Sono passati duecento anni dalla nascita di Sant’Antonio Maria Pucci, nato a Vernio il 16 aprile 1819. Appartenente all’ordine dei Servi di Maria, il religioso ha vissuto gran parte della sua vita a Viareggio, città dove si è fatto conoscere per il suo profondo amore per i poveri. Tanto che trovò la morte a causa di una polmonite contratta per essersi privato in pieno inverno del suo mantello per donarlo a un povero incontrato per strada.
Sant’Antonio Maria Pucci è stato canonizzato il 9 dicembre 1962 da papa Giovanni XXIII alla conclusione della prima sessione del Concilio Vaticano II.
Per ricordare la speciale ricorrenza la parrocchia di Mercatale, nel cui territorio si trova oggi l’abitato di Poggiole, e il Comune di Vernio hanno promosso una serie di iniziative nel nome del Santo. Gli appuntamenti si tengono al santuario intitolato a Sant’Antonio, eretto nel 1965, al posto dell’antica chiesa parrocchiale distrutta durante la seconda guerra mondiale, e nella vicina casa di preghiera gestita.
Domenica 14 aprile alle 15,30 sarà il priore della basilica della Santissima Annunziata a Firenze padre Sergio Ziliani dei Servi di Maria a illustrare la vita del Santo. L’incontro si tiene nella casa di preghiera. Alle 17,30 messa al santuario presieduta dal vescovo Franco Agostinelli e concelebrata dal parroco di Mercatale don Alessandro Bigagli. Partecipa il sindaco di Vernio Giovanni Morganti. A seguire apericena alla casa di preghiera (è gradita prenotazione: 349-6361070).
Lunedì 15 aprile alle 18 adorazione eucaristica fino alle 9 del giorno successivo. Martedì 16, alle 17, messa solenne nel giorno della memoria del Santo. Le iniziative hanno il patrocinio del Comune di Vernio.
Nato il 16 aprile 1819 a Poggiole, secondo di 9 figli, ricevette dai genitori il nome di Eustachio. Dopo un’adolescenza trascorsa nello studio e nella preghiera, all’età di diciotto anni entrò nell’Ordine dei Servi di Maria, animato da una viva devozione verso la Madre di Dio. Fece il noviziato a Firenze nel convento della Santissima Annunziata, prendendo nome Antonio. Presso il sacro convento di Monte Senario per sei anni studiò filosofia e teologia ed emise i voti solenni. Ordinato sacerdote nel 1843, appena un anno dopo venne inviato a Viareggio alla comunità di Sant’Andrea come viceparroco. Viareggio resterà la sua unica comunità fino alla morte. Nel 1847 Antonio venne nominato parroco e, anche in questo caso, e per quarantacinque anni, fino alla morte, assolse questo compito, offrendo a tutti un esempio di vita unicamente dedita a Dio e al popolo affidatogli. Al tempo stesso continuò lo studio, conseguendo nel 1850 il titolo di maestro in sacra teologia.
L’umiltà dell’animo, la riservatezza nel parlare, l’abituale contatto con Dio, l’amore alla povertà furono le caratteristiche principali di Antonio. In nessun ambito risparmiò se stesso pur di condurre tutti a Cristo: nelle sue lettere dimostra di conoscere uno ad uno i suoi parrocchiani, seguendoli sempre con paterno amore. Immensa fu la sua carità per i bisognosi al punto di giungere anche a togliersi di dosso i vestiti. A ragione venne chiamato padre dei poveri.
Durante l’epidemia di colera a Viareggio nel 1854-1856, quasi senza concedersi riposo e incurante del pericolo, giorno e notte si prodigò per i sofferenti. Colpito da polmonite per essersi privato in pieno inverno del suo mantello per donarlo a un povero incontrato per strada, continuò a svolgere il suo ministero con incrollabile determinazione; sfinito da questo sforzo, pochi giorni dopo, il 12 gennaio 1892, ricevuti i sacramenti, morì: tutta la città, compresi gli stessi oppositori della Chiesa, piansero il padre comune.
Papa Giovanni XXIII lo canonizzò il 9 dicembre 1962, alla conclusione della prima sessione del Concilio Vaticano II. Le spoglie di Antonio Maria Pucci si venerano all’interno della basilica di Sant’Andrea a Viareggio. Nella diocesi di Prato presso Vernio è stato eretto, nel 1964-1965, un santuario dedicato al santo.