Avrà una durata di sei mesi, potrà essere conservato anche nel frigo di casa a una temperatura di -2/8 gradi e costerà meno di 3 euro. Ecco riassunte alcune delle caratteristiche del vaccino anti-covid di Astra Zeneca, nelle parole dell’amministratore delegato Lorenzo Wittum. Il vaccino è quello nato dalla collaborazione tra l’azienda, il Jenner Institute di Oxford e l’italiana Irbm (Istituto di ricerche biomediche).
«Litri di vaccino sono già ad Anagni, vicino Roma, pronti ad essere infialati da uno dei nostri partner, Catalent”, annuncia Wittum, precisando che «non mi sembra corretto fissare date» per l’arrivo di dosi complete in Italia.
«Stiamo lavorando sodo – aggiunge – per preparare il dossier da sottoporre all’agenzia europea del farmaco, l’Ema. I dati da analizzare sono 6-10 milioni e riguardano tutti i partecipanti, e dico tutti, arruolati nella sperimentazione. Quando li invieremo all’autorità regolatoria dobbiamo dare loro tutto il tempo per valutare. Certo è che una volta ricevuto il via libera siamo organizzati per ultimare la produzione di 3 miliardi di dosi. Ci stiamo preparando da fine maggio».
Riguardo gli annunci di Moderna e Pfizer/Biontech che hanno indicato i tempi di arrivo sul mercato e annunciato percentuali di efficacia superiori rispetto al vaccino AstraZeneca, Wittum afferma che «questa è una gara contro la pandemia e per vincerla serve più di un vaccino. Serve una capacità produttiva tale da avere un alto numero di dosi sicure e efficaci. Ben venga la concorrenza. Ai nostri 3 miliardi di dosi si aggiungeranno il miliardo e 200 milioni di Pfizer/Biontech e altre centinaia di milioni di Moderna. La popolazione mondiale è di quasi 8 miliardi di persone. Abbiamo bisogno di più opportunità per proteggerci dal virus».
«È sempre difficile stimare l’andamento delle sperimentazioni – aggiunge l’ad di AstraZeneca Italia -. Pensavamo di fare prima. Poi i tempi si sono allungati in quanto da maggio in poi l’epidemia ha rallentato e in estate in Gran Bretagna, dove si sono svolti una parte dei test, il virus era poco diffuso dunque era difficile verificare se il vaccino funzionava».
Riguardo all’efficacia del vaccino, «siamo molto contenti, il 90% è un dato molto significativo ma anche il 70% va considerato un risultato eccezionale. Tenete presente che nessuno dei vaccinati ha sviluppato sintomi gravi né è stato ricoverato. Significa che, anche se si prende l’infezione, il vaccino protegge».
«È un vaccino per tutti – conclude Wittum – anche per i Paesi a basso reddito. Ci siamo impegnati a fornire le dosi al costo necessario per sostenere i costi di produzione. Questa è una situazione senza precedenti. Il costo resterà lo stesso per i Paesi a basso reddito anche quando Covid-19 avrà smesso di essere un problema per il mondo». (AdnKronos)