Lo chiede una proposta di risoluzione presentata dalla commissione guidata da Marco Niccolai (Pd). L’atto è stato approvato a maggioranza, con il voto contrario di M5S e l’astensione di Fratelli d’Italia
Il Consiglio regionale ha approvato una proposta di risoluzione, presentata dalla commissione Aree interne, che chiede misure di contenimento del caro energia per famiglie, imprese ed enti locali, con particolare riferimento alle aree interne e montane. L’atto è passato a maggioranza, con 25 voti favorevoli, con il voto contrario di Silvia Noferi del Movimento 5 Stelle e l’astensione di Fratelli d’Italia.
Il presidente della commissione istituzionale per il Sostegno, la valorizzazione e promozione delle aree interne della Toscana Marco Niccolai (Pd) ha illustrato i contenuti della lunga proposta all’Aula. L’atto impegna la Giunta regionale ad attivarsi nei confronti del Governo affinché “sostenga, in sede comunitaria, la necessità di determinare un tetto europeo al prezzo del gas e di adottare ulteriori misure di emergenza per far fronte al forte aumento dei prezzi dell’energia”. E stende una serie di indicazioni, che la Regione dovrà presentare al Governo, per il sostegno agli enti locali, alle famiglie e alle imprese. Come ha spiegato Niccolai, i rincari energetici hanno comportato un aumento di spesa per i Comuni del 100% ed è chiaro che la situazione è più grave in montagna, dove il clima è più freddo, ma la legislazione nazionale presenta un “vulnus” perché non ci sono distinzioni per fasce altimetriche. Inoltre, se tassare gli extraprofitti energetici “è sicuramente giusto per le grandi aziende dell’energia”, non lo è per i Comuni che gestiscono impianti di energia rinnovabile. Ancora, occorre aprire una riflessione sull’adozione di fasce altimetriche per l’accise regionale sul gas naturale, come accade in altre due regioni italiane; si chiede di ridurre l’Iva su pellet e legna da ardere al 4% e di cogliere l’opportunità, producendo il bando quanto prima, per le comunità energetiche nei Comuni sotto i 5 mila abitanti. È stato accolto anche un emendamento presentato dalla Lega, che chiede di inserire nelle richieste anche le aree insulari, recentemente inserite nella Snai (Strategia nazionale aree interne), accanto alle aree interne e montane. Italia Viva ha inoltre ritirato una mozione sull’argomento, considerando come la proposta di risoluzione di fatto la riassorbisse.
Nel dettaglio, la proposta di risoluzione per il sostegno agli enti locali chiede che “si individuino nuove misure a supporto dei Comuni e delle Unioni di Comuni presenti nelle aree interne e montane, per far fronte al caro-energia e ai costi in aumento di energia elettrica e del gas, valutando, inoltre, di poter considerare nelle modalità di riparto delle risorse anche la fascia altimetrica e climatica; si valuti la possibilità di individuare una riduzione dei costi energetici per le imprese e gli Enti locali dei territori montani ubicati in prossimità di impianti per la produzione energetica (in particolare geotermica, idroelettrica o eolica; si sostenga nel quadro della strategia forestale nazionale e della strategia per lo sviluppo sostenibile la promozione di interventi volti alla decarbonizzazione delle aree rurali e montane, anche dando impulso a nuove filiere forestali e al lavoro sistemico dei Comuni nel quadro delle citate ‘Green Communities’; si intervenga con una immediata sospensione dell’attuazione dell’articolo 15 bis del D.L. Sostegni Ter per quanto concerne la produzione di elettricità da impianti a fonti rinnovabili da parte dei Comuni”.
Per le famiglie e le imprese, si chiede che “venga potenziata la misura del credito di imposta in merito alla spesa sostenuta dalle imprese per l’acquisto della componente energetica (elettrica, gas, carburante), aumentandone le percentuali e prevedendo un’estensione anche alle piccole imprese, almeno fino al 31 dicembre 2022, allargando la categoria dei beni strumentali ed inserendo gli impianti di produzione di energia di fonti rinnovabili; si valuti la possibilità di ampliare la platea dei beneficiari del credito di imposta estendendolo anche alle imprese non energivore, tenendo conto di quelle in cui il consumo energetico ha alta incidenza rispetto al fatturato, indipendentemente dal fatto che siano classificate come energivore; venga potenziata la misura del ‘micro credito liquidità’ attualmente destinato solo a micro imprese, al fine di incrementare la liquidità delle imprese; si dia continuità e si rafforzino le misure di supporto alle famiglie e ai singoli cittadini (‘bonus energia’), in base alle fasce Isee, per limitare il costo dell’energia termica ed elettrica, concertando le apposite iniziative con i gestori dei servizi e le multiutilities; venga ridotta al 4% l’Iva sul pellet e sulla legna da ardere e si valuti l’avvio di una analisi su eventuali pratiche speculative e di ‘cartello’ tra le imprese, anche in riferimento alle importazioni”.
Per perseguire l’autonomia energetica “e azioni virtuose di risparmio energetico”, la proposta di risoluzione chiede l’impegno che la Giunta regionale si adoperi con il Governo affinché “si sostenga, con particolare efficacia e mediante il coinvolgimento di Regioni ed enti locali, la diffusione e incentivazione delle ‘comunità energetiche’; si introducano, con normativa statale, ulteriori e più spinte semplificazioni del procedimento amministrativo per la realizzazione di sistemi di autoproduzione di energia per le famiglie e per le imprese (es. cogenerazione, fotovoltaico, minieolico, biomasse), con particolare attenzione alle misure per favorire la rapida installazione di impianti fotovoltaici sui tetti degli immobili (familiari e unifamiliari); si rendano strutturali le politiche di efficienza energetica nel residenziale e nelle attività produttive”. La proposta di risoluzione impegna inoltre la Giunta regionale a “valutare l’introduzione di una differenziazione dell’accisa regionale sul gas naturale usato come combustibile, istituita dall’articolo 9, comma 1, del decreto legislativo 21 dicembre 1990, n. 398 (Istituzione e disciplina dell’addizionale regionale all’imposta erariale di trascrizione di cui alla legge 23 dicembre 1977, n. 952), sulla base delle diverse zone climatiche del territorio regionale” e a “promuovere una campagna istituzionale di comunicazione sull’uso razionale dell’energia, rivolta ai cittadini toscani, tesa all’efficienza e al risparmio energetico”.
Silvia Noferi (M5S) ha annunciato voto contrario perché “si continua a non connettere il cambiamento climatico con la gestione delle foreste” e in questo atto si guarda con favore al taglio delle piante. “L’Iva sulla legna da ardere andrebbe raddoppiata, non diminuita – ha detto Noferi – e i boschi hanno bisogno di essere lasciati in pace. Ben vengano gli investimenti, ma devono essere fatti sulle energie rinnovabili, non per tagliare i boschi. Basta guardarsi intorno per vedere che c’è un eccessivo sfruttamento del ceduo”.
Diego Petrucci (FdI) ha criticato il fatto che la proposta, a fronte di due pagine piene di indicazioni di cose da fare, presenti un’impegnativa per la Giunta regionale di due righe, mentre per il resto si rivolge al governo nazionale. “Così è un esercizio poco più che retorico – ha commentato -. La Regione può fare tante cose se intendiamo esercitare in maniera piena il nostro potere, invece di demandare ad altri”. Per questo ha proposto l’adozione di una legge quadro regionale per la montagna e le aree interne. E’ poi intervenuto sulla questione della gestione dei boschi. “In realtà è esattamente il contrario di quello che afferma la consigliera Noferi – ha commentato -. I boschi se non vengono curati o coltivati si esauriscono. Le piante vecchie impediscono alle nuove di crescere. Piante non autoctone prevalgono, e spesso sono specie non utili a contenere le frane e a mantenere il territorio. I boschi negli ultimi anni si sono mangiati il 30 per cento della montagna distruggendo biodiversità che non recupereremo più”.
Luciana Bartolini (Lega) ha annunciato voto favorevole al documento nel caso che l’emendamento presentato dal suo gruppo venisse accolto, così come è stato.
Donatella Spadi (Pd) ha ricordato che la commissione Aree interne non può fare attività legislativa ma solo proposte di risoluzione chiedendo impegno agli interessati, e che sul fatto di impegnare il governo nazionale “nessuno aveva fatto problemi prima dell’avvento del nuovo governo, nel settembre scorso”.
Elena Rosignoli (Pd), annunciando il voto favorevole del suo gruppo, ha sottolineato che in questa risoluzione è stato fatto un lavoro ampio e articolato e che si è coinvolto il governo nazionale nei casi in cui si doveva fare. “Si tratta dunque di una polemica inutile” ha commentato.
Maurizio Sguanci (Iv) annunciando il voto favorevole del suo gruppo, ha giudicato con favore la richiesta di abbassare l’Iva su pellet e legna da ardere e, in risposta a Noferi, ha replicato che “il taglio e la gestione dei boschi, basta vedere quello che succede in paesi come la Svezia, sono importanti per la loro conservazione, per la biodiversità e per fare economia. Basta con la demagogia”.
Secondo Mario Puppa (Pd) “la proposta di risoluzione è articolata e complessa, ma completa”. Quanto agli interlocutori, “dobbiamo chiedere l’impegno di chi ha la disponibilità di raccogliere le proposte e farne atti concreti”, quindi ha invitato “a tornare a lavorare in maniera unitaria”. Dura la replica a Noferi sulla gestione dei boschi. “ Si affrontano con superficialità temi che per questi territori, per chi nel bosco ci vive e non ci va a passeggiare ogni tanto, hanno un valore immenso – ha detto -. La gestione è la soluzione. In passato dai boschi, curati, la gente ha tratto sostentamento ed è riuscita a sopravvivere. Oggi non è più così perché molti territori sono stati abbandonati, ma se non si torna a gestirle le foreste sono a rischio, così come la biodiversità”.
Elisa Tozzi (Gruppo misto – Toscana Domani) ha osservato che “la Regione può e deve fare molto per le aree interne e montane, e che se si impegna può portare a casa risultati concreti”. Ha citato come esempio, a questo proposito, il finanziamento regionale di 400 mila euro erogato per le comunità energetiche della montagna pistoiese.
Marco Landi (Lega) ha illustrato l’emendamento, poi accolto, che inserisce le aree insulari accanto alle aree interne e montane.
Marco Niccolai, in replica, ha ricordato che la commissione Aree Interne non ha potere di produrre leggi e che si rivolge pertanto a chi è del caso. “Non è vero che parliamo solo di governo nazionale, nostri atti precedenti erano diretti alla Giunta regionale” ha detto. “L’importante è ottenere risultati e ne abbiamo ottenuti di importanti”. Ha citato, come esempi, il fatto di essere riusciti a inserire la riserva del 30 per cento nella programmazione europea per le aree interne, e il fatto che le aree Snai (Strategia nazionale delle aree interne) siano passate da tre a sei, riuscendo a intercettare fondi importanti.R