L’Aula approva a maggioranza la modifica della normativa vigente in materia di cerca, raccolta e coltivazione del tartufo e di valorizzazione del patrimonio tartuficolo toscano. Il voto contrario di Italia Viva e l’astensione di Lega e Fratelli d’Italia. Votato anche un ordine del giorno, con 31 voti a favore, e il no del consigliere regionale Scaramelli
di Sandro Bartoli ed Emmanuel Milano, 26 luglio 2023
Firenze – Cambiano le nome in materia di cerca, raccolta e coltivazione del tartufo e di valorizzazione del patrimonio tartuficolo toscano. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza con 22 voti favorevoli (Pd), il no di Italia Viva e l’astensione di Lega e Fratelli d’Italia la nuova legge regionale che modifica la normativa vigente in materia.
È stato approvato anche un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a implementare, già dalla prossima variazione di bilancio, le risorse destinate agli interventi di valorizzazione e promozione, prevedendo uno stanziamento minimo per i prossimi esercizi di almeno 150mila euro annui. È previsto anche l’impegno ad aggiornare l’elenco dei Comuni ricompresi nelle zone di provenienza, entro tre mesi dall’approvazione dell’atto; a procedere a un aggiornamento della mappatura delle aree tartufigene naturali, delle tartufaie naturali controllate e di quella coltivate, con l’obiettivo di arrivare a un censimento che sia capace di individuare in modo efficace le specificità delle diverse aree a partire da quelle effettivamente produttive; a costituire poi un tavolo di confronto con i Comuni, le associazioni di riferimento e gli altri soggetti interessati, condividendo in quella sede anche in vista del regolamento di attuazione, i preliminari indirizzi relativi alle modalità della cerca e raccolta del tartufo.
Con un emendamento firmato anche da Elena Meini della Lega e da Vittorio Fantozzi di Fratelli d’Italia si impegna inoltre la Giunta ‘a riferire annualmente alla commissione consiliare competente sulla rendicontazione delle risorse, con particolare riferimento agli introiti derivanti dai tesserini e all’utilizzo e/o destinazione delle risorse medesime. Nell’ambito dell’aggiornamento della mappatura già prevista, l’impegno è a valutare la possibilità di classificare le aree tartufigene in base alla loro produttività’. Ordine del Giorno emendato che è stato approvato con 31 voti favore (Pd, Lega, Fratelli d’Italia e Gruppo misto – Toscana Domani). Contrario il voto di Stefano Scaramelli di Italia Viva, mentre non ha partecipato al voto il Movimento 5 Stelle.
Una contrarietà annunciata durante le dichiarazioni di voto dallo stesso Scaramelli: “È emersa la volontà di fare un testo che a mio avviso non va incontro alle esigenze di tutti i territori, resto non convinto che questo possa essere un beneficio per tutti. Anche la definizione delle sette zone avrebbe potuto portare allo sviluppo di una discussione per definire gli ambiti territoriali. Non essendo stato coinvolto neanche nel tentativo di mediazione, voterò convintamente contro. Siamo molto distanti sotto il punto di vista della programmazione e del rispetto territoriale, si oltraggia un territorio, in primis quello senese”.
L’intervento legislativo ha l’obiettivo di adeguare le norme alle nuove esigenze del settore e al mutato contesto normativo. In particolare, nella proposta di legge si chiariscono i ruoli della Regione e dei Comuni; si definiscono meglio le modalità e i luoghi ove esercitare le attività di cerca e raccolta dei tartufi; si aggiorna il calendario di raccolta ai nuovi cambiamenti climatici, ferma restando la finalità di tutela e conservazione delle aree tartufigene; si introduce per il conseguimento dell’idoneità alla cerca e alla raccolta un percorso formativo con esame finale; si rivedono gli istituti del riconoscimento di tartufaia naturale controllata e quello della tartufaia coltivata, specificando le procedure per il riconoscimento, le regole da seguire all’interno di dette aree e introducendo limiti alle dimensioni della tartufaia naturale controllata. Ancora, si introduce il nuovo istituto dell’area addestramento cani da tartufo; si prevede un regolamento di attuazione della legge regionale; si aggiorna la disposizione finanziaria per gli interventi finalizzati alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio tartufigeno anche per tener conto della sopravvenuta normativa in materia di contabilità finanziaria.
Durante l’illustrazione in Aula la presidente della commissione Sviluppo economico e rurale Ilaria Bugetti ha sottolineato come “la Toscana sia una delle regioni più importanti per produzione e raccolta, e che l’iter della legge sia stato abbastanza lungo, ma grazie alle consultazioni abbiamo avuto modo e cura di ascoltare tutte le associazioni di riferimento, e chi non ha partecipato ha mandato osservazioni in merito, che sono state 78. Il tartufo è un prodotto spontaneo e non è ritenuto un prodotto agricolo, altrimenti il nostro approccio sarebbe stato diverso”.
Duro l’intervento in Aula del consigliere regionale di Italia Viva Stefano Scaramelli che ha chiesto ai colleghi di fermarsi e riportare la discussione in commissione anche perché “nell’impegnativa dell’ordine del giorno è prevista l’apertura di un tavolo di confronto con comuni, associazioni e soggetti interessati in vista dell’emanazione del regolamento di attuazione che di fatto riapre la discussione”. “Il territorio senese che io rappresento – ha proseguito il consigliere Scaramelli – viene oltraggiato e offeso da questa legge. Il Consiglio regionale è sovrano, ma ne farò una battaglia. Siamo di fronte a una forzatura che mette alla prova il livello di resistenza un territorio per cui il tartufo bianco delle crete senesi è un prodotto fondamentale”.
Durante il dibattito la consigliera regionale del Partito democratico Anna Paris e i colleghi di partito Andrea Pieroni, Elena Rosignoli, Lucia De Robertis e Vincenzo Ceccarelli hanno difeso la bontà di un testo di legge che è necessariamente una sintesi ma difende gli interessi di tutti i toscani. “Di quelli che della raccolta del tartufo hanno fatto una professione di quelli che la considerano un’attività ludica”.
“Le pressioni sono state infinite – ha specificato la consigliera Anna Paris – ma in assenza di un intervento del legislatore nazionale abbiamo avuto il coraggio di intervenire”.
“La normativa – ha aggiunto il consigliere Andrea Pieroni – deve andare dietro alla classificazione di prodotto spontaneo del territorio e chi paga il tesserino deve avere ambiti dove sviluppare questa passione”. Per la consigliera Elena Rosignoli “è necessario approvare la legge perché influisce sul calendario nazionale della raccolta. Non è una legge che lede il lavoro, ma permette anche una cerca libera”. La consigliera Lucia De Robertis ha voluto sottolineare come “non si sia voluto penalizzare nessuno. Noi rappresentiamo tutta la Toscana e tuteliamo chi della raccolta dei tartufi ha fatto una professione e chi la gode come attività ludica”.
Il consigliere Vincenzo Ceccarelli ha parlato “di una legge complessa che non doveva accontentare tutti, ma trovando la soluzione più equilibrata, fare un passo avanti, scontentando un po’ tutti. Partendo da un presupposto, che viene normata la ricerca del tartufo e non l’attività produttiva o quella imprenditoriale. Migliaia di persone pagano un tesserino, come i cacciatori, per andare in territorio libero e anche per il tartufo sono previsti territori recintati per attività imprenditoriale o aree protette per favorirne la crescita”.
Dai banchi delle opposizioni la capogruppo della Lega Elena Meini ha chiesto, con successo, di modificare l’ordine del giorno per permettere al suo partito di votare a favore “chiedendo soprattutto di chiarire quante risorse arrivino effettivamente alla Regione per il pagamento delle quote annuali dei tesserini per la raccolta dei tartufi”.