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Alluvione. I geologi della Fondazione Parsec impegnati da subito a Prato, Montemurlo e in Vallata

Oltre 40 sopralluoghi su strade, torrenti e movimenti franosiMorelli: “In emergenze come questa si lavora con l’esperienza”

Prato, 11 novembre 2023 – Frane, smottamenti, torrenti fuori dall’alveo e ovunque acqua e fango. In prima fila a fronteggiare la drammatica situazione dei Comuni del pratese dopo la notte del 2 novembre c’erano e ci sono anche i tecnici, in particolare i geologi, che hanno il delicato compito di valutare il livello di rischio per supportare le azioni delle amministrazioni e della Protezione civile in modo da mettere in sicurezza e salvaguardare anzitutto le persone e poi il territorio.

La Fondazione Parsec, che annovera nel personale 4 geologi di cui 3 operativi, è stata impegnata fin dalle prime luci di venerdì mattina (3 novembre) nel Comune di Prato, a Figline, in quello di Montemurlo e nei Comuni della Vallata, Vaiano e Cantagallo soprattutto, con oltre 40 sopralluoghi su strade, torrenti e decine di movimenti franosi. L’attività continua senza sosta e il monitoraggio del territorio andrà avanti anche nei prossimi giorni.

La squadra del Parsec comprende il direttore Marco Morelli, specializzato nel rilevamento dati di campagna e in cartografia geologica, Andrea Fiaschi, sismologo esperto in geotecnica e Daniela Faggi, esperta in geologia di campagna.

“Ci siamo subito messi a disposizione dei sindaci per collaborare alla ricognizione d’emergenza del territorio – spiega Morelli – Naturalmente non è possibile procedere con gli strumenti consueti del geologo – sondaggi, rilievi e prove tecniche – Si lavora usando l’esperienza e, nel nostro caso, la conoscenza del territorio. In molti frangenti ci siamo assunti responsabilità gravose perché si può valutare solo in base a ciò che si vede e quindi l’approccio è di grande cautela, si considera sempre il rischio massimo che ogni situazione presenta”.

I tecnici Parsec hanno fatto rilevamenti e valutazioni a Figline e nella parte collinare di Montemurlo e Bagnolo, a La Briglia per i danni provocati dal Rio Secco, sulla strada che da Usella porta a Migliana, a Butia, Caselle, Querceta, Gricigliana, Cambiaticcio, Chiusoli e così via, monitorando anche una miriade di piccole frane e smottamenti lungo le strade della Val di Bisenzio.

“Abbiamo dato prescrizioni per migliorare il più possibile le condizioni – aggiunge ancora Morelli – consigliando di togliere i materiali instabili, spostare corsi d’acqua che invadevano strade, ammassare i detriti in luoghi adatti per evitare ulteriori smotte, svuotare e stasare condotti sotto attraversamenti stradali e così via”. A monte spesso è necessario deviare i torrenti per non alimentare infiltrazioni in corpi franosi in movimento o potenziali. Ed è urgente valutare la tenuta delle strade nei punti svuotati o fratturati per adottare, per esempio, provvedimenti di limitazione della percorribilità, sia riguardo alla velocità che al peso degli automezzi, oppure la chiusura in caso di rischio elevato. Morelli e gli altri hanno anche risalito i torrenti d’acqua e di melma per valutare la base dei movimenti e verificare le condizioni. In particolare, Andrea Fiaschi si è occupato di Montemurlo e Prato, presidiando anche le sale del Centro Operativo Comunale della Protezione civile, Morelli e Faggi ha lavorato soprattutto in vallata.

Il Comune di Prato è socio unico della Fondazione Parsec, mentre con gli altri Comuni esiste un accordo quadro che prevede la consulenza della Fondazione anche in materia di Protezione civile e con il Comune di Montemurlo c’è una convenzione specifica proprio per eventi riguardanti la Protezione civile.

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