Casa Federico

Un tetto per chi non ce l’ha. Apre la seconda Casa Federico

A quasi due anni dall’apertura del primo co-housing, la Fraternità Federico Bindi onlus inaugura sabato 30 novembre alle 11, ad Arezzo, il secondo appartamento destinato a persone che momentaneamente o meno sono senza fissa dimora.

“Casa Federico 2” è un progetto che si è potuto realizzare grazie alle donazioni di tantissime persone che hanno contribuito e hanno partecipato alle iniziative del crowdfunding della campagna Pensati con il cuore della Fondazione Il cuore si scioglie. Il progetto della seconda Casa Federico, infatti, è uno degli oltre 60 obiettivi raggiunti dalla Fondazione che dal 2017 collabora con le associazioni sul territorio e, grazie all’impegno delle sezioni soci, ha coinvolto migliaia di persone in attività e donazioni. Nel caso di Casa Federico 2 il progetto sostenuto dalla Fondazione era stato proposto da La Fraternità in collaborazione con la sezione soci di Arezzo e in quaranta giorni ha raggiunto oltre 9mila euro di donazioni, superando di gran lunga l’obiettivo base che è stato raddoppiato dalla Fondazione per arrivare ad un totale di 16mila euro che hanno permesso l’apertura della seconda Casa Federico e la possibilità di svolgervi attività per un periodo di qualche anno.

L’immobile, che ospiterà persone senza fissa dimora e permetterà loro di intraprendere un percorso di autonomia, è stato messo a disposizione in affitto dal Seminario di Arezzo: si tratta di una struttura ampia, con 3 camere doppie, 2 bagni 1 grande cucina e 1 grande salone. L’appartamento si adatta molto bene alle esigenze dei coinquilini che si trovano a condividere vite adulte, ognuno con la sua particolare storia, e a vivere momenti comuni in uno stile che vuole ricreare calore e accoglienza familiare per chi la famiglia ce l’ha lontana o non ce l’ha più.

La convivenza a Casa Federico al momento è già iniziata, gli ospiti sono 6: 2 donne e 4 uomini. Hanno partecipato anche loro alla risistemazione della casa e alla imbiancatura delle pareti: prendersi cura del posto dove si vive significa già rispettarlo e custodirlo nel migliore dei modi sin da subito. Ognuno degli inquilini ha una sua storia di fragilità, ma li accomuna la voglia di ricominciare e di impegnarsi per una vita quanto più regolare possibile. Come La Fraternità sa già dall’esperienza del primo appartamento la convivenza non è sempre facile, per questo le due responsabili del progetto, le volontarie Giovanna Raguso e Bruna Giovannini, passano quasi ogni giorno a “Casa Federico 2” per ascoltare, orientare, raccogliere ogni tipo di richiesta e problematica, condividono le belle notizie e cercano di essere di aiuto nei momenti di tensione.

La Fraternità è nata a seguito della scomparsa di Federico Bindi di cui ricorrono in questi giorni i 10 anni (25 novembre) su idea, progetto e forza di volontà di Maria Grazia Sassi, la madre di Federico, oggi presidente onorario della Fraternità. Tutti coloro che contribuiscono a vario titolo sono volontari e dedicano il loro tempo a questa realtà in uno spirito di servizio verso chi ha bisogno di aiuto, in particolare verso chi si trova senza fissa dimora. Senza l’aiuto appassionato di tutti i volontari – da chi fa i turni al centro diurno a chi svolge altre mansioni di tipo più organizzativo e amministrativo – le attività della Fraternità non sarebbero possibili.

L’apertura di Casa Federico 2, che verrà ufficialmente presentata alla stampa e alla città sabato prossimo alle 11, è quindi una buona notizia per La Fraternità per tanti motivi: il primo è naturalmente quello di poter rispondere, seppure ancora in piccolo, al bisogno di casa e di famiglia, che hanno diverse persone fragili che frequentano il centro di Via Chiassaia; ma è una buona notizia anche essere riusciti a catalizzare energie, tempo e fondi di tante singole persone e di grandi enti nel segno di un progetto di solidarietà che guarda agli ultimi.

I ringraziamenti de La Fraternità per il traguardo raggiunto con Casa Federico 2 vanno alla Fondazione il cuore si scoglie, a Daniela Ceccarelli e a tutta la sezione soci Coop Arezzo, a Padre Raffaelle Menniti direttore del seminario, a Don Dino Liberatori, guida spirituale del percorso di co-housing e alle tante persone che sostengono la Fraternità.

Siamo felici che il progetto sia giunto al termine con successo e oggi possiamo già apprezzarne i frutti. I quaranta giorni di raccolta sono stati occasione di incontro con la città ed abbiamo avuto l’opportunità di toccare con mano la generosità dei cittadini di Arezzo – dice Daniela Ceccarelli, presidente sezione soci Coop Arezzo – che hanno contribuito a sostenere il progetto e l’idea che nessuno debba restare indietro. Con la seconda Casa Federico la comunità offre un’opportunità di inclusione e di autonomia a coloro che affrontano un periodo di difficoltà e si ritrovano per strada”.

Il successo raggiunto a Arezzo conferma il valore di una iniziativa che mette al centro le persone e i progetti del territorio – afferma Daniele Lanini, responsabile progetti crowdfunding della Fondazione ‘Il Cuore si scioglie’ – il territorio ancora una volta ha dato una grande dimostrazione di solidarietà”.

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