Il coronavirus condiziona anche indirettamente l’attività negli ospedali toscani. Per tutelare i presìdi, i pazienti e i sanitari l’attività medico chirurgica verrà ridotta al 25%, come comunicato dal presidente della Regione, Enrico Rossi. Saranno garantite soltanto le emergenze, la chirurgia oncologica e gli interventi ritenuti salvavita. Saranno inoltre effettuati controlli a tappeto a tutte le persone in ingresso nei 41 ospedali della Toscana, con stop all’accesso di chi manifesta sintomi riconducibili al coronavirus.
La misura viene adottata per evitare che una persona positiva al virus entri in ospedale ed infetti pazienti e personale, provocandone la messa in quarantena e mettendo in difficoltà l’intero sistema.
«Chiediamo ai cittadini in attesa – ha spiegato Rossi – di avere pazienza. Abbiamo preso questa decisione per tutelare la salute collettiva, nell’eventualità che il fenomeno possa avere un’ulteriore diffusione nei prossimi giorni. In questo modo renderemo disponibili posti letto in più, oltre agli attuali 30 liberi nelle terapie intensive degli ospedali pubblici e verificheremo con le strutture private quanti potranno metterne a disposizione. Contiamo di arrivare a circa 100 in totale. E domani esamineremo la possibilità di renderne disponibili altri ancora, attrezzando con ventilatori respiratori alcuni dei 308 posti che abbiamo nelle terapie subintensive. Dopo esserci dedicati alla prevenzione – ha aggiunto Rossi – ci siamo messi in condizioni serie per curare i pazienti, nell’eventualità che si verifichi lo scenario più preoccupante».
Il presidente ha poi annunciato che, vista la scarsità sul mercato mondiale, è iniziata la produzione di 20-30.000 mascherine al giorno made in Tuscany. Sono state cioè realizzate con un tessuto non tessuto prodotto in Toscana, dopo averne ottenuto la validazione da parte dell’Università.