Accettare la fine di Mare Nostrum significa sopportare migliaia di morti in mare

Tollerare ed accettare in silenzio la fine di Mare Nostrum, significa sopportare la morte in mare di un numero non finito di bambini, donne ed uomini.
Il rispetto della vita, il dovere morale, religioso, civile di difenderlo impone invece a chi si dichiara cittadino dell’Occidente ricco l’obbligo a non voltare lo sguardo di fronte a quello che accade in quel mare ed oltre quelle coste.
Oltre quelle colline di sabbia.
Ora Triton, l’operazione che l’Italia condividerà con il resto d’Europa, si limiterà al controllo delle acque territoriali. Alla sorveglianza, alla sovranità dei confini. Opererà in limiti decisamente definiti. Ristretti.
Quelle trenta miglia invece delle oltre cento che in questi mesi sono state non sorvegliate ma custodite dalle nostre navi. Dunque opererà in un ambito ampiamente al di sotto di quello che Mare Nostrum si era imposto.
Lascerà al proprio destino quei barconi e il loro carico di speranze. In balia del mare, con tanti alibi da sfoderare ipocritamente.
Ipocrisia, questo sì, adesso che potremo permetterci il lusso di condividere con il resto dell’Europa.
Con la falsa convinzione che quel flusso di miserie umane, di ultimi dall’ultimo mondo, si possa bloccare, arginare.
Per permettere di ridare forza alle nostre “povere” certezze di Occidente ricco di beni ma povero di valori.
In realtà, al posto di quelle nostre sicurezze ormai andate, crescerà solo il numero di chi scomparirà nel freddo di quelle acque.
Grazie a Triton, tutte di quelle povere storie che ci hanno disturbano gli occhi e gli orecchi, ben poche ne arriveranno a toccarci.
Rimandando il conto della storia e delle coscienze solo di poco più avanti.

Luca Soldi

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