L’11 maggio 1960, Adolf Eichmann, uno dei principali responbili dello sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, viene catturato a Buenos Aires in Argentina da agenti del Mossad, l’agenzia di servizi segreti dello stato d’Israele.
Militare, funzionario e criminale di guerra tedesco, Adolf Eichmann col grado di SS-Obersturmbannführer era responsabile di una sezione del RSHA; esperto di questioni ebraiche, perseguendo la cosiddetta soluzione finale organizzò il traffico ferroviario per il trasporto degli ebrei ai vari campi di concentramento.
Otto Adolf Eichmann nacque nel 1906 a Solingen, nella Germania settentrionale, figlio di Adolf Karl Eichmann e Maria Schefferling. Nel 1914, dopo la morte della madre, la famiglia si trasferì a Linz, in Austria. Durante il primo conflitto mondiale il padre di Eichmann servì nell’esercito austro-ungarico e al congedo tornò ai propri affari a Linz.
Membro delle SS fin dalla fine degli anni venti, la grande svolta nella vita e carriera di Eichmann fu probabilmente rappresentata dalla lettura del libro “Lo Stato ebraico” di Theodor Herzl, il fondatore del movimento sionista. Affascinato dalla conoscenza del nemico, Eichmann intuì che una reale possibilità di fare carriera all’interno delle SS consistesse proprio nel presentarsi come esperto di ebraismo e sionismo e a tal fine nel 1937 si recò in Palestina (all’epoca Mandato britannico) dove, sotto copertura, visitò Haifa e diversi kibbutz, prima di essere scoperto dai britannici ed espulso.
Eichmann salì gradualmente i gradi del potere nazista, ritrovandosi l’incarico di gestire la rimozione della popolazione ebraica prima nell’Austria annessa alla Germania nazista e poi nella Cecoslovacchia occupata. Nel 1942, con la Conferenza di Wannsee, i vertici nazisti decisero di procedere alla soluzione finale, e, dal marzo 1942, quando i carichi di deportati cominciarono a confluire verso i campi di concentramento di tutta Europa, Eichmann fu il coordinatore e il responsabile della macchina delle deportazioni, colui che materialmente provvedeva a organizzare i convogli ferroviari che trasportavano i deportati verso Auschwitz.
Eichmann fu così fino alla fine della guerra uno dei principali esecutori materiali della Shoah, dirigendo personalmente le deportazioni degli ebrei ungheresi sino alla fine del 1944. Fu il padrone della vita e della morte di centinaia di migliaia di persone, ma non divenne mai membro dell’élite nazista e non ebbe mai, con suo grande rammarico, alcun peso in decisioni strategiche della politica o della guerra nazista, restando un efficiente ma oscuro burocrate, poco apprezzato anche dai suoi superiori e dai suoi commilitoni, che gli rimproveravano l’inclinazione all’alcol.
La scarsa notorietà permise ad Eichmann, a fine conflitto, di far perdere le proprie tracce e rimanere nascosto cinque anni nelle campagne tedesche, egli riuscì così a trovare rifugio in Argentina, come molti altri nazisti. A Buenos Aires, ove la famiglia di Eichmann s’era insediata, il figlio frequentava una ragazza tedesca, a cui si era presentato col suo vero cognome e con cui si lasciò andare ad affermazioni compromettenti sul mancato genocidio. Nessuno dei due ragazzi conosceva a fondo la storia delle rispettive famiglie. La ragazza informò la famiglia: il padre, Lothar Hermann, ebreo sfuggito all’olocausto ma rimasto cieco per le percosse, collegando il cognome Eichmann a quello del criminale nazista ricercato in tutto il mondo, informò il procuratore tedesco Fritz Bauer che passò l’informazione al Mossad, il servizio segreto israeliano che appurò la sua presenza nella capitale argentina. Nel 1960, non essendo prevista l’estradizione nel sistema giuridico argentino, dopo un lungo periodo di preparazione il Mossad organizzò il rapimento di Eichmann affinché venisse processato in Israele per i crimini commessi durante la guerra.
Il processo Eichmann del 1961, a quindici anni da quello di Norimberga, fu il primo processo a un criminale nazista tenutosi in Israele. L’arrivo di Eichmann in Israele fu accolto da una fortissima ondata di esultanza mista a odio verso quello che si era impresso nell’immaginario dei sopravvissuti ai lager come uno dei maggiori responsabili della sorte degli Ebrei. Adolf Eichmann fu impiccato in una prigione a Ramla pochi minuti prima della mezzanotte di giovedì 31 maggio 1962. Questa è rimasta l’unica esecuzione capitale di un civile eseguita in Israele, che ha una politica generale di non impiego della pena di morte.
Il processo e la copertura mediatica che lo aveva accompagnato suscitarono un rinnovato interesse per gli eventi della seconda guerra mondiale, e vi fu un conseguente aumento nella pubblicazione di relative memorie e opere accademiche ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’Olocausto. Il processo ha ricevuto un’ampia copertura dalla stampa nella Germania occidentale e molte scuole hanno aggiunto materiale per studiare le relative vicende ai loro programmi di studio. In Israele, la testimonianza dei testimoni al processo ha portato ad una più profonda consapevolezza dell’impatto dell’Olocausto sui sopravvissuti, soprattutto tra i cittadini più giovani. Il processo quindi ridusse notevolmente il malinteso precedentemente popolare che gli ebrei fossero andati “come pecore al macello“.
Il processo di Eichman portò anche alla diffusione del concetto chiamato dalla sua ideatrice Hannah Arendt “banalità del male“. La Arendt, una teorica politica che ha riferito del processo a Eichmann per il New Yorker, ha descritto Eichmann nel suo libro Eichmann in Jerusalem come l’incarnazione della “banalità del male“, poiché a lei sembrava avere una personalità ordinaria, che non mostra né colpa né odio . Nel suo libro del 1988 Justice, Not Vengeance, Wiesenthal disse: “Il mondo ora comprende il concetto di ‘assassino da scrivania’. Sappiamo che non è necessario essere fanatici, sadici o malati di mente per uccidere milioni di persone; che è sufficiente essere un fedele seguace desideroso di fare il proprio dovere. ” Il termine ” piccoli Eichmann “divenne un espressione usata per indicare per i burocrati incaricati di danneggiare indirettamente e sistematicamente gli altri.
Immagine d’apertura: Eichmann nel cortile della prigione di Ayalon in Israele, 1961
Bibliografia e fonti varie
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