Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa abbattevano i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau e liberavano i prigionieri sopravvissuti. Le truppe liberatrici scoprirono e svelarono al mondo intero uno dei più atroci crimini contro l’umanità, con lo sterminio pianificato di milioni di prigionieri e deportati.
Nel 2005 le Nazioni Unite hanno deciso di dedicare il 27 gennaio al ricordo dell’Olocausto e di tutte le sue vittime. In quella stessa data, anche in Italia si ricordano con il Giorno della Memoria “la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
Per rafforzare la consapevolezza di quella barbarie e conoscere da vicino alcuni dei luoghi e delle storie che sono state investite dai piani di sterminio anche nella città di Prato, invitiamo ad una camminata lungo le Pietre d’Inciampo – progetto dell’artista berlinese Gunter Demnig che pone dei sampietrini in ottone lucente nei luoghi in cui vennero prelevati i deportati pratesi – fra letture e interventi, per deporre delle candele, in modo da illuminare nuovamente la Memoria collettiva.. una memoria diffusa delle vittime della deportazione nei campi di concentramento e sterminio nazifascisti, nei luoghi dell’arresto di chi non è tornato dai lager anche a Prato (http://www.museodelladeportazione.it/le-pietre-dinciampo/ ), dopo gli scioperi operai ed i rastrellamenti di massa del marzo 1944.
“Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà.
A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.”
(Primo Levi, 31 luglio 1919 – 11 aprile 1987,
tratto da ‘Un passato che credevamo non dovesse tornare più’, in: Corriere della sera, 8 maggio 1974 )
Di fronte a stragi ricorrenti che dilaniano le cronache di vita anche attuali in molte parti del mondo, attraverso la lettura di testimonianze e brani, cerchiamo di comprendere dinamiche e meccanismi che ripropongono tragicamente nella storia la deriva genocida, nella passività generale, per dare voce a chi è stata repressa e censurata e affrontare disumanizzazione ed annientamento, che spesso precorrono crimini contro l’umanità e violenze di massa.
Si tratta perciò di « atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso» che la stessa Assemblea delle Nazioni Unite nel dicembre del 1946 definì come « negazione del diritto all’esistenza di interi gruppi umani, poiché l’omicidio è la negazione del diritto alla vita dei singoli esseri umani», la cui eco è purtroppo riverberata nella storia anche dopo l’Olocausto, in massacri come quelli in Ruanda, Cambogia, ex-Yugoslavia, o in altri casi di pulizia etnica in Darfour, Kurdistan, fino al periodo più recente in cui la Corte Penale Internazionale nata proprio dal processo di Norimberga per i crimini nazifascisti, sta giudicando il massacro di civili fra cui oltre diecimila bambini in corso a Gaza, per mano dell’esercito israeliano.
E arriva anche nel nostro territorio con forme di segregazione rappresentate da nuovi lager chiamati CPR, mentre le vittime di tratta o per naufragio sulle rotte migratorie verso l’Europa sono considerate meri numeri.
Inorriditi dalla ricorrente violenza, vogliamo ripercorrere insieme certi passaggi storici e geografici – che troviamo quotidianamente lungo le vie del centro cittadino – per condividere la responsabilità della Memoria, che rischia di scomparire di fronte a nuove forme di intolleranza, segregazione e persecuzione.
RITROVO alle ore 16.00 in via Magnolfi/angolo via Filippino a PRATO (zona p.zza Duomo), per iniziare un corteo lungo i tanti punti dove sono installate le pietre d’inciampo, che ricordano le deportazioni nazifasciste dei pratesi.
Letture in collaborazione con Altroteatro – Associazione culturale.#LuciSullaMemoria , #GiornataDellaMemoria , #MaiPiùMassacri , #laMemoriarendeLibere
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