Il 21 ottobre 1805 ha luogo la celebre battaglia di Trafalgar tra la flotta inglese dell’ammiraglio Nelson e quella francese.
La Pace di Amiens (1802), che segnò la fine della Guerra della seconda coalizione antifrancese, non fu che un breve intervallo nel confronto tra Francia napoleonica e Regno Unito: dopo 14 mesi, la Francia e la Gran Bretagna riaprirono le ostilità. La marina britannica bloccò subito quella francese nei porti di Brest e di Tolone, danneggiandola con l’inattività forzata.
Nel dicembre 1804 anche la Spagna entrò in guerra, al fianco della Francia, per respingere la minaccia britannica contro le sue colonie, offrendo a Napoleone la sua flotta e i suoi porti. Per sconfiggere definitivamente il Regno Unito, Napoleone progettò l’invasione della Gran Bretagna, e ammassò sulla costa della Manica un esercito di 161.000 uomini.
Secondo i piani di Napoleone, la flotta franco-spagnola, al comando dell’ammiraglio Villeneuve (bloccato da Nelson nel porto di Tolone), avrebbe dovuto sfuggire al blocco e dirigersi verso le Indie Occidentali; contemporaneamente, il Commodoro Honorè Ganteaume, bloccato a Brest dall’Ammiraglio Sir William Cornwallis, avrebbe dovuto effettuare la stessa operazione: insieme, i due avrebbero attaccato le colonie inglesi nei Caraibi per un paio di mesi e quindi, sarebbero ritornati in Europa per liberare le altre navi francesi o alleate, intrappolate nei porti di mezza Europa dalle squadre inglesi, creando così una grande flotta, potenzialmente invincibile, per attraversare la Manica.
Villeneuve sfuggì alle navi inglesi e si diresse verso l’Atlantico. Al momento della fuga di Villeneuve, l’ammiraglio inglese Horatio Nelson era momentaneamente assente, ma, quando fu informato dell’avvenuta rottura del blocco, si diresse subito con le sue navi verso il Mediterraneo orientale, credendo che l’obiettivo del nemico fosse ancora una volta l’Egitto; dopo aver cercato inutilmente i francesi in quelle acque, raggiunse le Indie occidentali e per la precisione Trinidad, dove, in base ad erronee notizie raccolte dal servizio segreto inglese, pensava di incontrare finalmente Villeneuve (che agiva da solo, poiché il Commodoro Ganteaume non era riuscito a lasciare l’Europa). Per gran parte dell’estate i due nemici si cercarono a vicenda in varie zone dell’oceano, inutilmente. Nell’agosto Nelson tornò in patria, e riprese il mare, a bordo della nave ammiraglia HMS Victory, il 14 settembre; nel frattempo era giunta notizia che Villeneuve era salpato per Cadice, dopo aver raccolto nuove forze.
Il 28 settembre Nelson raggiunse il grosso della flotta inglese al largo di Cadice e, dopo aver lasciato alcune navi a controllare di nascosto i movimenti degli avversari, si ritirò oltre l’orizzonte.
La Royal Navy britannica affrontò così la flotta combinata franco-spagnola nelle acque dell’Atlantico al largo della costa sud-occidentale della Spagna, appena ad ovest di Capo Trafalgar, vicino Los Caños de Meca (Cadice). La flotta britannica colse la vittoria navale più decisiva della guerra. Ventisette vascelli da guerra britannici, sotto il comando dell’ammiraglio Horatio Nelson a bordo della HMS Victory, sconfissero trentatré navi da guerra franco-spagnole, agli ordini dell’ammiraglio francese Pierre Charles Silvestre de Villeneuve. La flotta franco-spagnola perse ventidue navi, senza che una sola nave britannica andasse perduta.
La spettacolare vittoria britannica confermò la supremazia navale che il Regno Unito aveva stabilito nel corso del XVIII secolo. Essa fu dovuta in buona misura all’abbandono da parte di Nelson delle tattiche navali ortodosse in uso prevalente durante tutta l’era della navigazione a vela e fino a quel momento, che consistevano nell’affrontare una flotta nemica disponendosi in una singola linea di battaglia parallela al nemico per facilitare la segnalazione in battaglia, il disimpegno e per massimizzare il volume di fuoco sulle aree di destinazione. Nelson invece divise le sue più ridotte forze in due colonne dirette perpendicolarmente contro la più grande flotta nemica, con risultati decisivi.
Nelson fu ferito a morte da un colpo di moschetto che gli perforò un polmone: restò però in vita abbastanza da essere informato della vittoria della sua flotta, non demoralizzando nel frattempo i suoi uomini che non si accorsero di nulla grazie ad una marsina rosso sangue che egli, secondo alcune fonti, era solito indossare e che nascose il sanguinamento della ferita. Il comandante britannico diventò così uno dei più grandi eroi di guerra del Regno Unito. L’ammiraglio francese Villeneuve fu catturato insieme con la sua nave, la Bucentaure. L’ammiraglio spagnolo Federico Gravina fuggì con il resto della flotta ma subì una ferita al braccio sinistro che, non curata adeguatamente, lo portò alla morte alcuni mesi più tardi. Villeneuve partecipò ai funerali di Nelson, mentre era ancora prigioniero in libertà vigilata nel Regno Unito.
Immagine d’apertura: la Battaglia di Trafalgar in un dipinto del 1836 di William Stanfield.
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