Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge, di iniziativa dell’Ufficio di presidenza. Il presidente Antonio Mazzeo: “Toscana prima e unica Regione in Italia ad intervenire. Ci prendiamo responsabilità politica di ridurre un privilegio di pochi”
Firenze – Dopo un serrato confronto in Ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Toscana, in commissione Bilancio, nonché tra i capigruppo – anche nel corso della seduta – l’Assemblea ha approvato la proposta di legge “Disposizioni per la riduzione temporanea del meccanismo di indicizzazione degli assegni vitalizi dei consiglieri regionali in carica fino alla nona legislatura”, registrando 31 favorevoli e la non partecipazione al voto del Movimento 5 Stelle.
La legge interviene sugli assegni vitalizi dei consiglieri regionali in carica fino alla nona legislatura, così come previsto dalla legge regionale 3/2009. L’atto, di iniziativa dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, parte dalla valutazione, come riportato nella relazione alla proposta di legge che “la piena applicazione del meccanismo di indicizzazione previsto porterebbe ad un sensibile incremento di spesa e ad un adeguamento degli importi degli assegni non congruo rispetto ad esigenze di sobrietà e risparmio”. L’incremento di spesa stimato per l’anno 2023 (tasso di inflazione attorno al 11,8 per cento) è di circa 700mila euro per i 184 ex consiglieri che hanno diritto al vitalizio.
Due gli emendamenti, proposti dal gruppo Lega e approvati: per i vitalizi più bassi si propone il riconoscimento dell’indicizzazione Istat, per il 2023, in base ad una percentuale pari al 3 per cento e non del 7 per cento come precedentemente indicato nel testo di legge, riducendo la spesa a carico del Consiglio regionale.
Collegati alla legge sono passati anche due ordini del giorno, il primo del gruppo Movimento 5 Stelle, illustrato da Irene Galletti, che impegna il presidente e la Giunta regionale “a rivedere l’intesa raggiunta nella Conferenza permanente tenutasi il 3 aprile 2019, attivandosi, in Conferenza permanente, attraverso un ulteriore intesa, per modificare il meccanismo relativo ai vitalizi, non prevedendo l’aggiornamento degli stessi alla indicizzazione Istat”. Tale atto, sottoscritto anche da Francesco Torselli (Fratelli d’Italia), Giovanni Galli (Lega) e Vincenzo Ceccarelli (Pd), è passato con voto unanime.
Stessa espressione di voto anche per un secondo ordine del giorno, presentato da Giovanni Galli e sottoscritto anche da Francesco Torselli (Fratelli d’Italia), Irene Galletti (Movimento 5 Stelle), Stefano Scaramelli (Italia Viva) e Vincenzo Ceccarelli (Pd), che impegna l’esecutivo regionale “a proporre al Consiglio regionale, sulla base di una nuova intesa tra Stati e Regioni, entro sei mesi dall’approvazione del presente atto di indirizzo, una revisione dell’ordinamento regionale finalizzata a superare la rideterminazione annualmente dei vitalizi sulla base dell’indice Istat di variazione dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati”, come definito dalla Legge regionale 2009 “Testo unico delle norme sui consiglieri e sui componenti della Giunta regionale”.
La legge è stata illustrata in Aula dal presidente della commissione Affari istituzionali, programmazione e bilancio Giacomo Bugliani (Pd) che ha ricordato come in Toscana i consiglieri regionali non siano titolari di vitalizio a partire dalla decima legislatura e che l’ambito di applicazione della normativa è limitato ai consiglieri in carica fino al 2015.
“L’oggetto della proposta di legge, licenziata dalla Prima commissione con voto unanime da parte dei partecipanti al voto, prende le mosse dalla legge finanziaria per l’anno 2019, in cui veniva stabilito un generale ridimensionamento degli importi dei vitalizi riconosciuti ai Consiglieri regionali, e dall’intesa della Conferenza Stato Regioni del 2019 in cui si era raggiunto accordo sull’indicizzazione sulla base dei dati Istat”.
“La rivalutazione Istat negli anni è sempre stata tendenzialmente bassa e non ha creato problemi di sorta – ha continuato Bugliani – ma nell’ultimo anno ha raggiunto percentuali inusuali arrivando quasi al 12 per cento. Applicarla integralmente comporterebbe un costo annuale sul bilancio del Consiglio regionale di oltre 700mila euro annui. Tenendo conto del particolare contesto storico e sociale in cui ci troviamo, questa proposta di legge ritiene opportuno ridimensionare il meccanismo di indicizzazione degli assegni vitalizi”.
Tre gli scaglioni individuati dalla legge: si stabilisce un tasso di indicizzazione pari al 3 per cento per i vitalizi inferiori a 1500 euro; al 2 per cento per quelli di importo tra i 1500 e i 3mila euro; all’1 per cento invece per i vitalizi di fascia più alta, ovvero superiori a 3mila euro.
“L’opzione di non applicare il meccanismo di indicizzazione come emerso dai lavori della Commissione – ha chiarito Bugliani – è stato ritenuto illegittima perché in contrasto con quanto previsto dall’intesa Stato-Regioni del 2019. Il tasso dell’1 per cento è il limite minimo per rendere legittima l’intera operazione”.
Bugliani ha sottolineato come la riduzione del meccanismo di indicizzazione sia temporanea. A supporto della legittimità di questo intervento “che si pone in correlazione del particolare momento storico ed economico” Bugliani ha citato la sentenza della Corte costituzionale 234/2020, che, seppur riferita alla materia pensionistica, può essere applicata alla disciplina dei vitalizi. “La misura temporanea di riduzione dell’indicizzazione è giustificata dalla particolare contingenza emergenziale che stiamo vivendo – ha spiegato – purché il tutto sia ispirato ai principi di ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza, nonché dalla temporaneità, tutti requisiti che la proposta di legge soddisfa, dal momento che questo meccanismo di riduzione non ha effetti paralizzanti e definitivi, ma solo temporanei e limitati al 2023”.
“In questo momento di difficoltà dovuto all’inflazione, al caro bollette e al futuro incerto per tanti cittadini, come ufficio di presidenza abbiamo deciso, unica Regione in Italia, di tagliare al minimo possibile la rivalutazione automatica dei vitalizi degli ex consiglieri in carica fino al 2015, quindi che non vale né per i consiglieri della scorsa legislatura né per quelli di quella attuale. Oggi ci prendiamo la responsabilità politica di ridurre un privilegio per pochi”. È quanto ha dichiarato a margine il presidente dell’Assemblea legislativa Antonio Mazzeo. “Credo – ha continuato – che in un momento così difficile per il Paese sia giusto che ognuno faccia la sua parte e questa norma permetterà ai toscani di risparmiare oltre 600mila euro che utilizzeremo, sul bilancio del Consiglio, per altre iniziative a favore delle tante realtà che operano nella nostra regione”.
“Auspico – ha aggiunto il presidente – che gli ex consiglieri, con cui in questi mesi c’è stata una continua interlocuzione e a cui abbiamo spiegato in maniera esaustiva la nostra posizione, seguano l’esempio del Presidente Mattarella e rinuncino completamente all’adeguamento Istat”.
“Spero inoltre che, nel prossimo futuro, si possa arrivare a una revisione più complessiva dell’intesa Stato Regioni e che, proprio sulla linea indicata dal Presidente, permetta di intervenire in maniera ancora più strutturale su questa materia”. “Sono orgoglioso che la Toscana sia l’unica Regione ad aver fatto questa scelta di buon senso e che questa norma sia uscita all’unanimità all’Ufficio di presidenza. È una scelta coraggiosa e rispettosa verso tante famiglie in difficoltà che spero potrà essere di esempio anche per altre regioni” ha concluso Mazzeo.
(testo a cura di Paola Scuffi e Angela Feo)
Il dibattito in aula
Firenze – “Siamo fortemente convinti che il vitalizio rappresenti un privilegio che vale migliaia di euro al mese per chi lo riscuote”, dichiara il consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza, Diego Petrucci (Fratelli d’Italia). “Un privilegio enorme nel momento in cui ci sono persone che lavorano sette-otto ore al giorno, con turni notturni, il sabato, la domenica e nei giorni festivi. Riteniamo che sia profondamente ingiusto rivalutarlo. Se il Consiglio regionale oggi non si prendesse la responsabilità politica, grossa, di cambiare la legge e ridurre la rivalutazione Istat di quel privilegio, significherebbe che quei vitalizi, che costano quasi 6milioni di euro l’anno al Consiglio, ci porterebbe a spendere ulteriori 750mila euro. Riteniamo sacrosanto l’intervento legislativo di questo Consiglio regionale. Ci prendiamo la responsabilità, riducendo un privilegio per pochi, un istituto già morto, un privilegio fuori dal tempo, che resta in via solo per gli ex consiglieri. Ci esponiamo a ricorsi, per questo abbiamo cercato di fare in modo che questa legge possa essere almeno difesa in sede giudiziaria. Agli ex consiglieri – conclude Petrucci – ci piacerebbe chiedere di mettersi una mano sulla coscienza, di rinunciare al vitalizio di loro spontanea volontà, di pensare ai lavoratori che vengono a manifestare sotto il Consiglio regionale, alle imprese e alle partite Iva che chiudono”.
“Abbiamo lavorato insieme, ognuno con le proprie peculiarità, per arrivare a questa assunzione di responsabilità”, dichiara in Aula il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Scaramelli (Italia viva). “Non sono coloro che hanno il vitalizio a pagare il costo della vita crescente. Il nostro è un atto di responsabilità, di buon senso e di buon governo, che ha portato a una norma corretta e giusta. Una norma che non è comoda, non conviene, ma è giusta. Sbaglia – prosegue Scaramelli – chi fugge dalla responsabilità. Ringrazio i colleghi, in primis Galli che ha fatto un tentativo di mediazione per fare uno scatto ulteriore. Non condivido che si voglia far credere, da parte dell’Associazione degli ex consiglieri, che non solo il vitalizio, ma anche la rivalutazione Istat sia un diritto acquisito. Mi auguro che nel loro impegno politico quotidiano facciano una battaglia politica, che utilizzino il vitalizio per continuare a fare attività politica. Se arriveranno ricorsi, ci difenderemo”. Il vicepresidente annuncia il “voto a favore che giunge a conclusione di questa battaglia congiunta e dell’atto presentato da Giovanni Galli”.
La capogruppo Irene Galletti (M5s): “La Regione Toscana ha rinunciato ai vitalizi, la storia del Movimento 5 stelle parla per sé, siamo entrati in Parlamento e portato avanti questa battaglia contro questo istituto desueto e offensivo per 60milioni di italiani, inaccettabile in questo momento storico. Apprezzo il lavoro che hanno cercato di fare i colleghi di maggioranza e opposizione in Ufficio di presidenza, dove il nostro gruppo non è presente. Il nodo principale era arrivare al minimo possibile, abbiamo cercato faticosamente una quadra anche con gli ex consiglieri, ma secondo noi il risultato non è soddisfacente. Abbiamo sottoscritto l’ordine del giorno del collega Galli, ma basterà che ci sia un ricorso perché il Consiglio debba sborsare oltre 700mila euro quest’anno e anche in quelli successivi. Questa legge non è adeguata a risolvere il problema. L’errore capitale – osserva Irene Galletti – è stato quello di non intervenire in conferenza Stato-Regioni. Presentiamo anche un nostro ordine del giorno per intervenire a monte, in Conferenza Stato-Regioni, da convocare quanto prima. Chiedo anch’io che gli ex consiglieri, seguendo l’esempio del presidente della Repubblica, rinuncino al vitalizio”.
Secondo la capogruppo della Lega, Elena Meini, “oggi discutiamo di una brutta pagina di politica, in riferimento alla preoccupazione che abbiamo ancora di essere esposti a un contenzioso. Gli ex consiglieri hanno comunicato con una lettera che qualsiasi scelta avessimo fatto oggi, loro avrebbero continuato il loro percorso. Esempi di questo tipo portano disaffezione alla politica. Oggi siamo tutti qui a votare questo atto perché la politica non si fa per soldi, ma si fa per passione. E questa è una buona pagina di politica: con senso di responsabilità – aggiunge la capogruppo – affrontiamo la votazione, dopo un confronto per trovare la soluzione più utile e più vicina a tutti i cittadini. L’emendamento che abbiamo presentato va a ridurre ulteriormente il costo della rivalutazione. Ringrazio i colleghi dell’Ufficio di presidenza per il lavoro fatto. Abbiamo lavorato per dare questi soldi a favore di altri che soffrono, a chi veramente ha bisogno. Credevo e speravo che si trovasse l’unanimità, il lavoro in conferenza Stato-Regioni doveva essere fatto, ma ad oggi questa è la soluzione migliore per non mettere la Regione nella condizione di dover sostenere una spesa di 700mila euro. Scegliamo il male minore per i cittadini toscani”.
“Istituto desueto, superato, figlio di un’altra stagione politica e storica”, dichiara il capogruppo Francesco Torselli (Fratelli d’Italia). “È stato difficile arrivare a produrre una legge. Stiamo parlando di uomini e donne che hanno amministrato Comuni, sono stati seduti in questi banchi per tanti anni. Ci hanno scritto in una lettera che ‘l’unico intervento possibile è quello che riprenda lo schema che il Governo nazionale proporrà in legge di bilancio sull’adeguamento all’inflazione delle pensioni’. No, la rivalutazione di questo privilegio – dice Torselli – non è paragonabile a chi si è guadagnato la pensione lavorando per quarant’anni. Vi chiedo di vergognarvi di aver scritto queste parole. Voi per primi sull’immagine e sull’esempio del presidente Mattarella avreste dovuto fare una conferenza stampa e rifiutare il vitalizio. Voterò con ancor più convinzione l’ordine del giorno presentato da tutti i gruppi che chiedono che dal prossimo anno il presidente Giani sia impegnato in Conferenza Stato-Regioni per evitare che vi sia ancora la previsione dell’adeguamento Istat. Non so se ci saranno ricorsi, mi auguro di no. Agli ex consiglieri regionali dico che se volevate una sfida, la sfida è stata raccolta. Se non ce la faremo con la legge che andremo ad approvare oggi, ce la faremo con qualche altro istituto. Andremo avanti fino a che questo privilegio non sarà riportato nei limiti dell’accettabilità”.
“Siamo d’accordo, questa proposta di legge che tende a diminuire l’esborso che della Regione per ottemperare ad una legge esistente”, dice il capogruppo del Partito democratico Vincenzo Ceccarelli. “Ci sta anche che questa legge sia molto esposta a non reggere nella sua efficacia, però credo che il tentativo che stiamo facendo, unica Regione in Italia a quanto mi risulta, sia giusto, vista la situazione che stiamo attraversando, visto il disagio di tante persone e tante famiglie. Interveniamo per ridurre un vantaggio, un privilegio che un’altra legge approvata in questo Consiglio consente. Approveremo anche degli ordini del giorno che chiedono di rivedere l’accordo in Conferenza Stato-Regione. Se daranno dei risultati ci sarà modo di approfondire Chi si astiene, consentirebbe di poter continuare con quell’accordo, poi tradotto in una legge di questo Consiglio”.
Il portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega) ricorda che “la questione che stiamo affrontando, l’indicizzazione degli assegni dei vitalizi, ha portato ad un grande lavoro dell’Ufficio di presidenza. È stato svolto un lavoro tecnico per ridurre al minimo questo aumento, unica Regione in Italia. Non lo facciamo per demagogia o antipolitica, ma per rendere un servizio ai cittadini che qui rappresentiamo, facendogli risparmiare circa 600mila euro l’anno. Spero vivamente che il Movimento 5 stelle voti questa norma. Per andare a ricadere sulla Conferenza Stato-Regioni, sarebbe bastato presentare una mozione. Crediamo che rappresentare i cittadini voglia dire avere il senso di responsabilità di metterci la faccia e guardare le persone negli occhi. In seguito, faremo altre proposte perché su questo tema si possa fare finalmente chiarezza”.
“Noi non siamo né brillanti né ganzi, ma vogliamo invitare a tener presente l’eccezionalità della situazione che stiamo attraversando”. Così ha esordito Alessandro Capecchi (FdI), chiudendo il dibattito in aula di palazzo del Pegaso sulle disposizioni per l’indicizzazione degli assegni vitalizi. Secondo il consigliere, la motivazione della mancata copertura è superata dai fatti, ma l’impennata dell’inflazione pesa molto di più su altri soggetti che non sui consiglieri regionali. Da qui l’invito ad una rivisitazione più profonda, tenendo presente l’input che arriva da quest’Aula: “superare il meccanismo di rivalutazione dell’Istat, con una riflessione molto articolata in sede di Conferenza Stato-Regioni”.
(testo a cura di Sandro Bartoli e Paola Scuffi)