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A cent’anni dalla partizione, in Irlanda del Nord per la prima volta protestanti meno dei cattolici

Sono stati pubblicati i risultati del censo decennale per l’Irlanda del Nord e i risultati mostrano un cambiamento storico per la regione nata come enclave protestante filo-britannico: oltre a rilevare una crescita della popolazione che raggiunge 1,9 milioni di abitanti, il censo mostra come per la prima volta a cent’anni dalla partizione dell’isola irlandese in Irlanda del Nord i protestanti non sono più la maggioranza, nè assoluta nè relativa, scendendo al 37,3% e venendo così superati dai cattolici al 42,3%. Per quanto riguarda l’identificazione nazionale inoltre, diminuiscono coloro che si identificano come unicamente britannici, calando dal 39,9% al 31,9%, mentre la percentuale di chi si ritiene solo irlandese cresce dal 25,3 al 29,1%

Come pubblicato anche dall’emittente televisiva statale irlandese RTE:

  • la percentuale di chi è stato cresciuto come cattolico o si identifica tale è al 45,7%,
  • la percentuale di chi è stato cresciuto come protestante o si identifica tale è al 43,5%
  • la percentuale di chi non è stato cresciuto secondo alcuna religione nè si identifica in una è al 9,3%

Per quanto riguarda l’identità nazionale:

  • Il 32% si identifica come “unicamente britannico”
  • il 29% si identifica come “unicamente irlandese”
  • il 20% come “unicamente nord-irlandese
  • L’8% come “britannico e nord-irlandese”
  • L’1,8% come “irlandese e nord-irlandese”
  • Il 10% “altro”

I dati mostrano un cambiamento storico per la regione, la quale cessa di essere una enclave anglo-protestante quale era sostanzialmente stata dalla partizione dell’Irlanda. Il cambiamento demografico è ancora più rilevante considerando la situazione politica corrente, con un sentimento indipendentista in ascesa negli anni successivi alla Brexit e con il partito nazionalista di sinistra Sinn Fein per la prima volta vincitore delle elezioni nordirlandesi e largamente in testa nei sondaggi nella Repubblica d’Irlanda.

Secondo l’“Accordo del Buon Venerdì”/”Accordo di Belfast” del 10 aprile 1998 tra Repubblica d’Irlanda e Regno Unito l’Irlanda del Nord fa parte del Regno Unito e tale rimane fino a quando la maggioranza delle persone sia dell’Irlanda del Nord che della Repubblica d’Irlanda non vorrà diversamente. Se ciò dovesse accadere, i governi britannico e irlandese hanno “un obbligo vincolante” di attuare tale scelta. Nel caso i cui Sinn Fein fosse al governo contemporaneamente sia in Irlanda del Nord che nella Repubblica d’Irlanda, un referendum per l’annessione dell’Irlanda del nord alla Repubblica d’Irlanda è quindi plausibile, anche se il risultato, come visibile dai sondaggi, non vedono ancora in Irlanda del Nord una maggioranza per lasciare il Regno Unito.

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Sondaggi in Irlanda del Nord sull’indipendenza dal Regno Unito. Sebbene il Si (“Yes”) sia cresciuto significativamente dal 2014, non è ancora una chiara maggioranza e il risultato di un referendum potrebbe comunque vedere la vittoria del No. Font e:wiki

Immagine d’apertura: foto di Stormont, il parlamento dell’Irlanda del Nord a Belfast

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