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Acidini: “Alluvione, necessaria memoria per i giovani

Ci sarà una tappa dedicata nel nuovo percorso di visita”

“Il nostro compito oggi è quello di rendere stabile la memoria dell’alluvione, dargli una permanenza che deve essere resa immediatamente evidente e accessibile soprattutto ai più giovani, proprio adesso che si stanno perdendo i testimoni diretti di quel drammatico evento”. Lo ha affermato questa mattina Cristina Acidini, presidente dell’Opera di Santa Croce, intervenendo alla cerimonia ufficiale per l’anniversario dell’alluvione che si è svolta in basilica.

“C’è una memoria che si è consolidata in cinquantasei anni attraverso le testimonianza più diverse, da quelle istituzionali a quelle individuali, dalle collettive a quelle biografiche Proprio per custodire questa memoria, nel senso più alto e completo – ha annunciato la presidente – l’Opera di Santa Croce dedicherà una tappa speciale all’alluvione del 1966 nel nuovo percorso di visita che si propone di mettere a disposizione di chi viene accolto, e prima di tutto dei giovani, l’opportunità per un incontro consapevole con i valori spirituali e memoriali del complesso monumentale“.

“Con consolidata quanto opportuna tradizione – ha affermato Acidini – la giornata memoriale dell’alluvione si è aperta questa mattina con il ricordo delle vittime dell’alluvione, ma è stato giustamente rievocato anche quante altre vittime, non umane, ma in termini di patrimonio culturale e artistico, siano andate perdute o gravemente danneggiate a causa di questo drammatico evento”.

“Personalmente ho vissuto a contatto con questo fenomeno del riscatto dopo l’alluvione attraverso il restauro, discipline nelle quali Firenze è divenuta capitale e punto di riferimento in campo internazionale – ha ricordato ancora – Ho vissuto accanto a questo recupero giorno dopo giorno, perché come sappiano l’opera dei soccorritori per il patrimonio storico-artistico non si è risolta nell’urgenza ma si è protratta negli anni e nei decenni. Ricordiamo con commozione – ha aggiunto – quando nel 2016 il presidente Mattarella, nel refettorio della basilica, ha accolto il ritorno dell’ultima cena di Giorgio Vasari, sfigurata dall’alluvione ed esempio straordinario di resilienza. Questo come altri capolavori danneggiati dall’alluvione che, nella sintesi estrema sono rappresentati dal crocifisso di Cimabue, oggi sono stati messi in sicurezza”.

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