Antropolaroid a teatro, a Firenze, sabato 15 dicembre. Sul palco del Teatro di Rifredi, Tindaro Granata racconta la storia della sua famiglia, intere generazioni di nonni, padri, amici, mafiosi, soldati americani, emigrati, e di una terra, la sua Sicilia, da cui allontanarsi per andare a Roma a fare l’attore e ritrovarsi a fare il cameriere.
Tindaro Granata passa attraverso i decenni in molteplici ruoli, a ogni età, maschio o femmina, tra giochi, balli, lavoro, relazioni familiari, brevi passaggi ogni volta a comporre dialoghi, legami, situazioni, lui solo e tanti.
Definire Antropolaroid non è semplice, con questo titolo che fonde lo scatto fotografico con la ricerca antropologica, la memoria trattenuta nell’immagine e il racconto tramandato e vissuto profondamente. Granata utilizza un’antica tecnica, quella del cunto siciliano che però qui viene scomposta: a far rivivere la storia della sua famiglia non è la narrazione in terza persona, ma sono i personaggi stessi a rievocarla sulla scena, a prendere la parola per dialogare in un dialetto siciliano antico e moderno.
Antropolaroid è uno spettacolo struggente, attraversato da un’inquietudine dolorosa, dove storie drammatiche si alternano ad aneddoti divertenti, cunto e mimo, comico e tragico: gestualità e melodramma ricreano, per la grande capacità di Tindaro Granata nel trasformarsi, un mondo arcaico e immobile dove tutto è condannato a ripetersi.
È di questi giorni la notizia della candidatura di Tindaro Granata al Premio Ubu 2018 nella categoria migliore interprete maschile per la sua interpretazione in La bisbetica domata, spettacolo che andrà in scena al Teatro di Rifredi il 4 e 5 aprile.