente della commissione Territorio e ambiente Lucia De Robertis (Pd) inizia ad illustrare il piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – Piano dell’economia circolare (Prec).
De Robertis precisa che il piano è un adempimento agli obblighi di legge e un atto coerente con la pianificazione nazionale. “Questo piano è la visione che questa Regione ha della gestione dei rifiuti urbani (ma non solo) per i prossimi dodici anni, fra fase transitoria al 2028 e successiva fase a regime, pianificata fino al 2035”.
La presidente pone l’attenzione sull’importanza della fase che si apre oggi con l’adozione del piano che “è strategica per la realizzazione stessa degli obiettivi che il piano indica. I sessanta giorni delle osservazioni sono momento fondamentale per comprendere la capacità dei territori e della comunità toscana, in tutte le sue articolazioni, di saper condividere gli ambiziosi obiettivi del piano. Sono fondamentali per orientare al meglio le attività che i livelli di pianificazione territoriali, di ambito e locali, saranno chiamati a realizzare per dare concretezza alla visione complessiva di questo nostro atto”.
De Robertis ricorda il lavoro svolto in commissione con audizioni e consultazioni di quasi “cinquanta soggetti coinvolti nella filiera dei rifiuti: dalle autorità di ambito ai gestori del servizio e degli impianti di smaltimento, dalle Università alle associazioni di categoria e ambientaliste; dalla Scuola Superiore Sant’Anna all’Associazione Zero Waste; dall’Osservatorio sulla Legalità alla Caritas e al Banco Alimentare; dai Consorzi di recupero dei materiali all’ARPAT e al garante dell’informazione”.
Dai soggetti auditi, precisa la presidente, sono state espressi “condivisioni, auspici, impegni alla collaborazione per la realizzazione degli obiettivi ma anche, dubbi, perplessità e critiche. Alcuni di questi hanno trovato soluzione altri permangono: sarà la fase delle osservazioni, e del confronto coi territori, a doverli dissipare; una fase che deve assolvere a questo ruolo come confermato, in questi giorni, nei ripetuti appelli di vari soggetti a non ritardare l’adozione del piano”. De Robertis si augura che verranno formalizzate le osservazioni formulate nelle consultazioni e nelle audizioni. La presidente pone particolare rilievo sul lavoro di condivisione “nella costruzione dei criteri di gestione delle osservazioni e della formazione delle controdeduzioni che ad esse saranno predisposte.” Perché – conclude -il piano è scelta politica di questa assemblea, che lo adotta e lo approva. E scelta politica di questa assemblea devono dunque essere anche tutti i passaggi che ne determineranno il contenuto definitivo”.
(testo a cura di Benedetta Bernocchi)
L’intervento dell’assessora all’Ambiente, Monia Monni
“Il nuovo Piano regionale dell’Economia Circolare rappresenta lo strumento con cui la Regione analizza lo stato di gestione dei rifiuti, individua le azioni funzionali a migliorare l’efficacia ambientale delle diverse operazioni gestionali e pone le basi per realizzare gli obiettivi individuati dalla normativa europea e nazionale di settore”. Così prende la parola l’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni in Aula.
Monni ribadisce che con questo piano si traccia “la strada che, superando una logica tipicamente lineare che vede nello smaltimento il destino prevalente dei nostri scarti, ci orienta verso un approccio che punta a ridurre la quota di rifiuti prodotta e massimizzare il riciclo e il recupero dei materiali”. “La Toscana – prosegue – sceglie con convinzione di radicare un modello di economia circolare”.
“Il punto – continua – non è l’autosufficienza, ma il fatto, mai negato, che oggi la si ottiene attraverso un eccessivo ricorso alle discariche, il cui superamento è obiettivo prioritario del piano, che ha l’ambizione di portare, al 2028, la Toscana sotto il 10% del conferimento prescritto dall’Europa”. Monni ricorda la ricetta scelta per gestire in maniera efficace e sostenibile i rifiuti che è quella di “uno sviluppo armonico ed equilibrato di una rete di impianti di riciclo e recupero, con tecnologie evolute e specializzate nella valorizzazione di ogni singola filiera”. Nello specifico occorre arrivare ad un progressivo superamento delle discariche; favorire un livello di governance pubblica e regolata anche su quelle filiere di trattamento che sono poste fuori dalla pianificazione pubblica; perseguire una sinergia tra rifiuti urbani e speciali; porre al centro del tema gestionale, quello della legalità.
“Anche nel metodo – continua Monni – abbiamo voluto indicare una strada maestra verso la trasparenza, che è uno dei requisiti indispensabili alla legalità: l’avviso pubblico ha reso cristallina la discussione su ogni singolo investimento, sebbene potenziale, e questo si accompagna alla scelta di gestire le decisioni relative agli scarti delle filiere produttive in tavoli aperti alle forze sociali e agli stakeholders in modo che il confronto sia sempre pubblico”. Infine, occorre stabilizzare le tariffe.
Il piano prescrive “che ogni ATO persegua l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani a scala di ambito”. Ambizione del piano è dimostrare che puntare sulla sostenibilità contribuisce allo sviluppo buono e può creare miniere e filiere che si basano su materie riciclate o recuperate e non estratte sfruttando persone e territori, spesso lontani e senza tutele. Al piano, è quindi “sottesa un’idea di industria che si alimenta di materie riciclate o recuperate e che può effettuare scambi tra imprese, in modo da massimizzare al contempo competitività e sostenibilità”.
Questo dovrà svilupparsi anche intorno ad una “visione sociale, che deve permeare i territori e diffondere una cultura ecologista, non solo attraverso l’educazione e l’informazione, ma anche attraverso le buone pratiche”.
(testo a cura di Benedetta Bernocchi)
L’iter e gli obiettivi del Piano
Il Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – Piano dell’economia circolare (Prec) è il principale strumento di indirizzo, programmazione ed attuazione delle misure per assicurare la corretta gestione del ciclo dei rifiuti e sviluppare concretamente azioni di economia circolare.
Riferimenti normativi
Come stabilito dal decreto legislativo 152 del 2006 sulle “Norme in materia ambientale”, le regioni provvedono all’aggiornamento del Piano almeno ogni sei anni, definendone puntualmente gli specifici contenuti. Ulteriore riferimento normativo è la legge regionale 25 del 1998, “Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati”, che declina le direttive europee e nazionali e disciplina gli ambiti di attività connessi al ciclo dei rifiuti. Ai sensi della legge regionale 65 del 2014 il Piano di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati costituisce altresì atto di governo del territorio, in coerenza con gli altri strumenti di programmazione nazionale e regionale, quali il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (Pngr), il Programma regionale di sviluppo (Prs) e il Piano di indirizzo territoriale (Pit).
Iter di formazione
Una volta esaurita la fase di avvio del procedimento è stata formulata la Proposta di Piano che, dopo specifico percorso partecipativo, è stata presentata in Consiglio regionale per la sua adozione; successivamente, esaminate le osservazioni che chiunque può presentare nei 60 giorni successivi alla pubblicazione del piano adottato sul Burt, si procederà alla formulazione finale del Documento di Piano ed alla sua approvazione definitiva, sempre da parte dell’Assemblea regionale.
Di seguito i passaggi che hanno caratterizzato la fase di avvio: il 6 dicembre 2021, con Documento di Giunta, è stata approvata l’informativa preliminare al piano e quindi disposto il suo inoltro al Consiglio regionale; con deliberazione di Giunta regionale, sempre del 6 dicembre 2021, è stato approvato anche il Documento di Avvio del procedimento per l’approvazione del Piano; infine, il 19 dicembre 2021, è stata trasmessa comunicazione alle autorità e ai soggetti competenti in materia ambientale, per l’avvio del procedimento di Valutazione ambientale strategica (Vas) del Prec.
Obiettivo generale
Il Piano, coerentemente inquadrato nel contesto generale di transizione ecologica ed indirizzato ai principi di economia circolare, si caratterizza per la riduzione della produzione dei rifiuti, attraverso una gestione finalizzata all’allungamento della vita della materia attraverso il riuso, il riciclo e il reimpiego nei processi produttivi, nel contesto di una complessiva minimizzazione degli impatti e di un sempre minore ricorso allo smaltimento.
Il Prec definisce la pianificazione dei rifiuti urbani, disciplinandone il ciclo complessivo di gestione (dalla raccolta allo smaltimento), e programma la gestione dei rifiuti speciali, assicurando l’applicazione dei principi generali di tutela ambientale e della salute.
Obiettivi specifici
In sintesi i principali obiettivi strategici del Piano: riduzione dei rifiuti urbani del 5 per cento (rispetto al 2019); miglioramento quali-quantitativo delle raccolte differenziate (Rd), favorendo maggior riciclo e recupero, per conseguire gli obiettivi nel medio periodo del 75 per cento di Rd al 2028 e nel lungo periodo dell’82 per cento di Rd al 2035. Autosufficienza e sostenibilità del sistema gestionale saranno assicurate grazie alla realizzazione della nuova impiantistica, che si concretizzerà indicativamente dall’anno 2028; conseguentemente nel periodo di vigenza del Piano (2023 – 2028) si dovrà fare ricorso all’impiantistica esistente.
Nella fase transitoria perciò – che come detto coincide con l’arco temporale di vigenza del Piano – l’obiettivo è assicurare la sostenibilità del sistema attraverso il graduale incremento delle raccolte differenziate e del recupero/riciclo, la tendenziale riduzione dei conferimenti in discarica e la progressiva riduzione dello smaltimento.
Processo partecipativo
In merito allo svolgimento del procedimento ed acquisizione dei contributi sui contenuti del Piano, una volta trasmessa al Consiglio regionale l’Informativa preliminare, l’Aula ha approvato due risoluzioni: la 173 del 23 febbraio 2022, che impegnava l’esecutivo a proseguire il percorso di formazione del Prec attraverso: promozione dell’economia circolare ed aumento della raccolta differenziata fino all’80 per cento e del riciclo della materia fino al 65 per cento entro il 2030; contrarietà all’apertura di nuove discariche; sistema tariffario sostenibile per i cittadini e le imprese; adeguata dotazione impiantistica basata su tecnologie green e pienamente affidabili; necessario rafforzamento della dotazione impiantistica per il trattamento dei rifiuti speciali; informazione periodica al Consiglio regionale e in particolare alla Commissione consiliare competente.
Con l’altra risoluzione, la 175, sempre del 23 febbraio 2022, il Consiglio regionale impegnava l’esecutivo: a sviluppare ogni decisione inerente al Prec in maniera “trasparente e pubblica”; a ribadire l’urgenza dell’approvazione di un piano efficace e innovativo, dentro una logica di transizione energetica, con adeguata dotazione impiantistica in un quadro di partecipazione; a valutare, come luoghi ideali dove programmare e prevedere la realizzazione di impianti, le aree industriali dismesse del territorio, tenendo conto della possibilità di riqualificare zone abbandonate o degradate; a prevedere ogni dotazione impiantistica tecnologicamente avanzata in grado di garantire la piena autosufficienza regionale.
Avviso pubblico esplorativo
In stretto collegamento con il percorso formativo del Piano, la Giunta regionale – nel novembre 2021 – ha approvato un Avviso pubblico esplorativo per raccogliere manifestazioni di interesse, da parte di soggetti pubblici e privati, per la realizzazione, l’ammodernamento, il potenziamento o la messa a disposizione di impianti di riciclo e recupero di rifiuti urbani e prodotti dal trattamento degli stessi.
La finalità dell’Avviso era quella di avere a disposizione un quadro conoscitivo sulle potenzialità impiantistiche esistenti o da realizzare, che possano rispondere alle esigenze di trattamento del ciclo rifiuti su scala regionale, ed assicurarne la chiusura secondo una logica di economia circolare.
Il termine per la presentazione delle proposte è scaduto lo scorso 31 marzo.
Risultati dell’Avviso e illustrazione in Consiglio
Le manifestazioni di interesse presentate sono state 41, di cui 39 risultate coerenti. Gli esiti della valutazione di coerenza sono stati presentati nel maggio 2022 in Consiglio regionale, che ha provveduto all’approvazione di ulteriori due risoluzioni: la risoluzione 191, che esprimendo apprezzamento per l’esito dell’Avviso pubblico esplorativo e per la disponibilità manifestata dalla Giunta regionale, impegna l’esecutivo a proseguire nel percorso di formazione del Piano, con l’obiettivo di arrivare ad una proposta impiantistica, basata su tecnologie affidabili e a basso impatto ambientale, in grado di garantire la piena autosufficienza regionale e un sostanziale equilibrio territoriale nella distribuzione degli impianti. E la risoluzione 192, che impegna l’esecutivo regionale a proseguire con il percorso positivamente intrapreso, attraverso la condivisione di ogni passaggio con il Consiglio regionale e la Commissione competente, nonché con il coinvolgimento di enti locali, parti sociali, categorie economiche, ordini professionali, associazioni e cittadinanza, per definire un Piano dell’economia circolare che, anche da un punto di vista energetico, possa offrire un contributo importante sia ai cittadini che alle imprese del territorio, determinando nuove opportunità di produzione di energia e gas attraverso lo smaltimento dei rifiuti, e favorendo perciò una equa riduzione dell’imposizione tariffaria.
Incontri pubblici
Il percorso di informazione e partecipazione – integrato dall’attività svolta dal Garante dell’informazione e della partecipazione attraverso la pubblicazione sulla propria pagina web regionale degli atti e della documentazione sul procedimento – si è caratterizzato inoltre per alcuni incontri svolti on line, con l’obiettivo di consentire agli interessati (imprese, cittadini, istituzioni…) di poter acquisire direttamente le informazioni necessarie. Nel corso di tali incontri sono intervenuti rappresentanti di enti locali, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat), sindacati, associazioni di imprese, gestori dei servizi pubblici, associazioni ambientalistiche, oltre a singoli cittadini. Sono stati acquisiti ben 138 pareri e tutti i contributi ricevuti sono stati opportunamente registrati e valutati, ai fini della predisposizione della proposta di Piano.
Macrotemi emersi
In occasione di questi interessanti momenti partecipativi sono emerse diverse macro-tematiche: strategie e iniziative per la riduzione della quantità dei rifiuti; cambiamento culturale da promuovere in tema di Raccolta differenziata (Rd), con previsione di premialità sulla Tassa sui rifiuti (Tari) e di Rd domiciliare in tutta la Toscana; contrarietà a nuovi termovalorizzatori e individuazione di un crono-programma realistico degli impianti finali esistenti così da garantirne l’autosufficienza; previsione di impianti di economia circolare funzionali ai distretti presenti sul territorio (ad esempio impianti di recupero e riciclo di scarti a Prato, impianti di recupero e riuso di metalli preziosi ad Arezzo); identificazione di aree per i nuovi impianti, lontane da quelle urbanizzate e in zone già dotate di infrastrutture, da ricavarsi esternamente alle aree degli Enti Parco; e valutazione della proposta di piano “Toscana rifiuti zero”.
Verifica di conformità al Pit-Ppr
Nel rispetto dei contenuti delle linee guida per la conformità dei Piani di settore regionali al Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano paesaggistico regionale (Pit-Ppr), è stata effettuata la verifica di conformità del Prec, conclusasi con esito positivo.
Conclusione del percorso di formazione del Prec
La proposta di piano è stata altresì oggetto di una serie di ulteriori verifiche: da parte degli uffici competenti per i processi strategici; del Comitato di direzione in due sedute. Infine, in data 5 dicembre 2022, si è tenuto il tavolo di concertazione istituzionale.
Approfondimento in commissione Ambiente
La commissione Territorio, ambiente, mobilità, infrastrutture, guidata dalla presidente Lucia De Robertis, ha lavorato alacremente a partire dallo scorso mese di maggio, effettuando una serie di audizioni e consultazioni, da fine maggio ad inizio agosto, con soggetti istituzionali e non, che si sono concluse nella seduta del 2 agosto con l’intervento dell’assessora regionale Monia Monni.
Elaborati del Piano
La proposta di Prec è costituita dai seguenti elaborati: relazione al Piano regionale gestione dei rifiuti, composta dai seguenti allegati: inquadramento normativo ed economico, quadro conoscitivo dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali, programma di riduzione dei Rifiuti urbani biodegradabili (Rub), programma di prevenzione dei rifiuti, programma di gestione dei rifiuti da imballaggi, programma decontaminazione e smaltimento degli apparecchi contenenti Policlorobifenili (Pcb), e schede impianti; relazione al piano regionale delle bonifiche dei siti inquinati; sezione valutativa; rapporto ambientale; sintesi non tecnica del rapporto ambientale; studio di incidenza; relazione del Garante dell’informazione e della partecipazione; ed infine relazione del Responsabile del procedimento.
LEGENDA
Arpat – Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana
Pcb – Policlorobifenili
Pit – Piano di indirizzo territoriale
Pit-Ppr – Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano paesaggistico regionale
Pngr – Programma nazionale per la gestione dei rifiuti
Prec – Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – Piano dell’economia circolare
Prs – Programma regionale di sviluppo
Rd – Raccolta differenziata
Rub – Rifiuti urbani biodegradabili
Tari – Tassa sui rifiuti
Vas – Valutazione ambientale strategica
(testo a cura di Paola Scuffi)
Il dibattito in Aula
Ad aprire il dibattito è stato il consigliere Massimiliano Riccardo Baldini (Lega) che ha parlato di un Piano “che abdica alla funzione di dare indicazioni sugli impianti per il trattamento dei rifiuti, nonostante la Toscana risenta di un deficit impiantistico che tutti sollecitano a colmare, affinché siano garantite autosufficienza, salvaguardia dell’ambiente e abbattimento dei costi in tariffa”. “Il documento – ha aggiunto – risente fortemente delle grandi criticità in cui riversa l’Ato Toscana Centro e non assume posizioni in merito alle questioni strategiche per evitare di creare problematiche di consenso politico. Inoltre esso rischia di essere stravolto in sede di osservazioni e il pericolo è che non arrivi in tempo neanche per il 2025”. “Ancora – ha affermato – esso sconta una sorta di mancanza di coraggio, scarica il percorso sulle comunità, sui gestori e sugli amministratori che si troveranno nella difficoltà di dover operare senza una certezza programmatoria”. Baldini ha infine puntato il dito contro una “non condivisibile guerra ai termovalorizzatori nonostante la nuova impiantistica risulti costosa e si doti di tecnologie ancora poco sviluppate e conosciute”.
Elisa Tozzi (Fratelli d’Italia) ha ribadito come il Piano sia un provvedimento “che disciplina una fase transitoria e in cui si sceglie di rimandare la palla agli Ambiti territoriali, che dovranno gestire la fase attuativa”. “Un Piano che – ha aggiunto Tozzi – detta le linee guida sulla base di un approccio ideologico: un esempio è il mancato inserimento nell’ambito di questo ciclo della termovalorizzazione. Inoltre lascia nell’incertezza il tema centrale, ovvero dove e quando faremo gli impianti. Di economia circolare se ne innescherà pochissima”. Tozzi ha poi ribadito “il forte ritardo generale con cui arriva il documento”, mentre “per quanto riguarda l’Ato centro – ha detto – la scelta è stata quella di non intervenire, perché la piana fiorentina è intoccabile. Infine non si danno risposte ai cittadini che oggi continuano a scontare una tariffazione abnorme”.
“Da oggi si avvia un percorso che chiama tutto il Consiglio a un grande lavoro di precisazione, osservazione, suggerimenti e miglioramento per andare incontro alle esigenze dei territori – ha esordito nel suo intervento Cristina Giachi (Pd) – Nella fase di adozione, tutte le forze politiche saranno chiamate ad assolvere questo ruolo e cercheremo di svolgerlo sapendo che il Piano è uno strumento di pianificazione complesso e che il territorio ha bisogno di far propria la prospettiva dell’economia circolare che è la novità più importante che il documento introduce”.
Irene Galletti (Movimento 5 Stelle) ha ricordato come il Piano sia atteso da dieci anni e che ce ne sono voluti tre per la sua elaborazione. Ha poi ribadito “l’opposizione del Movimento 5 Stelle alle tecnologie che riguardino l’incenerimento, come i gassificatori”. “Per questo – ha detto – riteniamo positiva la decisione di abbandonare il progetto del gassificatore a Empoli, anche se si tratta solo di un tassello in un quadro generale che non ci soddisfa”. “Respingiamo inoltre l’idea di un Ato unica regionale – ha detto – perché ogni Ambito deve essere in grado di trattare autonomamente i propri rifiuti, anche per abbattere il costo dei trasporti”. Galletti ha poi ribadito la contrarietà della quotazione in borsa della Multiutily “come soluzione per trovare risorse per gli investimenti sugli impianti di trattamento dei rifiuti, risorse che invece dovrebbero già essere disponibili grazie alle bollette che i cittadini pagano e che rischiano aumentare sempre di più”. Ha infine ribadito il rischio di “adottare oggi un piano che tra 180 giorni potrebbe essere cambiato nei passaggi sostanziali”.
Secondo Stefano Scaramelli (Italia Viva), “oggi discutiamo un atto importante come il Piano rifiuti, che presenta aspetti di novità dell’economia circolare, con aree della Toscana che possono dare un aiuto concreto all’area fiorentina attualmente più in sofferenza”. Scaramelli ha ricordato che si è tratto di “un percorso condiviso con i territori, parte integrante delle scelte, coinvolgendo sia il Consiglio regionale che le comunità locali”. La programmazione dei rifiuti, ha aggiunto, “si pone l’obiettivo dell’autosufficienza regionale, semplifica le procedure e deve sensibilizzare anche i cittadini per comprendere i progetti nuovi messi in campo. Dentro la logica di sistema va il nostro voto favorevole al Piano per un coerente processo di sviluppo della regione”.
Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) ha detto che “siamo di fronte ad un atto normativo complesso, sul quale va segnalata l’importante collaborazione registrata nella Quarta Commissione e con la Giunta regionale”. Da tempo, ha ricordato “era necessario un piano diverso, ma nell’ATO Centro c’è un ritardo che dobbiamo segnalare. Il piano dei rifiuti nazionale parla già di economia circolare, quindi siamo in evidente ritardo”. Secondo Capecchi, “si è scelto di avere tre ATO e l’obiettivo deve essere quello di metterli, possibilmente puntando a smaltire i rifiuti dove si producono”. Capecchi ha detto che “non si sono attivati i Tavoli dell’economia circolare per trovare i luoghi di smaltimento, e inoltre ci si deve occupare necessariamente di rifiuti ordinari e rifiuti speciali. Le Regioni devono coordinare gli interventi, vedi il caso del rigassificatore di Empoli, che ci dice che costruire impianti a impatto zero è difficile; segnalo inoltre che l’impianto di Montespertoli è stato deciso nel 2019 anche se viene incluso nel piano solo adesso”.
Secondo Capecchi, la soluzione per l’ATO Centro probabilmente saranno Peccioli, Scapigliato e Livorno. “Se l’ATO non fa il piano d’ambito deve intervenire la Regione, sentite le province, ma le zone dove non si fanno impianti nuovi continuano così ad essere agevolate. Nel 2021 informativa dell’assessore Monni, ma il piano è arrivato solo nel 2023 in Consiglio, non siamo sponsor dei termovalorizzatori, ma non vediamo soluzioni alternative. Anche sulla Carta si continua ancora a insistere con Pistoia, mentre il distretto cartario è a Lucca. Vorremo anche sapere da chi è stato scelto la localizzazione del rigassificatore di Empoli”. Capecchi ha proseguito sottolineando che “Arpat non è più in grado di controllare i territori e fa controlli solo a campione”; “si dice basta ai termovalorizzatori, ma i quattro termovalorizzatori esistenti hanno chiesto o l’ampliamento e la proroga. ALIA che è il cuore pulsante della multiutility ha chiesto il rigassificatore, con un piano industriale che non sembra realizzabile”. Serve, invece, “consultare prima i territori e poi fare il piano dettagliato”. “Ci saranno le osservazioni al piano”, ha concluso, “ma questa fase non ci soddisfa”.
Per Marco Niccolai (PD) “al collega Capecchi va riconosciuto il suo impegno per l’analisi dettagliata del Piano. Una programmazione regionale sui rifiuti era necessaria e oggi ci siamo, ci sono sei impianti autorizzati e 18 in fase di autorizzazione. La questione che non è stato fatto nulla è smentita dai fatti, e gli aspetti localizzativi non sono presenti perché, secondo il Consiglio di Stato, non sono di competenza regionale”. Per il Termovalorizzatore di Montale, ha aggiunto, stanno valutando le tre amministrazioni locali interessate, perciò nel piano si può solo prevedere l’impatto previsionale e la Regione deve accompagnare questo processo, non obbligare le singole amministrazioni a fare scelte preordinate”. Nel Piano, ha proseguito, “non si collocano nei rifiuti urbani anche i rifiuti speciali, ma i Comuni, se vogliono attuare un indirizzo diverso, possono seguire delle procedure precise”. Secondo Niccolai, “il Piano si muove all’interno del quadro normativo vigente, e adesso si apre un percorso alle osservazioni, quindi non ci presentiamo con niente in mano. È un piano di transizione con una serie di obiettivi che ci consentono di compiere un evidente salto di qualità”.
Non solo dibattito e diversità di vedute, sul Piano rifiuti, ma anche un comun denominatore che ha caratterizzato il confronto in Consiglio regionale: il grazie per il lavoro approfondito svolto dalla competente commissione consiliare, guidata da Lucia De Robertis (Pd), accanto alla tenacia dell’assessore Monia Monni e dell’intera Giunta.
Silvia Noferi (M5S), dopo aver riconosciuto il merito al consigliere Alessandro Capecchi (FdI) per il suo lavoro e anche per la chiara posizione espressa in merito al Piano dei Rifiuti, ha invitato il centro destra a chiarire la propria opinione sulla Multiutility: “Vorrei poter capire meglio da che parte state”, ha concluso la consigliera.
Di “piano che non pianifica e di non piano” ha parlato Elena Meini (Lega), rivendicando comunque che la sede opportuna per prendere decisioni sia il Consiglio regionale e non le stanze del Partito democratico. Da qui l’invito ad abbandonare l’ideologia e a fare chiarezza in tema di termovalorizzatori, di tariffe e di servizi sul territorio. Meini ha poi parlato della necessità di potenziare l’agenzia regionale Arpat, fino ad arrivare a focalizzare l’attenzione sulla Valdera: “Non può continuare ad essere e non sarà terra di rifiuti di tutta la Toscana”.
L’intervento di Francesco Gazzetti (Pd) è partito da un numero: 743, perché tanti sono i giorni trascorsi dal primo intervento dell’assessore Monia Monni su questo argomento. “Da allora – ha detto – sono cambiate molte cose, ma non la determinazione della maggioranza di offrire alla Toscana un Piano innovativo e sfidante, inserito in uno scenario normativo solido”. Da qui l’importanza del passaggio dell’adozione, “per continuare nel percorso tracciato e riuscire ad innescare nei territori l’economia circolare, grazie ad un Piano che dà anche grande spazio alla legalità”. E ripercorrendo i 743 giorni, Gazzetti si è soffermato su varie tematiche: dalle audizioni sulla riduzione dello spreco alimentare alle risposte in tema di bonifiche. Ha quindi concluso il proprio intervento parlando di “pagina importante e buon metodo, quello del confronto”, augurandosi che tale clima possa continuare ad accompagnare il lavoro sul Piano.
Per Andrea Pieroni (Pd), “la discussione ampia e articolata, su un atto dei più rilevanti di questa legislatura, atto fondamentale nel percorso della transizione ecologica, orizzonte che chiama tutti ad assumere atteggiamenti coraggiosi e responsabili” deve guardare essenzialmente ad un percorso che porti all’autosufficienza dei territori e dei singoli Ato. Altra questione è quella legata alle discariche: “Se nel Piano la discarica è la maglia nera tra i sistemi di smaltimento dei rifiuti, l’ampliamento di Peccioli mal si concilia”. E non omettendo il disagio della Costa e della Provincia di Pisa, il consigliere ha sottolineato la necessità di lavorare per un maggiore equilibrio territoriale, prendendo a prestito le parole del presidente Eugenio Giani: “L’area pisana sarà salvaguardata, c’è bisogno di raggiungere equilibrio tra gli ambiti territoriali”. “Parole chiare e impegnative per tutti”, ha concluso Pieroni.
(testo a cura di Angela Feo, Riccardo Ferrucci e Paola Scuffi)