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Il presidente della Toscana ha illustrato il quadro complesso delle azioni già in corso e degli interventi da programmare

di Ufficio Stampa CRT

Firenze – Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha tenuto questo pomeriggio, martedì 7 novembre, un’informativa al Consiglio regionale sulla situazione che si è determinata a seguito degli eventi alluvionali dei giorni scorsi e che lo vede incaricato quale commissario delegato per l’emergenza. E ha chiesto un ulteriore minuto di raccoglimento prima di diffondersi nell’illustrazione di un quadro ancora in divenire.

Giani è partito da un’accorata descrizione della “vastità di quello che è accaduto, gli eventi calamitosi che hanno coinvolto la Toscana, con la caduta d’acqua che in quelle sei-sette ore si è riversata nelle zone più colpite. Eventi che hanno superato la misura di quanto accadde nel 1966”. Da Livorno, “dove con il sindaco Salvetti abbiamo valutato che per fortuna sono stati eseguiti i lavori che hanno stombato il Rio Maggiore, il Rio Ardenza, altrimenti ci saremmo trovati agli stessi effetti del 2017; a Pontedera, San Miniato, Cerreto Guidi, Stabbia, fino al Monte Albano, a Lamporecchio, dove sono morte due persone. E poi a Quarrata, Agliana, Montale, Figline di Prato, dove in queste ore è stata trovata l’ottava vittima, con la furia del Bardena, e ancora a Prato, Montemurlo col torrente Bagnolo, e la parte bassa della provincia di Prato, a Seano, dove il torrente Furba, un rigagnolo, ha formato un lago. Fino all’allagamento di Campi Bisenzio, con il 68 per cento della popolazione colpita. Chi va fuori sono soprattutto gli affluenti del Bisenzio – ha ricordato il presidente –: il torrente Marina da una parte e dell’altra il Marinella”. Un’alluvione che ha come protagonisti “non l’Arno, che non raggiunge neppure il livello di guardia, non il Bisenzio in sé, ma i piccoli affluenti, il reticolo minore fatto di rii e torrenti”. Cinque le province toscane più duramente colpite, “quelle che hanno subito danno tanto forti ed evidenti” e sono oggetto della prima ordinanza di emergenza nazionale, “che potrà però essere successivamente integrata e potrebbe interessare altre due province, Lucca e Massa, sulla base di documentazioni più dettagliate”.

Il presidente conferma in Aula di aver “trovato subito la disponibilità di Curcio, per la Protezione civile, e del ministro Musumeci”. E valuta positivamente “il comportamento degli esponenti del governo a partire dalla presidente Meloni, che ringrazio. In tutti loro ho trovato correttezza”. Richiama “il costante scambio di messaggi con il ministro Salvini”. Quindi rinnova il ringraziamento al “presidente della Repubblica Mattarella, così come ai leader politici nazionali: in tutti ho riscontrato sensibilità e correttezza”. Si rivolge ai consiglieri regionali: “Sento uno spirito costruttivo da parte di tutti voi – dice Giani –. Da uomini delle istituzioni dobbiamo dimostrare di saper essere vicini e fornire il sostegno alla popolazione. Dobbiamo essere presenti nei Comuni. Dal centro operativo di via di Novoli abbiamo compiuto una funzione di coordinamento, la tempestività dell’azione è stata forte”. Ricorda “i quaranta funzionari a disposizione di Massini (direttore difesa del suolo e protezione civile, ndr), coordinati dall’assessora Monni. Poi è stato fondamentale il volontariato organizzato. E voglio ringraziare le forze dell’ordine, carabinieri, polizia, l’esercito che si è sin dall’inizio coordinato con noi, fino alle imprese attrezzate per il soccorso”.

Giani passa quindi a delineare le misure e gli interventi: “Non c’è solo l’alluvione, ma a Vernio e a Vaiano c’è stato un tale numero di frane che non so quando si potrà ripristinare tutto. Oggi dobbiamo mostrare forza, nella necessità di essere vicini ad un’area così vasta. C’è il problema dei rifiuti, sarà un’impresa lo smaltimento. C’è la necessità di rendere Alia collettore unico delle ditte di spurgo, l’abbiamo fatto con un’ordinanza. Si dovrà accedere con tariffe agevolate all’utilizzo dell’acqua che ora servirà per ripulire gli ambienti”.

Quanto all’incarico di commissario: “I poteri che ho portano a identificare coloro su cui è possibile operare subito, popolazione e attività produttive. Le prime misure economiche di immediato sostegno nei confronti dei nuclei familiari con contributo massimo di 5mila euro; per la ripresa di attività economiche e produttive con un contributo massimo di 20mila euro ad una singola attività; contributi per abitazioni danneggiate in tutto o in parte con contributo da 400 a 800 euro, a seconda della composizione del nucleo familiare”. Si tratta di risorse “per complessivi 5milioni. Ho intenzione di spenderli attraverso un lavoro di ricognizione che devono fare i Comuni. Documenteremo anche l’esigenza di una cifra superiore ai complessivi 5milioni, c’è la disponibilità del governo, mi ha confermato Curcio”. Poi ci sono “le ordinanze di somma urgenza, che rientrano nell’ambito delle mie funzioni di commissario, a cominciare dal ripristino strade, ponti collassati. Entro 30 giorni dovrò presentare una relazione al ministero ed entro 90 giorni dovrò presentare un piano più strutturato relativo alle opere necessarie”.

“All’inizio avevo chiesto che nella dichiarazione di emergenza nazionale ci fossero anche le province di Lucca e Massa – aggiunge Giani, che con l’informativa risponde anche a un’interrogazione presentata dal gruppo della Lega –: devo dire che Curcio e Musumeci mi avevano dato la disponibilità. Il giorno dopo è emerso che le province immediatamente interessate erano cinque, ma per le altre due non hanno detto no: chiedono che vengano forniti elementi più motivati perché possa essere integrata l’ordinanza. Se questi elementi verranno offerti, l’ordinanza per le cinque province può diventare per sei o sette”.

Il presidente della Toscana ha voluto ringraziare anche le tante Regioni che ci hanno subito dato sostegno: Emilia-Romagna, Puglia, Liguria, Piemonte, Lazio, Campania, Friuli, Lombardia”. E ai consiglieri regionali: “Avete tutta la mia delega, è il momento di agire per il bene delle nostre comunità. Non è vero che la politica è respinta dalla gente. Ho trovato un senso di rispetto che non dobbiamo tradire”.

(testo a cura di Sandro Bartoli)

Durante il dibattito sull’informativa del presidente della Giunta regionale Eugenio Giani sul maltempo, il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Torselli ha aperto il suo intervento raccontando un evento che lo ha colpito personalmente: “Non mi è facile parlare con distacco di quando accaduto, la sera di giovedì ero a Lucca per una riunione di partito e ho fatto quello che facciamo tutti, guardare il cellulare. E tra le foto di esondazioni e disastri nel pratese, c’era quella della casa dei miei genitori”. “Ho scelto fino a ora la strada del silenzio – ha proseguito – non so se esistono delle colpe, ma verrà il momento giusto per affrontarle. So che ho cercato l’assessore Monni, cercando di disturbarla il meno possibile e mi ha risposto sempre dal campo, dove è stata senza dormire giorno e notte e le va riconosciuto il massimo impegno”.

“Abbiamo come partito scelto la via del silenzio, ma stare zitti non significa non rispondere alle tante domande dei cittadini, dai colori dell’allerta al coordinamento della protezione civile. Sulle responsabilità farà chiarezza la magistratura di Prato e Pistoia che è già al lavoro, ma noi come partito, e speriamo di non essere da soli, terminata l’emergenza chiederemo una commissione di inchiesta sull’accaduto e su quello che avremmo potuto fare per evitare che possa riaccadere. Passata l’emergenza la politica dovrà rispondere ai cittadini in maniera seria”.

“Non dimentichiamoci – ha poi concluso – dei nostri concittadini che non avevano superato l’emergenza, come il caso del Mugello. Hanno avuto danni meno gravi di Campi Bisenzio, ma è proprio il caso di dirlo per loro è piovuto sul bagnato”.

Maurizio Sguanci di Italia Viva ha raccontato la sua esperienza personale: “Da cittadino ho unito le mie braccia a quelle dei residenti a Campi Bisenzio, la maggior parte giovani. Siamo terra dei campanili ma anche quella dove nasce l’assistenza dei derelitti e gli abbandonati. Devo dire che la risposta è stata straordinaria”. Poi ha chiesto un intervento per gestire queste emergenze in futuro: “Serve un piano per le casse di espansione anche per i torrenti e vanno identificate subito le aree e le risorse necessarie. Mentre i grandi fiumi, già dotati di casse di espansione, hanno tenuto benissimo”. Sguanci che concludendo l’intervento si è chiesto come mai durante tre giorni a Campi Bisenzio “non abbia mai visto un militare impegnato nelle operazioni di soccorso”.

Il capogruppo di Forza Italia Marco Stella ha ringraziato il Governo per i ristori offerti e in particolare il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani per la sua visita a Prato. Poi ha aggiunto: “Va bene la gestione dell’emergenza, ma io vorrei capire cosa è accaduto prima, perché c’era allerta gialla e nemmeno arancione, per i temporali e arancione per le mareggiate sulla costa.

Mai l’allerta rossa. Si tratta di un sistema da rivedere, un tema che la politica dovrà affrontare presto”. “Non capisco poi – ha aggiunto – perché ci siano arrivati messaggi di allerta sui cellulari per un’esercitazione e non siano stati usati in questa situazione. È necessario poi capire come si sia attivato il sistema di intervento della Protezione civile”.

Secondo Stella “alcuni interventi del consorzio di bonifica che sono stati ritardati, fatti oggi avrebbero evitato qualche esondazione. E per questo è necessario un approfondimento fatto con schiettezza e correttezza su allerte, finanziamenti e piano regionale di gestione dei rischi”.

Federica Fratoni del Partito democratico ha voluto ringraziare i volontari che “sono un braccio operativo fondamentale per la Protezione civile” e ha aggiunto “facciamola la commissione di inchiesta. Sarà un momento di approfondimento su cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato. Tutto si può sempre migliorare e lo dobbiamo alle vittime. Però questo sistema è una ricchezza per la nostra Regione e si è evoluto nel tempo per merito di tanti cittadini che si danno da fare tutti i giorni, facendola diventare un fiore all’occhiello a livello nazionale”.

Sul sistema dell’allerta ha spiegato che “con i colori non cambia il livello di pericolosità, perché un’allerta è un’allerta, ma l’oggetto che viene attenzionato, che nel caso nel colore rosso sono i grandi fiumi, mentre l’arancione riguarda il reticolato secondario. Anche facendo tutte le casse di espansione del mondo e alzando gli argini il rischio zero non esite. È stato un evento così estremo, ma oramai frequente, e questo è l’elemento di novità, e noi dovremo aggiornare i nostri modelli matematici. La Toscana ha un documento difesa del suolo ricco di progetti che hanno bisogno di recuperare le risorse e penso prima di tutto al Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma serve anche una pianificazione urbanistica diversa dei nostri territori”. La consigliera Fratoni ha chiuso il suo intervento auspicando che il distretto tessile dopo i danni subiti riparta subito senza abbassare il livello di attenzione nelle prossime settimane e dando risposte concrete ai cittadini e alle imprese”.

Per il consigliere regionale della Lega Massimiliano Riccardo Baldini “siamo di fronte a una vicenda che ha colpito duramente le famiglie ed imprese su territorio toscano e c’è la sinergia di tutte le parti per risolvere le problematiche create. Ma credo sia necessario fare chiarezza sulle normative”. Sulla interrogazione presentata sulla calamità naturale che ha colpito la costa toscana e in particolare le località di Torre del Lago Puccini (LU), la Versilia e l’Alta Toscana il consigliere Baldini ha detto “di non essere stato assolutamente soddisfatto dalle risposte del presidente Giani”.

Sulla gestione dell’emergenza nelle due province duramente colpite dal maltempo di Lucca e Massa Carrara e non inserite nel decreto sullo stato di emergenza nazionale Massimo Riccardo Baldini ha spiegato che “le risorse per intervenire possono arrivare dallo stato di emergenza dichiarato dal presidente Giani per tutta la Regione aiutando i balneari e le imprese commerciali duramente colpiti. Gli strumenti li abbiamo già a livello regionale e sfruttiamoli subito. Penso a Torre del Lago dove ci sono stati importanti danni, dove ci sono famiglie anche con disabili che sono state sfollate, dove ci sono situazioni di grandi difficoltà per i tetti completamente scoperchiati, ma penso anche ad altre località che hanno subito danni prima del 2 novembre.

Io credo che alla luce di quello che era successo il 30 e il 31 di ottobre siamo arrivati in ritardo. Ora è fondamentale utilizzare le risorse che abbiamo a partire dalla terza variazione di bilancio”.

Il Portavoce dell’opposizione Marco Landi ha ricordato le alluvioni che nel corso degli anni hanno colpito duramente la Toscana come nel caso di Campo nell’Elba, per me ha detto “è fondamentale non ripetere gli errori che sono stati fatti in passato. Dobbiamo aiutare i cittadini una volta finita l’emergenza a compilare i moduli a rapportarsi con l’amministrazione comunale, per poter usufruire dei fondi messi a disposizione. Il problema è che capita spesso che solo una parte dei cittadini che hanno subito danni materiali accedano ai servizi dati dai comuni. In questo caso la Regione Toscana potrebbe dare un supporto di coordinamento prima di tutto sulla trasparenza di quella che può essere l’accessibilità. È anche fondamentale il ruolo della Protezione civile sui territori anche perché tanti piccoli comuni non hanno le forze per fare fronte alle richieste dei cittadini. A questo si aggiunge che spesso il ritorno economico arriva dopo anni”.

L’altro tema è quello delle banche e io vorrei che “dal prossimo mese il presidente Giani possa garantire che venga sospeso il pagamento per le rate dei mutui non solo per chi ha l’inagibilità totale di case e attività commerciali, ma magari possa inserire anche quella parziale. E poi servirebbe anche un controllo su quello che gli istituti bancari fanno. Per quanto riguarda le opere infrastrutturali vorrei che il ripristino fosse completo, con interventi finanziabili realmente e che vadano a buon fine”. Marco Landi ha concluso il suo intervento specificando che “per quanto riguarda la presenza delle Forze Armate sul territorio, l’Esercito era a Prato il 4 novembre”.

(testo a cura di Emmanuel Milano)

Dopo l’informativa tenuta dal presidente della Giunta regionale Eugenio Giani e la prima parte del dibattito sulla situazione in Toscana a seguito degli eventi alluvionali dei giorni scorsi, che si sono tenuti ieri sera in Consiglio regionale, questa mattina la seduta di Aula è proseguita con gli interventi dei consiglieri.

Silvia Noferi (M5S) ha sottolineato come la frequenza in cui eventi atmosferici estremi si verificano si sia intensificata e come ormai non si tratti non più di eccezionalità quanto purtroppo di norma. “A Campi ci sono state alluvioni nel 1924, 1966, 1991 e nel 2023, e questo a detta di chi ha vissuto le precedenti è di gran lunga l’evento peggiore” ha detto la consigliera, secondo la quale “purtroppo dal presidente Giani non abbiamo saputo nulla che non avevamo già saputo dai giornali o andando sul posto”. “A noi non risulta che sia tutto sotto controllo come ci è stato detto – ha proseguito -, bensì che mancano pompe per portare via l’acqua, che cumuli di rifiuti sono mischiati alle auto alluvionate che devono essere spostate, che Alia non sta lavorando h24 e che c’è una fila di camion davanti al solo sito messo a disposizione per i rifiuti”. Ancora, “è evidente che alcuni argini sono crollati perché non erano stati rinforzati”. “E’ l’ora – ha concluso la consigliera – che ognuno faccia la propria parte senza rimpalli di responsabilità”.

Elisa Tozzi (Fratelli d’Italia) ha detto di temere che gli eventi dei giorni scorsi abbiano un forte impatto sul versante socio-economico. “Dobbiamo tutti interrogarci su quello che è stato fatto e su quello che non è stato fatto – ha commentato – ricordandoci che solo pochi mesi è stato colpito l’Alto Mugello e che in quelle aree siamo ancora lontani da un ritorno alla normalità. La Toscana è un territorio molto fragile, ce lo dice anche l’Irpet che ha fatto un focus sugli investimenti e sui punti di criticità. Forse abbiamo investito molto in interventi non consoni e non siamo stati in grado di progettare ed agire con rapidità. Abbiamo il dovere di non farci trovare impreparati, serve una riflessione approfondita per dare risposte a temi cruciali. Altrimenti, che lasceremo ai nostri giovani, solo aree devastate?”.

Luciana Bartolini (Lega) ha riportato che la situazione nella provincia di Pistoia, da cui proviene, “è drammatica”. “Ci sono enormi quantità di rifiuti e quantità di fango nelle abitazioni – ha spiegato – nonostante l’intervento lodevole di tanti giovani volontari. I danni al settore del vivaismo per adesso non sono calcolabili, perché non si capisce quante piante riusciranno a sopravvivere. I nostri sono territori fragilissimi, e la situazione è peggiorata dalla cementificazione selvaggia”. “Con questo quadro – ha concluso la consigliera – la prima arma di difesa è la conoscenza del territorio. Gli avvertimenti di Ispra dati a maggio sono caduti nel vuoto, non è stato fatto nulla. Dobbiamo imparare e prevenire e non a ricostruire”.

Vittorio Fantozzi (Fratelli d’Italia) ha commentato come, riguardo a una commissione d’inchiesta, il ruolo debba essere anche quello di “adeguamento” alla realtà dei fatti. “C’è un evidente scollamento tra quello che percepisce la popolazione, la reazione dei cittadini e gli interventi della Protezione civile” ha detto. Secondo Fantozzi “siamo molto indietro, stiamo perdendo la battaglia contro gli eventi climatici estremi”. Il consigliere ha ricordato che è stata presentata tempo fa una mozione sull’adeguamento delle app per l’emergenza, e una proposta di legge sulla preparazione dei giovani volontari, dopo i 18 anni, per gli interventi di Protezione civile. “Sarebbe utile poter contare su personale volontario formato specificamente per interventi di emergenza come in questo caso” ha concluso.

Marco Niccolai (Pd), che pure rappresenta il territorio della provincia di Pistoia, ha ringraziato Giani “per averci messo la faccia e per essere sui territori” e ha parlato di “ore drammatiche che stiamo ancora vivendo”. Ha riportato scenari come quello della piazza di Quarrata “in cui i negozi sono stati svuotati dalla furia dell’acqua”, di aree artigianali e industriali totalmente sommerse, di aziende in ginocchio, di strade che sono diventate greti di fiume, del Montalbano colpito da numerose frane. Niccolai ha inoltre detto che la zona, oltre a piangere due morti a Lamporecchio, è stata doppiamente colpita perché la notte successiva sono esondati i fiumi Stella e Lagna. “Vedremo a lungo gli effetti di questo disastro – ha commentato – che rischia di impattare pesantemente sul tessuto produttivo e sulla tenuta occupazionale, perché molti imprenditori rischiano di non riaprire le loro attività”. A questa situazione, ha aggiunto Niccolai, “nessun ente territoriale, neppure la Regione, può fare fronte da solo”, additando come “stucchevoli” le polemiche lette sui giornali per la nomina del commissario. “Chi può essere più adeguato del presidente della Regione?” ha chiesto.

Secondo Irene Galletti (M5S) in questa fase il dibattito deve concentrarsi soprattutto sull’emergenza. “Ogni persona colpita deve essere aiutata efficacemente senza che ci siano cittadini di serie A e B, ci sono ancora zona isolate” ha detto, e ha proseguito raccomandando una riflessione sugli ospedali allagati, questa volta Prato e Pontedera. “Soprattutto per quello di Prato, costruito recentemente, qualcosa non ha funzionato nell’organizzazione” ha commentato -. “Dobbiamo gestire lo smaltimento dei rifiuti e far sì che non ci siano speculazioni per gli spurghi, garantire siti di stoccaggio e monitorare le falde freatiche, a rischio”.

Riguardo al futuro, anche secondo Galletti, dopo aver ignorato per decenni gli avvertimenti degli esperti, occorre evitare ogni cementificazione “e attuare una pianificazione territoriale, ormai essenziale”. Perché, si è chiesta citando alcuni esempi, si è fatto in quel modo il ripascimento della spiaggia di Marina di Pisa, si parla di aree per il nuovo aeroporto di Peretola in zone a rischio, così come per la stazione Foster e il nuovo palazzo della Regione a Novoli?. I soldi stanziati dalla Regione per le opere di manutenzione – ha infine osservato – non sono sufficienti. “Dal 2023 al 2025 risultano in atto 21 interventi per un totale di 59,4 milioni di euro in tutta la Toscana, non per 200 milioni come si è affermato”.

(testo a cura di Cecilia Meli)

Secondo Ilaria Bugetti (Pd), in questo momento deve prevalere uno spirito di collaborazione. “Dobbiamo approcciarci tutti insieme alle necessità del momento, ma con lo sguardo rivolto alla programmazione futura – ha detto – e fare in modo che questo evento straordinario, eccezionale, doloroso non passi senza cogliere l’opportunità di cambiare il nostro approccio alle grandi questioni. Non so se la commissione d’Inchiesta sia lo strumento giusto, mi piacerebbe però che fossimo in grado di fare, insieme alla Giunta, un’indagine e un approfondimento per capire quali sono gli strumenti da mettere in campo da subito. Oggi non ci sono solo le famiglie che chiedono aiuto, ma anche le imprese, che sono l’ossatura del nostro sistema toscano. Molti imprenditori hanno lavorato con i loro operai e i loro dipendenti per pulire il prima possibile e ripartire. La commissione Ambiente e territorio, che presiedo, è a disposizione per iniziare un lavoro straordinario con le associazioni di categoria per comprendere quali siano le loro esigenze più urgenti, ad esempio gli sgravi fiscali”.

Valentina Mercanti (Pd) ha affermato come in questi giorni “la Regione e la Protezione Civile abbiano dato un messaggio di tempestività, operatività e trasparenza”. “Adesso abbiamo a che fare con la disperazione di chi ha perso tutto e ha bisogno di ritrovare la fiducia – ha aggiunto – : perché ad essere colpite sono soprattutto le periferie, chi aveva il mutuo da pagare, chi già faceva fatica ad arrivare alla fine del mese. Abbiamo il dovere di stare loro vicino”.  Sulla polemica su chi dovrà essere il commissario ha aggiunto: “Mi auguro che sia il Presidente della Regione, che nei fatti gestirà comunque la ricostruzione: evitiamo dunque un’ulteriore figura che creerà solo altra burocrazia”. “Mi auguro – ha concluso – che tutti insieme si riuscirà a reperire le risorse che servono. I progetti ci sono, i piani nei Comuni anche, è questione di dare ad essi le gambe e metterle in pratica. Uniamo le forze, lavoriamo con spirito istituzionale e di collaborazione. Proviamo a scrivere una pagina di storia diversa, sono sicura che i cittadini apprezzeranno”.

 Francesco Gazzetti ha ricordato l’alluvione di Livorno del 2017 “che ho vissuto personalmente”. “In quell’occasione – ha affermato – aver costruito una strategia condivisa, aver trovato dei punti di incontro, aver messo insieme punti di vista politici diversi, è stato fondamentale. La realizzazione di una serie di opere nel mio territorio si è dimostrata fondamentale per far sì che le problematiche di questi giorni siano state di un’entità non paragonabile rispetto a quello che accadde nel 2017. E questo dipende da ciò che è stato fatto da questa Amministrazione regionale, dallo Stato e della Protezione civile”. “Eventi come questo – ha aggiunto – attraversano la vita delle nostre comunità: ricordo l’alluvione del 1966, Cardoso, l’alluvione in Alta Versilia. C’è una ricorrenza che si sta facendo troppo intensa: per questo spero che da parte del Governo e delle istituzioni europee ci sia una valutazione su come di rimodulare, nell’articolazione del Pnrr, alcuni tipi di intervento e, soprattutto, sulla possibilità di erogazione dei fondi per la riduzione del rischio idrogeologico. Infine credo che sia utile un approfondimento sul tema della gestione del sistema delle allerte: sulla sperimentazione a livello nazionale dell’IT-alert ad esempio, in capo al dipartimento della Protezione Civile, è necessario lavorare con grande speditezza. Spero che non si perda un’occasione”.

Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) ha citato i dati Ispra secondo cui “la Toscana ha un rischio elevato per quasi l’8 per cento del territorio, quasi 1500 chilometri quadrati pari a 270mila persone, 65mila edifici, 28mila imprese, 1400 beni culturali”. “Si tratta – ha detto – di una dimensione enorme di rischio che richiederebbe, ha richiesto e richiederà ancora uno sforzo finanziario-progettuale di pianificazione incredibile”. Capecchi ha poi parlato della gestione della comunicazione: “E’ l’informazione che può evitare il formarsi di condizioni di rischio. In quelle ore e in quei giorni avrebbe prodotto più risultati una comunicazione istituzionale più efficace che utilizzasse strumenti innovativi come le chat, coinvolgendo tutti i consiglieri regionali, provinciali e comunali per veicolari i messaggi fondamentali, il primo dei quali avrebbe dovuto partire alle 18 di giovedì per dire alle persone di non uscire. Mentre i COC sono stati convocati tra le 20 e le 21, quando ci sono state le prime rotture arginali che in alcune zone come Quarrata e Montale si sono dilungate fino alla domenica mattina. Come ha funzionato l’informazione in tempo reale? La radio è stata utilizzata per raggiungere le persone? Bisogna ammettere che il meccanismo e la filiera non hanno funzionato perfettamente: per 48 ore, finché non sono arrivate le colonne mobili delle altre regioni siamo stati in grande difficoltà”. Capecchi ha infine puntato il dito sul funzionamento della centrale del 112 e sul sistema di allerta: “Cambiare da arancione o rosso non avrebbe cambiato la gravità di quanto successo, ma se andiamo a vedere la tabella rosso vuol dire conclamate rotture arginali, che è esattamente quello che stava succedendo. Quindi come ha funzionato l’informazione in tempo reale? Penso che la protezione civile possa e debba lavorare meglio e in maniera unitaria”.

(testo a cura di Angela Feo)

Diego Petrucci (FdI) non ha dubbi: “senza voler fare il negazionista sui cambiamenti climatici, la responsabilità più grossa degli episodi drammatici di questi giorni sta nel mancato intervento dell’uomo, sia sul fronte delle manutenzioni che di opere non fatte a dovere”. Ed il consigliere ha anche provato a dimostrarlo, partendo dagli interventi di messa in sicurezza del litorale pisano, che dovevano esser realizzati da anni, e dalla costruzione sbagliata di nuovi ospedali, che si allagano quando piove. Da qui la riflessione finale: “in questa Regione manca una strategia di piano, basta leggere la variazione di bilancio con tutti gli interventi spot”.

 Elena Meini (Lega), iniziando il proprio intervento con parole di cordoglio e vicinanza per i familiari delle vittime, per i tanti sfollati e le aziende in ginocchio, ha invitato i rappresentanti della politica ad essere seri, a non dare colpa al solo cambiamento climatico ma anche a prendersi ognuno le proprie responsabilità, “per far sentire i cittadini sicuri nelle loro case”. Secondo la consigliera molti i punti su cui riflettere: dalla Protezione civile ai Consorzi di Bonifica, passando dalla legge sulla difesa del suolo e dalle risorse a disposizione della Regione Toscana nel capitolo emergenze. Per Meini, inoltre, quando si fanno i sopralluoghi sui territori sarebbe opportuno rendere partecipi anche i consiglieri che vi abitano. Meini, infine, ha proposto di valutare i diversi interventi della variazione di bilancio, per dirottare le risorse di quelle rinviabili alle famiglie colpite, che aspettano risposte dal Governo ma anche dalla Regione Toscana.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Marco Casucci (Lega): “occorre ripensare tante cose ma non possiamo votare la terza variazione di bilancio, tutte le risorse per interventi, che non hanno carattere strutturale, devono andare ai cittadini e alle imprese danneggiati dall’alluvione; questa la sfida che lanciamo al presidente Eugenio Giani, accanto al grazie a tutti i volontari, anche se del terzo settore dobbiamo ricordarci sempre, non solo dopo eventi così drammatici”. Di fronte ad un vero e proprio “atto di guerra della Natura” che ha fatto paura ed ha causato tanti danni, accanto all’impatto inevitabile dei cambiamenti climatici, la politica – tutti i rappresentati delle istituzioni ai diversi livelli – deve interrogarsi sulle operazioni di adattamento, sugli insediamenti e sul progressivo consumo del suolo, sulle infrastrutture, ma soprattutto deve aiutare concretamente famiglie e aziende colpite, partendo dai territori.

Vincenzo Ceccarelli (Pd), ringraziando per il dibattito “ricco e pacato” ha parlato della comunicazione del presidente Eugenio Giani come di una testimonianza di impegno e conoscenza del territorio, insieme all’assessore Monia Monni e ai tanti uomini della Protezione civile e ai giovani volontari. E parlando da “osservatore non coinvolto” il consigliere ha affermato che la macchina dei soccorsi è scattata e, al di là del colore dell’allerta, che si basa su procedure tecniche, e alle tante riflessioni da fare – dagli investimenti per la prevenzione alla carta del rischio idrogeologico e sismico, passando dai piani di bacino – “ora è il momento della collaborazione istituzionale a tutti i livelli per rendere un po’ di giustizia a chi ha subito danni, non solo economici ma anche dell’anima”. Il presidente del Partito democratico ha infine concluso il proprio intervento augurandosi che Giani possa essere non solo Commissario per l’emergenza ma anche per la ricostruzione, soprattutto per la conoscenza del territorio.

(testo a cura di Paola Scuffi)

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