I carabinieri del Comando provinciale di Arezzo hanno eseguito questa mattina all’alba perquisizioni e arresti nell’ambito di una vasta operazione antidroga che coinvolge anche altre città, toscane e di altre regioni, oltre alla Spagna. L’operazione, denominata Aquila, ha portato all’esecuzione di 32 misure cautelari, nel corso del tempo e oltre 20 delle quali oggi (17 arresti), in diverse provincie italiane ed in Spagna.
All’alba di oggi, 120 carabinieri del Comando provincialearetino, con l’ausilio di unità cinofile e con la collaborazione dei colleghi dei comandi territorialmente competenti, su ordine della procura di Arezzo, hanno tratto in arresto, 17 persone e sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo/divieto di dimora altre 5 persone indiziate, a vario titolo, per i reati di concorso continuato e aggravato in detenzione e spaccio e traffico illecito di ingenti quantitativi di cocaina, marijuana e hashish. Altre 10 persone erano già state tratte in arresto nel corso delle indagini, in tutto il 2019.
Le indagini sono scaturite da un attento monitoraggio della città di Arezzo da parte dei carabinieri, a febbraio 2019 che ha portato all’individuazione di alcuni soggetti dediti allo spaccio nei pressi di un parco. Le successive indagini hanno utilizzato tecniche investigative classiche, battendo il territorio, ed espedienti innovativi, con incursioni notturne, anche mediante l’ausilio di sofisticate attività tecniche, permettendo così di avere il costante monitoraggio di tutti i movimenti e di documentare il compimento di specifici reati.
Ciò ha consentito ai militari di penetrare nel territorio nonché di ricostruire la rete di soggetti albanesi, romeni ed italiani che avevano attivato in città piazze di spaccio nel cuore del centro storico così come nelle zone periferiche ed in alcuni centri commerciali, destinandole allo smercio al dettaglio delle sostanze stupefacenti documentando plurime cessioni nell’ordine di alcune migliaia.
È stato, così, possibile ricostruire provate responsabilità secondo le quali i soggetti, seppur non tutti e non stabilmente collegati fra loro, in un’area geografica ben definita, erano dediti con ruoli e compiti diversi al traffico di sostanze stupefacenti utilizzando come canale di approvvigionamento il nord Italia o la Spagna.
Le indagini si sono inizialmente concentrate su due fratelli albanesi, ma è emerso immediatamente il loro inserimento in una struttura più ampia e complessa costituita da connazionali e da una rete di spacciatori romeni. In particolare, all’interno del gruppo romeno, le 4 donne, tutte destinatarie di misure cautelari, oltre a spacciare al dettaglio, si occupavano principalmente della parte logistica, essendo le intestatarie delle autovetture che utilizzavano per il trasporto dello stupefacente in grosse quantità e fungendo da corrieri perché destavano meno sospetti in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine.
Si sono poi individuati i canali di rifornimento di cocaina di questo gruppo da due albanesi, da anni residenti ad Arezzo e completamente integrati, più volte già finiti nel mirino delle forze dell’ordine ma di fatto ancora incensurati, entrambi destinatari di misura cautelare e risultati essere il vertice dell’organizzazione.
I due infatti hanno dimostrato di avere collegamenti con connazionali nel nord Italia e in Spagna, da cui approvvigionavano la cocaina, la marijuana e la sostanza da taglio.
In particolare, avvalendosi di una rete di fiancheggiatori presenti nelle province spagnole di Barcellona e Girona, riuscivano a produrre direttamente la marijuana. Sono stati documentati 5 viaggi, nel periodo giugno-ottobre 2019, dal luogo di coltivazione, in una villa con piscina e giardino in una zona residenziale della provincia di Girona, ad Arezzo. A novembre 2019, in esecuzione di un ordine di Indagine Europeo richiesto da questa Procura, militari del Comando Provinciale di Arezzo, in collaborazione con personale del Corpo Nazionale di Polizia di Barcellona e della Guardia Civil della Catalogna, hanno rinvenuto all’interno della villa una piantagione indoor fotoperiodica costituita da circa 700 piante di cannabis sativa, traendo in arresto due persone che si occupavano della gestione della piantagione, una delle quali aveva tentato una rocambolesca fuga sui tetti.