Il 12 settembre 1788 la Convenzione della Confederazione delle tredici colonie riunita a Filadelfia adotta la Costituzione degli Stati Uniti, che entra così in vigore. La Costituzione USA è tra le più antiche ancora in vigore.
Dopo la guerra d’indipendenza, i tredici stati ex coloniali formarono inizialmente un governo centrale molto debole in base agli Articoli della Confederazione. Questo governo non aveva, ad esempio, alcun potere di imporre tasse poiché non aveva l’organizzazione necessaria a far rispettare i pagamenti. Non poteva nemmeno controllare i commerci tra gli stati, per cui si venne a creare una serie di leggi tributarie e di tariffe in conflitto tra i vari stati. Inoltre, gli Articoli richiedevano il consenso unanime di tutti gli stati prima che potesse essere attuato qualsiasi cambiamento. Gli stati prendevano il governo centrale con tale leggerezza che i loro rappresentanti erano spesso assenti e la legislatura nazionale veniva di frequente bloccata, anche su questioni marginali, a causa della mancanza di un quorum. A seguito di questi problemi, venne indetta una convenzione, a causa di una disputa territoriale tra Virginia e Maryland, per vagliare la possibilità di emendare gli articoli e rafforzare il governo federale. L’ordine del giorno prevedeva solo l’emendamento di quegli articoli, ma il comitato ignorò le sue limitazioni. La Convenzione si riunì a Filadelfia, Pennsylvania, nell’estate del 1787, votò subito per tenere segrete le delibere e decise la stesura di un nuovo modello di governo, stipulando infine che solo 9 stati su 13 avrebbero dovuto ratificarlo per farlo entrare in vigore. Tutto ciò venne criticato in quanto andava ben oltre il mandato della Convenzione, oltre a essere fuori dalla legalità, ma la paralisi del governo degli Articoli della Confederazione era evidente e si concordò di sottoporre la proposta agli stati nonostante le eccezioni sollevate. Il 17 settembre 1787, la Costituzione venne completata e firmata a Filadelfia e il nuovo governo da questa prescritto entrò in funzione il 4 marzo 1789, dopo che in molti stati ci fu un’aspra lotta sulla ratifica. Queste dispute portarono alla creazione di una Costituzione basata sul compromesso tra i diversi stati e le diverse fazioni politiche.
Nel 1776 Benjamin Franklin contribuì alla stesura della dichiarazione di indipendenza americana. Nel 1787 partecipò alle riunioni in cui venne stilata la costituzione americana, il documento che rimpiazzò gli articoli della confederazione. Fu l’unico dei Padri Fondatori a partecipare alla stesura di tutti e tre i principali documenti degli Stati Uniti d’America. Uno dei modelli ispiratori per Benjamin Franklin e la Costituzione americana fu “La Scienza della Legislazione” del napoletano Gaetano Filangieri, con il quale aveva una fitta corrispondenza.
Pure se la Costituzione è cambiata sotto molti aspetti fin dalla sua prima adozione, i suoi principi base sono ancora gli stessi del 1787. Essa stabilisce che che vi sono tre rami principali di governo — potere esecutivo, potere legislativo, e potere giudiziario — separati e distinti l’uno dall’altro. I poteri dati a ogni ramo sono bilanciati e controllati dai poteri degli altri due: ogni ramo controlla così i potenziali eccessi degli altri. Nella Costituzione è inoltre, tra le altre cose, affermata la natura federale del paese, l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e i metodi di elezione di Presidente, Camera e Senato, oltre che il metodo di nomina dei giudici della Corte Suprema.
La Costituzione nel corso del tempo è stata soggetta a numerose modifiche, “emendamenti“. I padri fondatori degli USA avevano previsto la necessità di modificare la carta in futuro per aggiornarla con i cambiamenti della società. La Carta è stata emendata in diciassette occasioni dal 1791, in quanto i primi dieci dei ventisette emendamenti vennero ratificati dagli stati simultaneamente. I cambiamenti più importanti avvennero nell’arco di due anni dall’adozione della costituzione. In quel periodo vennero aggiunti i primi dieci emendamenti, noti come “Dichiarazione dei Diritti” (Bill of Rights). La Dichiarazione dei diritti consiste dei primi dieci emendamenti della Costituzione, tutti approvati nei primissimi anni di storia della nuova federazione, e condivide il tema della limitazione del potere del governo federale. In questi primi articoli sono affermati vari diritti e precisazioni, tra cui: libertà di espressione, di religione di stampa, diritto di portare armi, separazione tra Chiesa e Stato, habeas corpus.
Successivamente al 1791, gli emendamenti più celebri sono stati il XIII, XIV e XV tra il 1865 e il 1870, i quali hanno abolito la schiavitù e dato diritto di voto e uguaglianza giuridica formale ai neri, il XVI (1913) che stabilì l’elezione diretta dei senatori, il XIX (1920) che ha dato diritto di voto alle donne, il XXII che ha limitato a due i mandati del presidente.
La traduzione italiana completa della Costituzione americana è disponibile qui
Immagine d’apertura: firma della Costituzione, 17 settembre 1787 ( rappresentazione del 1940 di Howard Chandler Christy)
Bibliografia e fonti varie
- Bailyn, Bernard, ed. (1993). The Debate on the Constitution: Federalist and Antifederalist Speeches, Articles, and Letters During the Struggle for Ratification. Part One: September 1787 to February 1788. The Library of America.
- Bailyn, Bernard, ed. (1993). The Debate on the Constitution: Federalist and Antifederalist Speeches, Articles, and Letters During the Struggle for Ratification. Part Two: January to August 1788. The Library of America. ISBN 0-940450-64-X.
- Bryce, James, viscount (1891). The American Commonwealth. vol. 1 (2nd ed.). London: Macmillan and Co. pp. [350]–397, [636]–645, 669–682, et passim.
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