La risposta dell’assessore alla Sanità all’interrogazione del presidente del gruppo di Forza Italia Marco Stella
Firenze – Il tema della disforia di genere nell’ospedale di Careggi è tornato all’attenzione dell’Aula del Consiglio regionale con l’interrogazione presentata dal presidente del gruppo di Forza Italia Marco Stella. Nella sua risposta l’assessore alla Sanità Simone Bezzini ha spiegato che “avendo il ministero della Salute richiesto per ragioni di opportunità di soprassedere sullo svolgimento dell’audizione del direttore generale di Careggi Daniela Matarrese, nella seduta della commissione regionale competente, e condividendo il richiamo del ministero, è opportuno rimandare alle informazioni già fornite non andando oltre”.
“Il richiamo del ministero – ha aggiunto l’assessore Bezzini – a valutazioni di opportunità è assolutamente condivisibile, sia per la concomitanza di un’attività ispettiva, che si dovrebbe chiudere a breve, sia per la delicatezza delle situazioni trattate rispetto alle quali dobbiamo stare attenti a non aprire varchi che anche involontariamente potrebbero portare alla violazione della privacy. C’è dunque il rispetto dell’attività ispettiva in corso, delle persone e delle famiglie che hanno vissuto o stanno vivendo situazioni molto delicate, e c’è il rispetto che meritano i nostri professionisti. Detto questo non ci sottraiamo e non ci sottrarremo al principio di trasparenza, alle verifiche interne ed esterne al sistema, al confronto in tutte le sedi a partire dalla commissione Sanità”.
“Questi – ha concluso l’assessore Bezzini – sono principi imprescindibili in generale e ancora di più quando si parla di diritto alla salute e di attività sanitaria. Principi che vanno concretizzati nei modi, nei tempi e con i toni giusti”.
Nella sua replica il presidente del gruppo di Forza Italia Marco Stella ha detto che “esiste una forma di rispetto anche nei confronti di chi svolge la sua funzione ispettiva come un consigliere regionale. Io non ho chiesto i nomi di chi si è rivolto al centro di Careggi che si occupa della disforia di genere e non c’è stata la violazione di nessun tipo di privacy e da questi banchi c’è sempre stato rispetto assoluto nei confronti di chi si rivolge al centro, dei genitori e dei ragazzi, e dei medici. Ma non c’è forma di rispetto per chi scappa di fronte alle domande, e di chi scappando insinua il dubbio. Io ho chiesto al direttore generale Matarrese la lettera inviata dal ministero e sono tre giorni che aspetto una risposta. Avendola letta forse sarei stato un po’ meno polemico, ma a quanto mi è sembrato di capire non c’è scritto di non andare in commissione o di non rispondere alle interrogazioni sull’argomento. Si scappa da una vicenda che ha portato la sanità toscana in primo piano in Italia mettendo alla luce dubbi che non sono stati fugati. Avrebbe potuto rispondere a domande semplici come quella ‘se i bambini hanno avuto l’assistenza dello psichiatra e se era presente nei colloqui’. Non è una facoltà, come lei ha risposto nelle interrogazioni, ma un obbligo e io farò interrogazioni tutte le settimane su questo tema finché non verrà fatta chiarezza. Non arretrerò di un metro su questo punto”.