incroci, incontri 1

LA PITTURA DEL MINIMO DETTAGLIO, MARIA CRISTINA ANTONINI IN COLLEZIONE Mo.C.A.

Maria Cristina Antonini, artista di formazione accademica, dona alla Galleria Civica due opere, “incroci, incontri 1” e “incroci, incontri 2”; il bel gesto, a cui va questo tributo, contribuisce dunque ad ampliare l’offerta culturale della collezione civica che si fortifica e si apre ai più freschi orizzonti contemporanei.

Laureata in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli, Antonini si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze dove sviluppa una particolare predilezione per Storia della musica; dal 1983 impegnata per collettive e personali in numerose gallerie da Milano a Firenze, da Napoli a Bari e per rassegne nazionali tra cui la XXIX Biennale d’arte di Milano, riveste ruoli docenza per Istituti di pregio tra cui l’Accademia di Belle Arti di Palermo e Napoli. Spinta da forte sensibilità su tematiche sociali, crea e cura Donne ad Arte, deposito bibliotecario dedicato alle artiste italiane e alla cultura di genere ospitato all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Il fondo, che ad oggi si compone di circa trecento documenti catalogati e consultabili sul sistema telematico nazionale, è dunque una realtà consolidata, in continua crescita, estremamente innovativa poiché generatrice di sodalizi con librerie e musei sostenitori.

Nella pittura di Antonini, vivida e pura astrazione, la sperimentazione di materiali e supporti rappresenta il primo passo utile ad instaurare un intimo colloquio con sé stessa e con coscienze altre: su tela, carta giapponese e carta di riso, per mezzo di acquarelli o matita, pastelli ad olio o bianco gesso, l’artista realizza sfumature cromatiche che diventano lessico per coscienze dialoganti ed anime altamente sensibili. La sovrapposizione di colori, diluiti a far emergere trasparenze, crea atmosfere rarefatte e leggere quasi fossero flebile palpito di delicate e gentili emozioni emergenti dall’inconscio. Sono i minimi dettagli che parlano all’artista e per l’artista; come onde che si frangono sulla riva, i confini delle trasparenze cromatiche, addensandosi, suggeriscono lidi di isole su cui attraccare per far riposare turbamenti, ansie e angosce e poter rifuggire dal rischio di naufragare in un mare di cosmica memoria.

Le vibrazioni cromatiche derivanti dalle trasparenze sono luce creatrice e rivelatrice del tutto: sono forme in metamorfosi, composte di rigore ed imperfezione, dualismo componente il reale, oggettivo e paritariamente sensibile. La pittura è dunque necessità, è esigenza profonda, dialogo intimo ed intima ricerca; è un colloquio privato, consolatorio per quanti abbiano smarrito il contatto con la propria dimensione interiore. L’arte di Antonini è la pittura del minimo dettaglio che è luce sull’invisibilità della coscienza, rivelazione dei mutamenti dell’anima, parola ai sospiri dei pensieri, voce ai sussulti della coscienza.

In foto: Incroci, incontri 1.

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