In un catalogo nuovo, rilegato nero e oro, spiccano le immagini di un centinaio di oggetti.
Ad aprire la selezione una trentina di manufatti e sculture in ceramica realizzate dai primi del Novecento fino agli anni Settanta.
Galileo Chini fa la parte del leone con alcuni vasi, coppe e piatti realizzate nelle fornaci a Firenze ed espressione del più puro stile liberty, degni della mostra che ha riscosso un grande successo al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza l’anno scorso. Il futurismo è rappresentato con un piatto di Dante Baldelli per la manifattura Rometti di Umbertide ed un vaso raro di Tullio d’Albisola con decoro ironico di conigli. L’Art Decò si manifesta con alcune ceramiche di Lenci, tra cui spicca la donna sul mappamondo di Helen König di Scavini ed il centrotavola fantastico con le maschere di Mario Sturani, che rappresentò l’Italia nella grande mostra dell’Art Decò En Europe tenutasi a Bruxelles nel 1989. Di Gio Ponti, sempre presente nelle nostre aste, due donne uccello in biscuit fortemente ispirate alla pittura di Alberto Savinio. Chiudono la prima parte alcune sculture barocche di Franco Garelli, due capolavori di Alfonso Leoni, grande maestro faentino per la prima volta sul mercato dell’arte e un vaso raro di Enzo Mari per Danese.
Ma il cuore dell’asta è il vetro di Murano di cui Cambi è leader italiano nell’aggiudicazione dei pezzi più importanti della produzione del Novecento. Tra i settanta lotti in vendita vi sono alcuni capolavori come gli animali in vetro pulegoso di Napoleone Martinuzzi realizzati per la Venini negli anni Trenta. Di Carlo Scarpa, ormai l’autore più richiesto dal mercato internazionale, sono proposti alcuni tra i suoi lavori più celebri in pasta vitrea rossa nei suoi esordi alla vetreria Cappellin, tra questi un vaso sferico dalla superficie iridata e con decoro in foglia oro. Per la Venini, due oggetti presentati alla Biennali di Venezia: una rara coppa a Pennellate e una coppa con le Macchie.
A rappresentare il dopoguerra, alcuni tra i vetri più iconici della produzione muranese: una collezione di vasi a Tessere, Millefili, Intarsio, Efeso, Barbarico di Ercole Barovier, i sommersi a più colori di Flavio Poli per la Seguso Vetri d’Arte, una magnifica bottiglia della serie Pezzati di Fulvio Bianconi per Venini. Testimone del passaggio di grandi artisti a Venezia negli anni Sessanta è poi il busto di donna Dea in vetro massiccio su disegno di Max Ernst e realizzata da Egidio Costantini per la Fucina degli Angeli. L’unico autore americano che lavorò alla Venini nel Glass Studio è Thomas Stearns e negli anni Cinquanta realizzò alcuni vasi sperimentali nella tecnica A Fili e a Incalmo che sono presenti in catalogo.
Top lot dell’asta è però un pezzo degli anni Trenta, l’iconico vaso a Dieci Anse in vetro pulegoso verde smeraldo su disegno di Napoleone Martinuzzi per Venini, gemello di quello regalato a Gabriele D’Annunzio ed ancora conservato al Vittoriale.