Ad Arcidosso, piccola perla della provincia di Grosseto, c’è grande attesa per la presentazione al pubblico del Maco, museo d’arte e cultura orientale. Primo del suo genere nel territorio, è collocato all’interno del palazzo della Cancelleria, nel complesso medievale del castello Aldobrandesco.
Concepito per divenire un punto di riferimento culturale in Toscana, il Maco rappresenta un ponte verso l’arte orientale e la spiritualità che la caratterizza. L’inaugurazione avverrà sabato 10 e domenica 11 dicembre.
Il museo è stato ideato e progettato dal maestro tibetano e studioso di fama internazionale Chögyal Namkhai Norbui, che ha riunito, insieme alla propria famiglia, una collezione privata costituita da numerosi reperti: opere d’arte, oggetti di artigianato e costume, manufatti votivi di valore culturale ed etnografico, importanti documenti relativi alle ricerche svolte sulle culture himalayana e centro-asiatica.
Jacopo Marini, sindaco di Arcidosso, ha definito il centro espositivo come la sintesi del rapporto tra Namkhai Norbu e il monte Labbro, che si innalza nei pressi di Arcidosso.
“Norbu ha deciso di fermarsi sul monte Labbro ─ sottolinea Marini ─ perché ha percepito l’energia spirituale del luogo, nel quale anche Davide Lazzaretti (il profeta dell’Amiata che, proprio da Arcidosso, dette vita al movimento religioso giurisdavidico) aveva fondato la sua comunità nella seconda metà dell’Ottocento: vorremmo che questo monte venisse preso in considerazione dall’Unesco, che è tra i patrocinatori del nuovo museo, per la spiritualità che è da sempre legata a questo luogo. Ci sono anche reperti che fanno pensare avesse una tale importanza già per gli etruschi”.
Dopo l’inaugurazione, Arcidosso ha in programma, da lunedì 12 a domenica 18 dicembre, una settimana di eventi dedicati al nuovo museo, dal titolo Cultura è evoluzione.
Annalisa Sichi