La relazione del comandante della Polizia Municipale Rodolfo Ricò
Val di Bisenzio, 11 gennaio 2023 – Cronaca in numeri di un disastro. È il titolo efficace della relazione messa a punto da Rodolfo Ricò, comandante della Polizia municipale della Val di Bisenzio, che a due mesi dall’alluvione mette nero su bianco i dati pluviometrici con un invito all’analisi e alla riflessione. “L’evento del 2 novembre 2023 è destinato a rimanere per la Val di Bisenzio nella storia della meteorologia. Cumulati così abbondanti non si registravano a memoria d’uomo e pare che si debba ricorrere all’analisi storica se vogliamo rintracciare eventi simili – afferma Ricò – Conoscere rappresenta la condizione base per migliorarsi, non tanto nel tamponare situazioni estreme come quelle venutesi a determinare a novembre che nella loro violenza sono ingovernabili, quanto nell’affrontarle riducendo il rischio di danno. Lungi dal voler presentare un’analisi esaustiva e tecnica dell’accaduto, per la quale mancano le competenze tecniche e soprattutto la pluralità di esame, la relazione si pone l’obiettivo di dare inizio ad una discussione che porti ad una valutazione complessiva dell’evento, della portata delle conseguenze e di quelle che potrebbero essere le migliori pratiche da porre in essere per la futura riduzione del rischio”.
Le precipitazioni nella giornata – Incrociando dati pluviometri e orari si capisce bene il dramma della Val di Bisenzio. La centralina meteo dell’ Associazione ValbisenzioMeteo posizionata a Vaiano Ecoparco, ha registrato un cumulato di 242,8 mm in 24 h; quella di Schignano oltre 173 mm; Sofignano oltre 227 mm; Vaiano centro oltre 228 mm. Fortunatamente più a nord, sempre con valori abbondanti, le cose sono andate meglio: Luicciana ha fatto registrare 92 mm di cumulato, Poggio di Petto 52,4 mm, Migliana 97,8. Analizzando i dati della centralina di Sofignano, emerge come degli oltre 227 mm cumulati nelle 24 h più di 198 di questi (87% c.a.) sono caduti tra le ore 16 e le ore 21, 8,8 mm (3,86 %) tra la mezzanotte e le 16, 20,8 mm (9,13%) tra le 21 e le 00. Il confronto con i dati, non omogenei, ma significativi della Regione Toscana relativi all’intero bacino idrografico di Prato evidenziano l’eccezionalità del fenomeno: i cumulati medi del mese di novembre del periodo 1992 -2023 sono di 166 mm con una punta straordinaria di 447 mm nel 2019.
La fase acuta della perturbazione, quindi, si consuma in cinque ore nell’orario compreso tra le 16 e le 21. In questo lasso di tempo cade una media oraria di poco meno di 40 mm/h. Ad una prima fase violenta della perturbazione che va dalle 16 alle 17 con oltre 43 mm di acqua, segue una mezz’ora di relativa calma; le precipitazioni poi riprendono dalle ore 17:30 con cumulati importanti (47,6 mm) nell’ora e mezza successiva; ma è dalle ore 19 che l’intensità torna a crescere a livello di nubifragio con 19,6 mm dalle 19 alle 19:30 cui si aggiungono i 27,4 mm della mezzora successiva ed ancora a crescere, 30,2 mm dalle ore 20 alle ore 20:30, un solo mm in meno nella mezz’ora successiva 29,2 (media oraria 59,4 mm). Dopo questa sfuriata il fenomeno cala a valori normali.
Il livello idrometrico del Bisenzio – La relazione prende in considerazione l’unico punto dotato di strumentazione idrometrica: Gamberame. Fino all’inizio delle precipitazioni intense, il Bisenzio rimane a livelli idrometrici intorno ai 55 cm. Dalle ore 16 inizia un’inesorabile ascesa: in poco più di due ore dall’inizio delle piogge, viene superato il primo livello di guardia (1,91 ml ore 18:15), dopo solo 45 minuti si oltrepassa (2,85 ml) il secondo livello di guardia, sono le ore 19. Da questo momento la crescita diviene impressionante e rispecchia le testimonianze delle persone che successivamente riferiranno di aver percepito visivamente, in maniera netta e nell’ordine di periodi quantificabili in poche decine di secondi, la crescita del livello del fiume. Esplicitiamo i dati sopra evidenziati, a partire dalla registrazione delle ore 19:15 e per ogni 15 minuti fino alle ore 21:15: 3,14 – 3,34 – 3,51 – 4,13 – 4,84 – 5,01 – 5,44 – 5,83 – 5,96 ml. Dalla registrazione delle ore 21:30 si nota come il livello idrometrico comincia a scendere quasi con apprezzabile celerità. Intorno alle ore 21:00 il Bisenzio ha esondato sia a Campi Bisenzio sia a Prato ed è credibile che ciò abbia influito a questa rapida inversione, in un momento in cui ci si sarebbe aspettati un ulteriore aumento per l’arrivo della piena che per quanto vicino fosse il bacino interessato dal nubifragio, difficilmente avrebbe potuto sopraggiungere in soli 15 minuti.
Il raggiungimento dei livelli sopra riportati ha comportato l’esondazione del fiume in località Gamberme, Camino, La Briglia, La Tignamica, Il Fabbro ed è credibile che gli effetti potrebbero essere stati peggiori laddove a valle il fiume fosse stato contenuto dagli argini.
Il reticolo minore – “Possiamo affermare, senza pericolo di cadere nell’enfasi, che il reticolo minore è stato violentato dall’evento del 2 novembre 2023”, sottolinea Ricò. La violenza della pioggia, esercitante una forza significativa per massa e velocità, ha stravolto il corso dei fossi naturali, alterando in molti casi il paesaggio circostante. Il fenomeno dell’erosione idrica è stato particolarmente significativo. L’acqua in eccesso con la sua velocità ha eroso e portato via parti del terreno lungo il corso dei fossi, modificando in alcuni casi la loro forma e direzione. Questi fenomeni di piena hanno comportato il trasporto di sedimenti che trascinati dall’acqua si sono depositati causando l’accumulo di materiale laddove il flusso rallenta, alterando l’equilibrio idrologico dell’area o comunque rendendo il suo comportamento sconosciuto rispetto al nuovo assetto venutosi a determinare. Laddove questo trasporto di detriti ha incontrato una tombatura, questa si è occlusa o ha visto ridursi la luce con conseguente esondazione di acqua e detriti.
Secondo il comandante Ricò “a seguito delle trasformazioni intervenute è credibile attendersi, per il futuro, un aumento della velocità di corrivazione o meglio una diminuzione del tempo di afflusso in alveo delle acque piovane cui consegue, come visto, il trasporto dei sedimenti”. Conseguenze di questa situazione si sono già osservate sul Fosso delle Case che attraversa il borgo di Chiusoli in data 13 dicembre 2023. Nela stessa data sono andati in sofferenza i fossi che attraversano la SR 325 in località Il Fabbro e Carmignanello.
Conclusioni – “Pochi dati ma sufficienti a dare inizio ad un processo di riflessione – afferma Ricò – Abbiamo provato con mano che nessuno è esente dai fenomeni meteo estremi. Il loro verificarsi non è più cosa rara, anzi ne stupisce la frequenza. In questa situazione è opportuno pensare e adottare tutte le strategie che consentano la riduzione del rischio per le persone e le cose, vita e proprietà, i due beni maggiormente tutelati dall’ordinamento”.