Due Culture Si Uniscono Attraverso la Musica e il Tai Chi Chuan
Prato [29.09.2023] – La città di Prato, da oltre tre decenni, ospita una variegata migrazione di diverse comunità, tra cui quella cinese, che è la più numerosa.
A San Paolo, nei giardini Vivaldi, tra via Vivaldi e via Salieri, nel “Parco della palestra verde”, da alcuni anni un gruppo di cittadini cinesi si riunisce ogni mattina per praticare l’arte millenaria del tai chi chuan sotto la guida esperta del maestro Chen Zong Quan. Inoltre, si è formato un piccolo corpo di ballo, composto da ragazze cinesi, noto come “Le Sorelle di San Paolo”.
Nel corso degli anni, il maestro Chen Zong Quan ha generosamente aperto le sue lezioni gratuite ai cittadini italiani interessati a questa disciplina orientale, promuovendo così un legame unico tra le due comunità.
Col passare del tempo, questa collaborazione è cresciuta fino a portare alla nascita del progetto artistico-musicale congiunto delle due comunità. Insieme, hanno arrangiato la celebre canzone “Che Sarà”, interpretandola sia in italiano che in cinese, e hanno creato un affascinante video musicale.
Questo progetto rappresenta un importante passo avanti nella ricerca di unione e armonia tra due comunità così prossime geograficamente, ma spesso separate da preconcetti e timori. Il video realizzato dal gruppo testimonia la potenza dell’arte e della musica nel superare le barriere culturali e nel promuovere l’amicizia tra culture diverse.
Link al Video: https://www.youtube.com/watch?v=GQMVYW0_5_Q
Inoltre, nel video potrete apprezzare la partecipazione del cantautore pratese Piero Garbin, un talento poliedrico che, con una carriera artistica che abbraccia gli anni Sessanta e Ottanta, ha apportato un prezioso contributo, rendendo questo progetto ancor più straordinario e coinvolgente.
Piero Garbin
Un grande musicista a cui Andre Ino lega parte della propria attività musicale. La collaborazione nasce già sul finire degli anni ’80 tra gli Ahmed Elman e Piero Garbin. Piero è stato uno straordinario interprete ed un geniale compositore, assieme ad Andre Ino ha composto e pubblicato brani significativi.
Piero Garbin: Un Viaggio tra Arte, Musica e Sport
Nato a Prato il 12 giugno 1945, Piero Garbin è una figura poliedrica che ha lasciato un segno indelebile nella storia artistica e sportiva regionale. Nipote del Maggiore Basilio Garbin, ufficiale dell’8° Bersaglieri, fin dall’inizio la sua vita è stata intrecciata con un profondo legame con la storia e la tradizione familiare.
Figlio di Vito Garbin, classe 1923, un fiero istruttore paracadutista che fu assegnato, dopo l’armistizio del 1943, al battaglione NEMBO di stanza in Sardegna. Da suo padre, Piero ereditò il valore del rispetto e dell’impegno verso ogni forma di vita. L’inizio del percorso di Piero si intreccia con la storia di Vito, che nella primavera del 1944, durante la difficile risalita verso il nord al fianco degli Alleati, fu temporaneamente distaccato presso la caserma del Battaglione NEMBO a Pistoia. Fu proprio lì che il destino lo portò a Firenze, dove incontrò e si unì a Liliana Cipriani, la donna destinata a diventare la madre di Piero.
Per comprendere appieno la sua storia, dobbiamo anche gettare uno sguardo sulla figura di sua madre, una donna eccezionale e affascinante nata nel lontano 1919. Liliana, con la sua bellezza e altezza che erano notevoli per i suoi tempi, aveva un posto speciale nel cuore di suo figlio Piero. La relazione tra madre e figlio era straordinaria, caratterizzata da un amore profondo e reciproco. Da Liliana, Piero ha ereditato valori fondamentali che avrebbero plasmato il suo cammino: l’onestà, il rispetto per le persone e un innato amore per la vita stessa.
Questa connessione straordinaria tra madre e figlio ha lasciato un’impronta indelebile nella vita di Piero, plasmando profondamente la sua personalità e i suoi valori. La presenza e l’influenza di Liliana nel percorso di suo figlio costituiscono un altro elemento significativo nella sua storia, portando con sé i preziosi insegnamenti della madre a cui Piero era così affezionato.
I primi anni di vita di Piero trascorsero nella Frazione di Iolo, nel comune di Prato, dove iniziò a coltivare la sua grande passione per il calcio giocato partecipando ai primi campionati nella categoria “pulcini”, nella squadra locale del paese, per poi giungere negli anni successivi nelle squadre giovanili dell’A.C. Prato. Questo momento fu particolarmente significativo poiché la Prima squadra dell’A.C. Prato militava in Serie B e annoverava tra le sue fila giocatori di spicco come Mario Bertini, futuro nazionale, con il quale Piero ebbe l’opportunità di misurarsi in alcune sessioni di allenamento.
Quando la carriera calcistica di Piero sembrava essere in ascesa, subì una battuta d’arresto a causa delle Febbri Maltesi che, all’età di 14 anni, lo costrinsero a interrompere temporaneamente l’attività sportiva. Dopo un periodo di recupero trascorso in montagna, Piero fece ritorno al calcio giocato, senza tornare purtroppo ai livelli atletici precedenti. Nonostante la perdita del posto nelle giovanili dell’A.C. Prato, il suo talento calcistico era innegabile. Tuttavia, la prospettiva di un ridimensionamento del suo percorso agonistico, scosse profondamente Piero, tanto da spingerlo a prendere la decisione di abbandonare il mondo del calcio e intraprendere la strada della musica.
La musica divenne infatti un’altra grande passione nella vita di Piero. Negli anni ’60 sviluppò un talento canoro straordinario che gli permise di emergere come cantante solista e musicista. Nel 1963, all’età di soli 18 anni, vinse la coppa “microfono d’oro” al 1° Festival della Canzone “Città di Prato”, segnando l’inizio di una promettente carriera musicale. Si unì alla Corale Giuseppe Verdi, esibendosi in concerti di musica sacra in importanti cattedrali italiane.
Piero dimostrò la sua versatilità partecipando a numerose manifestazioni musicali, ottenendo premi e riconoscimenti. Tuttavia, nel 1971, quando la sua carriera da musicista e artista sembrava percorrere la giusta direzione, un evento improvviso cambiò, ancora una volta, il corso della sua vita. La prematura scomparsa del suocero lo spinse a prendere una decisione drastica: abbandonare la strada della professione musicale per unirsi all’azienda di famiglia. Questo segnò un cambiamento significativo nel suo percorso, allontanandolo dal mondo della televisione, della musica e del cinema, dove aveva avuto l’opportunità di essere considerato per un ruolo importante.
La passione per la musica restava forte. Perciò, nonostante avesse riorientato radicalmente le sue prospettive, tra il 1971 e il 1982, si unì al gruppo musicale locale “Gruppo Idea”, confermando sempre più il suo talento artistico e conquistando, nel 1982, il prestigioso concorso canoro “Il Bacchino Pratese”. Questa vittoria avrebbe potuto riaprire nuove opportunità nella sua carriera artistica; tuttavia, Piero decise di non mettere in discussione le scelte fatte anni prima e di concludere definitivamente questa avventura per ritornare alla sua altra grande passione nella vita, il calcio.
Alla soglia dei quarant’anni, iniziò una carriera da allenatore che si rivelò altrettanto brillante. Assunse la guida tecnica del San Giusto Calcio, una squadra di grande prestigio che militava nel campionato Eccellenza UISP di Prato. Nel corso degli anni successivi, dal 1983 al 1989, conquistò numerosi Titoli nei campionati provinciali e regionali, ottenendo anche l’importante vittoria nel prestigioso torneo estivo “Città di Prato”. Questi successi testimoniarono la sua straordinaria abilità e dedizione nello sport, attirando l’attenzione di diverse squadre calcistiche della regione.
Nuovamente, Piero Garbin si contraddistinse per le sue decisioni sorprendenti. Nel 1990, anziché accettare alcune interessanti proposte tecnico-economiche provenienti da varie squadre semiprofessionistiche, prese una svolta, abbandonando il mondo del calcio per dedicarsi a una nuova passione: la pesca in mare. Acquistò diverse imbarcazioni e sviluppò tecniche innovative per la pesca d’altura di tonni e palamiti. Questa nuova avventura lo allontanò definitivamente dai riflettori della celebrità, conducendolo verso una vita più riservata, incentrata sulla famiglia e sul lavoro.
Nel corso degli anni, Piero ha ritrovato la passione per la chitarra nel suo studio musicale di Prato, componendo nuove melodie che condivide con i suoi cari e i suoi amici più intimi. Pur avendo subito profondi cambiamenti, segue ancora con passione il calcio in televisione, un mondo diverso rispetto a quello che aveva conosciuto e vissuto tra gli anni ’60 e ’90.
Avvicinandosi agli ottant’anni, Piero è un uomo in forma fisica, apparentemente indifferente al trascorrere del tempo, con un notevole atteggiamento positivo che lo spinge a vivere la vita come se non ci fosse una fine.
L’eredità di Piero Garbin è quella di un individuo che ha saputo indirizzare la sua passione in molteplici direzioni, lasciando un segno significativo nel calcio, nella musica e in avventure uniche. La sua storia rappresenta un esempio luminoso di come una persona possa seguire il proprio cuore e le proprie inclinazioni, tracciando un percorso di vita eclettico, coinvolgente e fonte di ispirazione.
Piero ha sempre manifestato un atteggiamento positivo nei confronti della vita, atteggiamento che sembra renderlo incurante al trascorrere del tempo. Per lui, ogni istante è un’opportunità da cogliere, una nuova pagina da scrivere, un capitolo da vivere appieno. Con il suo straordinario spirito, Piero continua a dimostrare che la passione e l’impegno non conoscono età e che è possibile mantenere un entusiasmo giovanile, continuando a lasciare un’impronta positiva sulla propria comunità e oltre.