Falterona

Avventure sul Falterona dei partigiani pratesi

L’operazione di trasferimento (decisa dal CLNT) della Storai verso il Falterona avviò alla fine di marzo, attraverso Migliana, Usella, Valibona; sul Monte Morello trascorse qualche giorno assieme agli uomini di Giulio Bruschi, che comandava i partigiani della zona, e fu rafforzata, come racconta Ferri, con l’assegnazione di una mitragliatrice, sei polacchi e due studenti fiorentini.
Come ha raccontato un protagonista, Renato Pozzi, l’8 aprile la Storai in marcia intercetta, a Fontebuona, presso Vaglia: “due colonne tedesche, una [proveniente] da nord e una da sud, e lo scontro fu inevitabile, perché quelli di noi che avevano già attraversato la statale si trovavano in mezzo ai campi e sarebbero stati sicuramente visti dai tedeschi. La nostra posizione, più rilevata rispetto alla strada, ci poneva in vantaggio rispetto ai tedeschi che infatti ebbero la peggio e persero diversi uomini ed alcuni automezzi”. I morti tedeschi furono nove e un ferito e fu recuperato materiale interessante, inviato al CLN fiorentino.
Il 12 aprile la Storai ebbe un nuovo scontro, al passo della Consuma, partecipando all’attacco a un villa fortificata, riportando tre feriti, mentre il 15 successivo, alla Madonna dei Fossi di Dicomano, circondò un reparto di camicie nere in procinto di iniziare un rastrellamento, decimandolo. Nello stesso giorno, a Firenze, un GAP (Gruppo di Azione Patriottica) uccise il filosofo Giovanni Gentile, aprendo una discussione molto dura all’interno del CLN toscano: Carlo Francovich, ad esempio, non nasconde il proprio dissenso da tale operazione, voluta, si disse, soprattutto dal comunista Concetto Marchesi. L’uccisione di Gentile accentuò la crudeltà delle rappresaglie e della lotta antipartigiana in tutto il territorio della provincia di Firenze.
Il 22 aprile, infatti, alcuni partigiani della Storai bloccarono, nei pressi di Stia, nel Casentino, una automobile per eseguire un controllo di documenti. Gli occupanti dell’auto spararono senza colpire i partigiani, che risposero al fuoco uccidendo due dei tre passeggeri, il terzo riuscì a fuggire. Erano tutti ufficiali delle SS in perlustrazione, per preparare l’accerchiamento delle formazioni partigiane della zona: un’operazione di rastrellamento condotta con la partecipazione di reparti della divisione motorizzata Herman Goering.
La mancanza di munizioni sufficienti e la impossibilità di reggere il confronto con reparti dell’esercito tedesco organizzati ed efficienti costrinse il CLN ad ordinare alle formazioni partigiane di seppellire le armi pesanti, di sganciarsi a piccoli gruppi e di tornare ciascuno alla propria zona d’origine. Così fecero anche i componenti della Storai, racconta il Pozzi: “Dalla Falterona si tornò tutti sani e salvi, certamente un po’ più leggeri di quando s’era partiti”.

Giuseppe Gregori

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